di:
Alma Poloni
?-1362.
1350-1362 .
Imola.
Vedi scheda famiglia Alidosi. Roberto era figlio di Lippo Alidosi (vedi scheda Lippo Alidosi).
Vicario generale in temporalibus perla Santa Sede.
Roberto successe al padre Lippo, e fu riconosciuto attraverso la concessione del vicariato apostolico..
Roberto ottenne il vicariato apostolico da Clemente VI il 23 dicembre del 1350, qualche mese dopo la morte del padre; non sappiamo però quale sia stata la sua posizione prima della concessione, e in che forma egli abbia tenuto le redini del potere nel periodo di passaggio.
Vedi scheda Lippo Alidosi.
Roberto fu il più fedele alleato della Santa Sede in Romagna, e sostenne l’Albornoz non solo combattendo in prima persona, ma anche fornendo materiale bellico e uomini armati e persino prestando al cardinale cospicue somme di denaro. Roberto sposò Melchina, figlia di Malatesta Malatesti signore di Rimini.
Negli anni ’50 Roberto sostenne il cardinale Albornoz nella sua lotta antiviscontea anche prendendo personalmente le armi. Figura infatti più volte a capo delle truppe pontificie, in particolare nella lotta contro Francesco Ordelaffi, alleato in Romagna di Bernabò Visconti. L’Alidosi, insieme a Galeotto Malatesta, comandava il contingente che nel 1357 conquistò Cesena strappandola agli Ordelaffi.
Il fratello di Roberto, Carlo Alidosi, fu vecovo di Imola dal 1342 al 1354. Alla sua morte gli successe Lito, figlio di Roberto, un passaggio di testimone che rese strutturale la sovrapposizione tra potere politico e potere ecclesiastico a Imola, resa possibile anche dal forte sostegno della Santsa Sede, che aveva bisogno degli Alidosi per difendere le proprie posizioni in Romagna.
Nel 1351 Roberto ordinò di distruggere tutte le case, le chiese e i conventi che si trovavano fuori dalle mura, entro due miglia dalla città, per creare un’area di rispetto che proteggesse Imola da un possibile attacco dei Visconti. Questa disposizione ebbe conseguenze di rilievo anche nella configurazione dello spazio religioso. Il convento francescano si trovava fuori dalla mura, e i frati furono costretti a inurbarsi. I Francescani si spostarono dentro le mura nel 1359, e andarono a insediarsi in un terreno limitrofo a quello dove sorgeva il convento domenicano. La stretta vicinanza di Francescani e Domenicani creava una situazione unica nel panorama italiano, che contravveniva anche a una precisa norma canonica, e richiese perciò una speciale dispensa, prontamente concessa dal cardinale Albornoz. L’inusuale convivenza creò conflitti e tensioni, e fu resa possibile soltanto dalla forte volontà politica che guidò l’intera operazione.
Morte.
La documentazione riguardante la signoria degli Alidosi, in gran parte inedita, è conservata principalmente nell’Archivio storico comunale di Imola, depositato pressola Biblioteca comunale della città.
Fonti: Petri Cantinelli chronicon, a cura di F. Torraca, RIS2, XXVIII, 2, Città di Castello 1902; Chartularium Imolense, a cura di S. Gaddoni e G. Zuccherini, I. Archivium S. Cassiani; II. Archivia minora, Imola 1912; Statuti di Imola del secolo XIV. Statuti della città, 1334, a cura di S. Gaddoni, Milano 1931; Chartularium Imolense. Archivium S. Cassiani (1201-1250), 2 voll., a cura di N. Mattini, G. Mozzanti, M. P. Oppizzi, E. Tulli, Roma 1998; Libro Rosso. Il Registrum comunis Ymole del 1239 con addizioni al 1269, edizione critica a cura di T. Lazzari con presentazione di A. Padovani, Imola 2005.
Studi: A. Torre, voce Alidosi Roberto, in DBI, II (1960); A. Vasina, I romagnoli fra autonomie cittadine e accentramento papale nell’età di Dante, Firenze 1965, ad indicem; J. Larner, Signorie di Romagna. La società romagnola e l’origine delle Signorie, Bologna 1972, ad indicem; N. Galassi, Figure e vicende di una città, vol. I, Imola dall’età antica al tardo medioevo, Imola 1984, ad indicem; L. Mascanzoni, Imola nei decenni centrali del XIV secolo: un’anomalia paradigmatica nei rapporti signori-Santa Sede in Romagna, in «Studi romagnoli» 38 (1987), pp. 43-50; T. Lazzari, M. Montanari, Le circoscrizioni urbane a Imola fra XII e XIV secolo: crescita dell’impianto della città e progressiva razionalizzazione della sua amministrazione, in Studi storici Imolesi, «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna», XLVIII (1997), pp. 113-154; T. Lazzari, Il palazzo comunale nel Medioevo, in Imola, il comune, le piazze, a cura di M. Montanari e T. Lazzari, Imola 2003, pp. 45-78; Ead., Esportare la democrazia? Il governo bolognese a Imola (1248-1274) e la creazione del “popolo, in La norma e la memoria. Studi per Augusto Vasina, a cura di T. Lazzari, L. Mascanzoni, R. Rinaldi, Roma 2004, pp. 399-439; Arte gotica a Imola. Affreschi ritrovati in San Francesco e in San Domenico, a cura di Claudia Pedrini, Imola 2008.