Montepulciano


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Profilo delle esperienze di potere personale e signorile in relazione al sistema politico:

Nel giugno 1267 Montepulciano fece atto d’omaggio a Carlo I il quale pose quel Comune sotto la sua personale protezione. La rilevanza operativa di questa esperienza signorile risedette nell’imposizione di rettori di nomina regia e fu di fatto funzionale al conseguimento da parte del centro di un’autonomia dalla dominante città di Siena allora ghibellina.

In un contesto generale assai mutato, a partire dal primo decennio del Trecento, esponenti della locale famiglia Del Pecora prestarono ripetutamente ingenti somme di denaro al Comune conseguendo su di esso una notevole capacità di controllo. Nondimeno la contrapposizione fra Iacopo di Iacopo, appoggiato dai Tarlati, e Niccolò di Bertoldo, amico dei Perugini, impedì ai due di conseguire un controllo indiscusso sopra gli organismi comunali, sulla cui connotazione popolare vigilava strumentalmente il Governo dei Nove. Solo alla caduta di quest’ultimo, nel 1355,  Iacopo e Niccolò, rappacificati, poterono rientrare in patria conquistando finalmente un dominio sulla comunità sancito dall’attribuzione, ad opera di Carlo IV, del titolo di vicari imperiali e garantito dal raggiunto equilibrio tra Siena e Perugia, usualmente contrapposte nell’esercizio di una egemonia su Montepulciano. Pur manifestando ripetute isoipse, durante una delle quali si consumò la breve e poco documentata parentesi signorile di Giovanni Salimbeni, la coabitazione dei due Del Pecora, a detta di alcuni riconosciuti dagli organismi comunali domini et difensores, proseguì fino al 1369 quando Niccolò venne cacciato da Iacopo. Il regime personale di quest’ultimo ebbe però anch’esso breve durata terminando quello stesso anno in conseguenza di un rumore popolare durante il quale il signore venne ucciso.

Solo dopo oltre un decennio, altri esponenti della casa Del Pecora riusciranno a recuperare le posizioni perdute: nel 1381, riconosciuto lo stato di sottomissione di Montepulciano a Siena, Giovanni di Niccolò e Gherardo di Iacopo si videro tributata dai locali Priori, prima per un anno, poi a vita, la piena balia per la difesa del Comune e del suo distretto. Lo stesso governo senese pose la nuova signoria dei due consorti sotto la propria protezione.

Nel 1404, la dedizione di Montepulciano a Firenze, che pure assegnò una pensione annua a Giovanni riconoscendolo suo vero cittadino, pose fine ad ogni egemonia famigliare sul centro.



Elenco cronologico degli Individui e delle Famiglie:
Bibliografia di riferimento:

R. Barducci, Del Pecora, Iacopo, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani, XXXVIII, Roma, Ist. Dell’Enciclopedia Italiana, 1990, pp. 215-218; S. Benci, Storia della città di Montepulciano, Firenze 1641 [rist. anast. 1968]; I. Calabresi, Montepulciano nel Trecento. Contributi per la storia giuridica e istituzionale, Siena, Consorzio universitario della Toscana meridionale, 1987; P. Cammarosano – V. Passeri, Città borghi e castelli dell’area senese – grossetana. Repertorio delle strutture fortificate dal medioevo alla caduta della Repubblica senese, Siena, Amministrazione Provinciale di Siena, 1984, pp. 100-103; A. Carniani, I Salimbeni quasi una signoria. Tentativi di affermazione politica nella Siena del ‘300, con una prefazione di G. Piccinni, Siena, Protagon editori Toscani, 1995; E. Repetti, Montepulciano (sub voce), in Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze, coi tipi di Tofani, 1845-46, III, pp. 468 e segg.

Note eventuali: