di:
Gabriele Taddei
Fin dalla metà del Duecento, la famiglia Tarlati aveva imposto una sua larvata tutela su Castiglione, allora soggetto ad Arezzo, assumendo con continuità rilevanti incarichi in seno alle locali strutture comunali. Parallelamente a quanto era avvenuto entro le mura cittadine, dove Guido Tarlati poteva dirsi, almeno dal 1321, dominus civitatis, il patronato informale su Castiglione assunse progressivamente connotazioni sempre più marcatamente signorili. Così, se nel 1311 Pier Saccone esercitava un personale controllo sulla politica del centro in qualità di vicario imperiale della attigua Valle di Chio (di fatto coincidente con l’intero distretto castellano), nel 1324 Guido ne eleggeva il podestà da una rosa di quattro candidati scelti tra i membri della sua medesima famiglia. Una compiuta formalizzazione del dominio tarlatesco sul castello risale però al 1337 quando, venduta Arezzo al Comune di Firenze, Pier Saccone si vide riconosciuta dagli stessi Fiorentini la custodia decennale su Castiglione. Nondimeno la scelta dei locali Consigli di offrirsi direttamente alla soggezione dei Fiorentini ottenendo l’annulatione et renuntiatione capituli custodie privò il trattato di qualsivoglia operatività. Ma nel 1343, a seguito della caduta di Gualtieri di Brienne, Pier Saccone si decise a reintegrare i suoi antichi poteri sul centro occupandolo militarmente. Solo due anni dopo, durante i quali a detta dei successivi statuti castellani, Pier Saccone si macchiò di indicibili efferatezze, la signoria tarlatesca venne rovesciata in conseguenza della conquista perugina di Castiglione.
Una nuova esperienza signorile prese corpo a partire dal 1369, quando Giovanni Albergotti, vescovo aretino, entrò nel centro a seguito di una sommossa antiperugina, ottenendo da Gregorio IX, per i tre anni successivi, la custodia della rocca non ut prelatum sed tamquam privatam personam. Allo scadere del tempo concordato l’Albergotti dimostrò una tenace resistenza ad abbandonare il castello, conservandone il controllo e la facoltà di eleggerne i podestà fino all’anno della sua morte.
Signori:
Guido Tarlati e suo fratello Pier Saccone (1311-1344)
Giovanni Albergotti (1371-75)
Famiglie:
G. Taddei, Castiglion Fiorentino fra XIII e XV secolo. Politica economia e società di un centro minore toscano, Leo Olschki editore, Firenze 2009