Albornoz, Gomez


di:
Estremi anagrafici:

†1377.



Durata cronologica della dominazione:

1366-1376.



Espansione territoriale della dominazione:

La città di Ascoli e il suo territorio comunale. L’A. fu mediatore nella guerra fra Ascoli e Amatrice, che si concluse nel 1369 con l’assoggettamento del centro appenninico al territorio ascolano.

Origine e profilo della famiglia:

Gomez era nipote del card. Gil Albornoz e lo affiancò, in posizioni di responsabilità, nel corso della sua seconda legazione in Italia (1358-1367); in particolare, fu rettore della Marca nel 1363-1364.


Titoli formali:

Vicario generale di Ascoli per la Chiesa.


Modalità di accesso al potere:

L'A. acquisì la signoria su Ascoli per effetto della nomina papale (vedi sopra).


Legittimazioni:

L’A. fu nominato “Vicario generale nella città e nel comitato di Ascoli pro Sancta romana ecclesia” da Urbano V nel luglio 1366, verso la fine della seconda legazione del card. Gil Albornoz; nel 1369 il vicariato fu rinnovato per altri tre anni.


Caratteristiche del sistema di governo:

Scarse le notizie a tale proposito: si sa soltanto che l’A. riconobbe ampia autonomia amministrativa al Comune di Ascoli. Secondo quanto narra un’anonima cronaca ascolana quattrocentesca, nel 1374 Gomez fece condannare al carcere a vita un oppositore politico al suo regime, reo di aver proferito a Roma quaedam verba contra suum statum. La sentenza fu pronunciata dinanzi al Consiglio generale del comune, convocato dal vicario dell’A., Roberto di San Miniato.


Sistemi di alleanza:

Nel 1373 l’A. fu capitano generale dell’esercito papale nella guerra contro Bernabò Visconti. Durante la guerra degli Otto Santi Ascoli fu l’unica città della Marca meridionale a schierarsi dalla parte del papa.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Nel 1377, dopo la cacciata da Ascoli, ricoprì la carica di senatore di Roma.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

L’A. impose come vescovo Pietro Torricella di Narbona (1375-86), che fu accolto con grande favore dalla comunità ascolana; nell’occasione del suo insediamento, secondo quanto narra un’anonima cronaca ascolana quattrocentesca, Gomez offrì un ricco banchetto a molti concittadini: il numero degli invitati ammontava a circa trecento.


Politica urbanistica e monumentale:

Per volontà dell’A. fu avviata la costruzione del ponte di Porta Maggiore e del ponte di San Filippo; nel 1371 fu portata a termine la costruzione della chiesa di san Francesco, solennemente consacrata. Fece inoltre istallare un orologio meccanico sul campanile della cattedrale.


Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Il consenso politico al regime dell’A. fu ampio, in quanto la sua presenza era avvertita come legittimante della tradizionale militanza guelfa della città e capace di assicurare autonomia amministrativa al comune.

Un’anonima cronaca ascolana quattrocentesca narra che al suo arrivo ad Ascoli, nel luglio 1366, Gomez fu accolto in modo trionfante, mentre il popolo inneggiava al signore.


Giudizi dei contemporanei:

Negli “Statuti del popolo e della città di Ascoli” (1377), redatti in volgare, di ispirazione popolare, si afferma che il testo legislativo fu approvato per insofferenza “de li tirandi et de li crudeli che segnoregiabano la ciptà”, ma nel testo non viene però mai espressamente citato l’A.


Fine della dominazione:

Durante la guerra degli Otto Santi, Ascoli, rimasta l’unica città dalla parte del papa nella Marca meridionale, fu assediata dalle truppe della Lega fiorentina e viscontea, guidate da Rinaldo di Monteverde (vedi scheda Rinaldo di Monteverde) e Bartolomeo Smeducci (vedi scheda Bartolomeo Smeducci): l’A. dovette rinchiudersi per dieci mesi (dal marzo al dicembre 1376) nella cittadella (detta ‘delle Chiaviche’) e organizzare la resistenza all’assedio della città. Durante i mesi dell’assedio il popolo si ribellò, dunque Gomez dovette arrendersi e lasciare la città per trasferirsi a Roma.


Principali risorse documentarie:

Molto scarsi i documenti d’archivio sull’A.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: Statuti di Ascoli Piceno dell'anno MCCCLXXVII, a cura di L. Zdekauer - P. Sella, Roma 1910 (Fonti per la storia d’Italia, 47); Cronaca ascolana dal 1345 al 1523, a cura di A. Salvi, Ascoli Piceno 1993; Antonio di Nicolò, Cronaca della città di Fermo, ed. critica e annotazioni di G. De Minicis, introduzione e traduzione di P. Petruzzi, Fermo 2008 (Biblioteca Storica del Fermano, 8)

Studi: Albornoz, Gomez, in DBI, II, Roma 1960, pp. 53-54; A. De Santis, Ascoli nel Trecento, II: 1350-1400, Ascoli Piceno 1988.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: