di:
Gabriele Taddei
L’origine della famiglia è incerta. Alcuni genealogisti di dubbia attendibilità fanno discendere il casato dai conti Guidi del Casentino, altri lo ritengono giunto in Italia al seguito dell’Imperatore Ottone I. Che si tratti di un stirpe di signori rurali o di milites cittadini, quando nel XIII sec. i B. compaiono nella documentazione aretina essi fanno parte della fazione guelfa, che capeggiano unitamente ai Bostoli, ed abitano nel quartiere di Porta Crocifera pur disponendo di molte altre case in tutta la città e di castelli nel comitato, soprattutto in direzione della Val Tiberina.
Il primato politico dei B. si esplico in modo pressoché esclusivo sulla città di Arezzo e quelle porzioni del suo distretto che nella seconda metà del XIV secolo la città era ancora in grado di controllare.
E’ nel periodo successivo alla caduta della signoria del Duca d’Atene che si afferma nella vita politica aretina il predominio dei B. Qualificandosi come difensori del regime popolare dalle aspirazioni egemoniche dei Bostoli, banditi questi ultimi nell’ottobre 1347, i B. rimasero di fatto i soli padroni del campo assumendo la direzione del governo cittadino con strumenti non dissimili da quelli a suo tempo impiegati dal casato espulso, ovvero attraverso un controllo delle procedure d’imborsazione ed una presumibile pervasiva presenza di partigiani entro i principali organi pubblici.
Ma per quanto i B. fossero “al tutto governatori del reggimento di quello Comune”, come dichiara Matteo Villani, la famiglia si organizzò per abbattere l’autorità della media gente guelfa, che fino ad allora aveva strumentalmente difeso, e convertire il proprio informale primato in un regime più schiettamente signorile.
Per realizzare tale intendimento, i B. si avvicinarono all’opposto partito stringendo amicizia con Giovanni Visconti, Bartolomeo Casali signore di Cortona, Gabriele Gabrielli signore di Gubbio e con i Tarlati, espulsi da tempo dalla città. Forti di questi alleati e degli armati che essi avevano offerto loro, nel contesto della guerra viscontea che opponeva Firenze a Milano, il 27 e 28 ottobre 1351 i B. tentarono un colpo di mano per impossessarsi del Casseretto e del Palazzo dei Priori. Ma la reazione popolare, che convinse i Casali ed i Tarlati a non portare un più concreto sostegno ai B., costrinse questi ultimi ad abbandonare la città dopo aver pagato una pena pecuniaria che Villani fissa a 3000 ff oro.
Appena due anni dopo i membri della famiglia ottennero la possibilità di rientrare. Nel 1379 li troviamo nel numero dei guelfi processati a seguito di un ennesimo fallito tentativo di occupare il Palazzo dei Priori e nel 1384 tra i congiunti dei Tarlati che insieme a questi si accomandano al Comune di Siena con il chiaro intento di ottenere sostegno nella lotto contro Jacopo Caracciolo, vicario di Carlo di Durazzo in Arezzo. E’ questo, però, uno degli ultimi eventi che attesta una perdurante capacità d’azione della famiglia, la quale invece quasi scompare dalla vita politica aretina successivamente alla dedizione della città a Firenze.
Appartenevano ai B. i dominati di Colle de’ B. e di Ranco oltre quello di Gesseri nel territorio volterrano.
Fonti:
L. Bruni, Istoria fiorentina, II, Le Monnier, Firenze, 1861; Donato di Neri, Cronaca senese di Donato di Neri e di suo figlio Neri, in Cronache senesi, a cura di A. Lisini e F. Iacomennti, in Ris, XV, p. VI, Bologna, 1931-39; Ser Bartolomeo di ser Gorello, Cronica dei fatti di Arezzo, a cura di A. Bini e G. Grazzini, Rer. Italic. Scrip.2, t. XV, p. I, Bologna, 1933; Ser Guido Notaro, Ricordi (1341-1354), in Pasqui, Documenti, IV, Cronache (sec. XV-XV), Bellotti, Arezzo, 1920; U. Pasqui, Documenti per la storia della città di Arezzo nel medio evo, Bellotti, Arezzo, 1916-20; M Villani, Cronica, Multigrafica, Roma, 1980, lib. II, xxxvi-xxxvii.
Studi:
L. Berti, Arezzo nel tardo medioevo (1222-1440). Storia politico-istituzionale, Società storica aretina, Arezzo, 2005; A. Bini, Introduzione, in Liber Inferni Aretii, cronica in terza rima di Giovanni L. De Bonis, Rer. Italic. Scrip.2, t. XV, p. I, Bologna, 1933; G. Fatini, L’ultimo secolo della repubblica aretina, «Bull. Senese di storia patria», XXXI (1924), pp. 92-106; G. Mancini, Cortona nel Medioevo [1897], Multigrafica, Firenze, 1969; U. Pasqui, Prefazione, in Id., Documenti per la storia della città di Arezzo, III, Codice Diplomatico (an. 1337.1385), Bellotti, Arezzo, 1920, pp. I-XV; C. Verani, Il colpo di mano dei Bostoli del 1346 in una nota di ser Guido di Rodolfo, «Atti e memorie della Reale Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienza» XV (1933), pp. 320-322; C. Verani, La congiura dei B., «Atti e memorie della Reale Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienza» XV (1933), pp. 90-113.