Bonacolsi


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Origine e profilo sociale:

I Bonacolsi erano un ramo della famiglia dei signori di Carzedole che si era inurbato nella città di Mantova all’inizio del XII secolo. Un esponente della famiglia ricoprì la carica di console e altri si ritrovano quali testimoni o firmatari di paci e trattati. Rimasero comunque, fino alla seconda metà del XIII, una famiglia decisamente di secondo piano. Le loro quotazioni iniziarono a salire nel periodo subito dopo il 1250, poiché in quanto filo imperiali, diventarono i referenti mantovani di quello schieramento che proprio in questi anni ebbe uno dei suoi momenti di maggior splendore. Fu proprio grazie all’alleanza con Oberto Pelavicino che Pinamonte Bonacolsi riuscì a mettersi in luce sulla scena politica mantovana. Benché la famiglia non fosse di estrazione popolare, fu proprio grazie all’alleanza con il Popolo che i Bonacolsi riuscirono a prendere il potere in città. Infatti, fino a che non ottennero una legittimazione da parte imperiale, governarono sempre con il titolo di capitano del popolo. Anche dopo aver acquistato il titolo di vicari imperiali, ritennero sempre necessario rafforzare la propria legittimità con un riconoscimento di parte popolare: Rainaldo Bonacolsi infatti assunse anche il titolo di podestà perpetuo della Mercanzia, e dopo la morte di Enrico VII si fece confermare il vicariato imperiale dall’assemblea comunale.

Per quanto riguarda il le modalità di inurbamento, i Bonacolsi si insediarono fin dal principio nella città vecchia insieme alle altre famiglie dell’aristocrazia rurale e da qui iniziarono la loro espansione in termini di acquisizioni immobiliari che li portò ad eliminare quasi totalmente la presenza di altre consorterie importanti dalla parte più antica di Mantova;



Espansione territoriale della dominazione e suo sviluppo cronologico:

I Bonacolsi, per quasi tutta la loro parabola politica durata poco meno di cinquant’anni, concentrarono il loro dominio solo sulla loro città di origine. Fu infatti solo dopo che la signoria su Mantova fu consolidata che gli esponenti della famiglia cercarono di ottenere il riconoscimento della propria autorità anche su altre città. Da Pinamonte a Guido si crearono appunto gli strumenti politici ed economici che permisero a Rainaldo di fare della città sul Mincio una potenza sovralocale: durante la sua signoria riuscì ad ottenere il controllo di una vasta area che andava da Modena a Cremona, retta da Ponzino Ponzone, sostenendo anche la dominazione di Gilberto da Correggio su Reggio Emilia e Parma;



Modalit? delle successioni:

Fin dall’inizio della loro signoria i Bonacolsi tentarono di stabilire come modalità di successione l’associazione al potere dell’erede designato. Tuttavia né con Pinamonte, né con Bardellone la strategia risultò efficace visto che in entrambi i casi fu una rivolta dei membri della famiglia esclusi a determinare il reale successore. L’unico esponente in grado di  imporre il proprio erede al potere fu Guido, non a caso colui che aveva promosso maggiormente la stabilità della signoria. Rainaldo venne invece travolto dall’insurrezione dei Gonzaga prima che potesse occuparsi della successione;

Castelli e basi militari nel contado:

I Bonacolsi cercarono continuamente di allargare le loro proprietà non solo in città ma anche nel contado. Soprattutto grazie al rapporto con l’episcopato mantovano e altri enti ecclesiastici della zona riuscirono ad ottenere il controllo di importanti territori, soprattutto nell’Oltrepò. Un esempio è senza dubbio il borgo di Suzzara su cui sia Pinamonte che Guido riuscirono ad ottenere la nomina a vicario da parte del vescovo. L’azione più significativa di contrasto alla creazione di poteri alternativi nel contado fu quella operata di Pinamonte che portò alla distruzione del castello dei Conti di Marcaria;


Risorse e iniziative economiche:

La principale risorsa economica della famiglia fu la proprietà terriera. L’accrescimento del patrimonio immobiliare fu il filo rosso che unì tutti i membri della famiglia Bonacolsi succedutisi alla signoria di Mantova. Ottennero però anche l’appoggio del ceto mercantile per il quale cercarono di promuovere accordi commerciali con le città dell’area e anche con Venezia. In quest’ottica va anche inserito il tentativo, all’inizio del XIV secolo, di coniare una moneta grossa per gli scambi sovralocali: l’obiettivo non fu però raggiunto a causa della schiacciante competizione del grosso d’argento veneziano e delle monte d’oro come il geniono e l’angioino;


Principali risorse documentarie:

Tutta la documentazione relativa ai Bonacolsi è conservata presso l’Archivio di Stato di Mantova nel fondo Archivio Gonzaga, per il quale si veda Antichi inventari dell'archivio Gonzaga, a c di A. Behne, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993;


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

G. Zucchetti, Gli Statuti di Mantova, Mantova 1858, Anonymi auctoris, Breve Chronicon Mantuanum ab anno 1095 ad annum 1309 sive Annales Mantuani, Nuova edizione con traduzio- ne e note a cura di E. Marani, Mantova 1968, P. Torelli, Capitanato del Popolo e vicariato imperiale come elementi costitutivi della signoria bonacolsiana «Atti e memorie della real accademia Virgiliana di Mantova», n.s. 14-16 (1921-1923) pp. 73-166, G. Coniglio, Dalle origini al comune autonomo, in Mantova. La storia, I. Dalle origini a Gianfrancesco primo marchese, Mantova 1958, M. Vaini, Dal comune alla signoria. Mantova dal 1200 al 1328, Milano 1986; I. Lazzarini, Gerarchie sociali e spazi urbani a Mantova dal Comune alla Signoria gonzaghesca, Pisa 1994;  M. Romani, Una città in forma di palazzo. Potere signorile e forma urbana nella Mantova medievale e moderna, Brescia 1995; G. M. Varanini, I notai e la signoria cittadina. Appunti sulla documentazione dei Bonacolsi di Mantova fra Duecento e Trecento (rileggendo Pietro Torelli), «Reti Medievali Rivista», IX-2008; Storia di Mantova, 1: L’eredità gonzaghesca: secoli XII-XVIII, a c. di M. A. Romani, Mantova 2005.


Membri della famiglia:

Note eventuali: