di:
Piero Gualtieri
1325- 1382
Vedi scheda famigliare.
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Dominus et protector terre Prati.
Figlia di Carlo di Calabria, alla morte del nonno Roberto d’Angiò, suo tutore, Giovanna ereditò anche la signoria su Prato.
Nel gennaio del 1327 la città si sottomise in perpetuo a Carlo di Calabria con apposita deliberazione dei Consigli. L’atto di sottomissione prevedeva che la signoria si sarebbe trasmesse automaticamente ai successori di Carlo .
La signoria di Giovanna si caratterizzò per un sostanziale disinteresse di questa per gli affari pratesi. Dal punto di vista istituzionale l’acquisizione del dominio sulla città avvenne nel segno della continuità. Abolite le vecchie magistrature forestiere di Podestà e Capitano, e sostituite con un vicario (Conservatore) di nomina angioina l’apparato del Comune era rimasto pressoché intatto, con la consueta articolazione di consigli e uffici. Da questo punto di vista la signoria di Giovanna si caratterizzò per il profilo politico-sociale unitario dei vicari, assimilabile di fatto a quello dei vecchi rettori. Della presa relativamente scarsa del dominio di Giovanna su Prato è prova diretta l’ascesa del lignaggio magnatizio dei Guazzalotti, i quali proprio negli anni di supremazia formale della regina di Napoli consolidarono una forma di dominio familiare sulla città.
Durante la signoria di Giovanna, Prato si mantenne saldamente all’interno dello schieramento guelfo-angioino, la cui guida principale in Toscana era rappresentata da Firenze.
Regina di Napoli.
La signoria di Giovanna, instauratasi in continuità con il dominio del nonno Roberto, poté contare su un ampio sostegno all’interno della società pratese. A tale proposito giovarono senza dubbio la protezione (almeno teorica) che essa frapponeva alla crescente ingerenza fiorentina e al tempo stesso la sua lontananza dalle questioni pratesi, che lasciava margini amplissimi alla classe dirigente locale. La decisione di cedere la città a Firenze provocò del resto forti malumori.
Personalità complessa e di respiro internazionale, Giovanna non ha lasciato tracce significative come signore di Prato nella cronachistica toscana.
Nel febbraio del 1351, al termine di una trattativa condotta principalmente col gran siniscalco del regno di Napoli, il fiorentino Niccolò Acciaioli, Giovanna donò Prato e il suo distretto a Firenze, che le corrispose in cambio un donativo di 17.500 fiorini d’oro.
La documentazione relativa alla signoria di Giovanna, cioè a dire sostanzialmente la documentazione ufficiale prodotta del Comune di Prato, è conservata presso l’Archivio di Stato di Prato. Numerosi riferimenti sono rintracciabili anche nella documentazione fiorentina (conservata presso l’Archivio di Stato di quella città), in particolare nella serie delle Missive del priorato e nel Diplomatico.
Fonti: G. Villani, Nuova Cronica, a cura di G. Porta, Guanda, Parma, 1990-1991; M. Villani – F. Villani, Cronica di Matteo e Filippo Villani: a miglior lezione ridotta con l’aiuto dei testi a penna, Multigrafica, Roma, 1980.
Studi: A. Kiesewetter, Giovanna I d’Angiò, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma; A. Martini, La dedizione di Prato a Roberto d’Angiò, «Archivio storico pratese», XXVII, 1951, pp. 3-44; E. Fiumi, Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall’età comunale ai tempi moderni, Olschki, Firenze, 1968; G. Pampaloni, Prato nella repubblica fiorentina. Secolo XIV-XVI, in Storia di Prato. II, Secolo XIV-XVIII, pp. 3-193, pp. 3-8; S. Raveggi, Protagonisti e antagonisti nel libero Comune, in Prato. Storia di una città, 1** Ascesa e declino del centro medievale (dal Mille al 1494), a cura di G. Cherubini, Le Monnier, Firenze, 1991, pp. 613-722.