di:
Tomaso Perani
Circa l’origine della famiglia Cavalcabò gli storici sono ormai concordi nel riconoscerne la discendenza dalla grande famiglia marchionale degli Obertenghi, nella stessa linea degli Este secondo il Manaresi o dei Pelavicino secondo Menant, mentre è stata definitivamente accantonata la teoria che voleva i Cavalcabò cittadini di Cremona. Luogo di provenienza e base della loro potenza fu sempre la curtis di Viadana, della quale dal 1158, in seguito ad una donazione di Federico I, godettero della piena giurisdizione. Pima di tale data infatti la curtis era in condominio con i Pelavicino. Seppur fortemente radicati nel contado i Cavalcabò seppero mantenere buoni rapporti con il comune di Cremona. Sebbene infatti nel 1196 i consoli della città del Torrazzo imposero a Supramonte Cavalcabò di lasciare che gli uomini a lui soggetti potessero rivolgersi ai tribunali comunali, questo scontro non produsse effetti di rilievo sui rapporti tra Cremona e i Cavalcabò. Fu però nel periodo delle lotte contro Federico II che i Cavalcabò, già residenti in città, vennero ad assumere un ruolo decisamente di primo piano fra le famiglie guelfe cremonesi, stringendo anche rapporti con il Popolo cittadino. Proprio in virtù di questa alleanza riuscirono ad assumere il potere in città dopo la caduta di Oberto Pelavicino e Buoso da Dovara.
Sia nella prima fase 1282-1321 che nella seconda (1403-1406), la signoria dei Cavalcabò rimase limitata alla dominazione su Cremona.
- La successione tra i primi tre Cavalcabò avvenne per via ereditaria in maniera pacifica. Dopo la lunga interruzione dovuta prevalentemente alla dominazione viscontea su Cremona, la signoria della famiglia riprese ma le successioni avvennero in maniera violenta attraverso intrighi politici ai danni del signore regnante. Grazie all’appoggio di Cabrino Fondulo, nel 1404 Carlo Cavalcabò riuscì infatti a far eliminare lo zio Ugolino chereggeva la città da poco più di un anno.
Roccaforte e luogo di rifugio della fimiglia nei momenti di fuoriuscitismo dalla città, siprattuo in conseguenza della dominazione viscontea, rimase sempre la località di Viadana, a cui era legato il titolo marchionale.
Particolarmente significativa fu l’azione dei primi tre Cavalcabò in campo economico. Cavalcabò Cavalcabò si ritrovò infatti, in seguito a numerosi decessi nella famiglia, erede di uno straordinario patrimonio fondiario che lo rese uno tra i più ricchi uomini della seconda metà del XIII secolo. Grazie a queste enormi risorse intraprese la redditizia attività di prestatore al comune di Cremona, riuscendo così a controllarne le finanze ed infine il governo. Il patrimonio venne mantenuto integro dai suoi successori diretti ma si disperse per la maggior parte durante il forzato ritiro a Viadana.