di:
Alma Poloni
1391-1424 .
Imola; tra l’inizio del 1422 e il maggio del 1423 anche Forlì (vedi scheda famiglia Alidosi).
Vedi scheda famiglia Alidosi. Ludovico era figlio di Bertrando Alidosi.
Vicario generale in temporalibus perla S. Sede, prima con il fratello Lippo, fino alla morte di questi nel 1396, poi da solo.
Dopo la morte del padre Bertrando, nel 1391, Ludovico e Lippo gli successero al potere sotto la tutela della madre Elisa.
Vedi scheda Lippo Alidosi.
Ludovico rispettò la tradizionale politica di fedeltà al papato praticata da tutti i suoi predecessori. L’unico momento di crisi dei suoi rapporti con la Santa Sede fu nel 1401-1402, quando, di fronte all’avanzata apparentemente inarrestabile di Gian Galeazzo Visconti in Romagna, tentò un riavvicinamento al nemico della Chiesa. I rapporti con la curia tornarono tuttavia buoni dopo la morte del Visconti, nel settembre del 1402. Come già il padre Bertrando, Ludovico si rendeva conto che il sostegno del papato non era più sufficiente per garantire la sopravvivevanza della signoria degli Alidosi nel nuovo contesto dell’inizio del XV secolo, nel quale la Romagna era diventata l’area di frizione tra i progetti di potere delle maggiori potenze dell’Italia centro-settentrionale. Egli coltivò quindi con costanza l’alleanza con Firenze, già impostata dal padre, e aderì prontamente a tutte le leghe promosse dai toscani in funzione antiviscontea.
Nel 1412 Ludovico diede in moglie la figlia Lucrezia a Giorgio Ordelaffi, che l’anno prima aveva aiutato a occupare Forlì. Fu questo matrimonio a porre le premesse per il tentativo dell’Alidosi di estendere la propria influenza anche su Forlì, alla morte del genero nel 1422.
La sede episcopale di Imola era stata costantemente occupata da membri della famiglia Alidosi dal 1342 fino al 1382, quandò morì improvvisamente Guglielmo, eletto solo l’anno precedente. Dal 1402 al 1412 vescovo di Imola fu Ermanno dei Brancaleoni, consanguineo di Ludovico.
Nella primavera del 1392, poco dopo la morte di Bertrando, il ramo degli Alidosi esclusi dalla signoria su Imola, i discendenti di Massa di Lippo, tentarono di conquistarsi un ruolo nel governo della città. Le loro pretese furono respinte anche grazie all’appoggio armato dei fiorentini.
Ludovico fu l’ultimo Alidosi signore di Imola. A gennaio del 1422 morì Giorgio Ordelaffi, signore di Forlì, lasciando un figlio ancora bambino e la moglie Lucrezia, figlia di Ludovico. Fu proprio il tentativo di estendere la propria area di influenza a Forlì che determinò la fine dell’esperienza signorile degli Alidosi. Nel maggio del 1423, infatti, i forlivesi si ribellarono e consegnarono la città al capitano visconteo Sicco da Montagnana. Ludovico chiese l’intervento dei fiorentini, con i quali aveva coltivato negli anni una solida alleanza. Il 6 settembre le truppe inviate da Firenze furono sconfitte dagli uomini al soldo di Filippo Maria Visconti. Il 24 febbraio del 1424 il contingente visconteo occupò la stessa Imola; l’A. fu fatto prigioniero e condotto nella rocca di Monza. Due anni dopo fu liberato, ma non riuscì più a tornare a Imola.
La documentazione riguardante la signoria degli Alidosi, in gran parte inedita, è conservata principalmente nell’Archivio storico comunale di Imola, depositato presso la Biblioteca comunale della città.
Fonti: Petri Cantinelli chronicon, a cura di F. Torraca, RIS2, XXVIII, 2, Città di Castello 1902; Chartularium Imolense, a cura di S. Gaddoni e G. Zuccherini, I. Archivium S. Cassiani; II. Archivia minora, Imola 1912; Statuti di Imola del secolo XIV. Statuti della città, 1334, a cura di S. Gaddoni, Milano 1931; Chartularium Imolense. Archivium S. Cassiani (1201-1250), 2 voll., a cura di N. Mattini, G. Mozzanti, M. P. Oppizzi, E. Tulli, Roma 1998; Libro Rosso. Il Registrum comunis Ymole del 1239 con addizioni al 1269, edizione critica a cura di T. Lazzari con presentazione di A. Padovani, Imola 2005.
Studi: A. Torre, voce Alidosi Ludovico, in DBI II (1969); A. Vasina, I romagnoli fra autonomie cittadine e accentramento papale nell’età di Dante, Firenze 1965, ad indicem; J. Larner, Signorie di Romagna. La società romagnola e l’origine delle Signorie, Bologna 1972, ad indicem; N. Galassi, Figure e vicende di una città, vol. I, Imola dall’età antica al tardo medioevo, Imola 1984, ad indicem; L. Mascanzoni, Imola nei decenni centrali del XIV secolo: un’anomalia paradigmatica nei rapporti signori-Santa Sede in Romagna, in «Studi romagnoli» 38 (1987), pp. 43-50; T. Lazzari, M. Montanari, Le circoscrizioni urbane a Imola fra XII e XIV secolo: crescita dell’impianto della città e progressiva razionalizzazione della sua amministrazione, in Studi storici Imolesi, «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna», XLVIII (1997), pp. 113-154; T. Lazzari, Il palazzo comunale nel Medioevo, in Imola, il comune, le piazze, a cura di M. Montanari e T. Lazzari, Imola 2003, pp. 45-78; Ead., Esportare la democrazia? Il governo bolognese a Imola (1248-1274) e la creazione del “popolo, in La norma e la memoria. Studi per Augusto Vasina, a cura di T. Lazzari, L. Mascanzoni, R. Rinaldi, Roma 2004, pp. 399-439; Arte gotica a Imola. Affreschi ritrovati in San Francesco e in San Domenico, a cura di Claudia Pedrini, Imola 2008.