di:
Paolo Grillo
?-febbraio 1293
novembre 1276-1280
Como
Gli Avvocati erano una delle più antiche famiglie comasche, milites e membri dell’entourage episcopale già dal XII secolo. Ebbero un ruolo di rilievo nei conflitti politici del Duecento, quali esponenti della parte guelfa.
Nessuno oltre a quello di vescovo.
L’A. fu a capo della sollevazione che nel novembre del 1276 cacciò da Como i vicari dei della Torre e introdusse in città i ghibellini Rusconi e i nobili milanesi capeggiati di Ottone Visconti
L’A. fu uno dei molti vescovi che in situazioni politicamente delicate assunsero un ruolo di primo piano nel governo delle città duecentesche. Senza mutare le magistrature comunali, il vescovo esercitò per tre anni un’egemonia sancita dai poteri straordinari che di anno in anno gli venivano attribuiti. Il primo dicembre 1276 due rettori della città, Enrico Avvocati e Gaspare Fica, dichiararono di governare per il pacifico stato della città “ad laudem venerabilis patris in Christo domini Iohannis Dei gratia Cumarum episcopi” e stabilirono che i futuri podestà avrebbero dovuto attenersi agli statuti e alle provvisioni emanati dal vescovo Giovanni. Nel 1277 si ordinò che il capitano del castello Baradello dovesse essere scelto fra gli amici del vescovo e della parte dei Rusconi e fra coloro che avevano combattuto al loro fianco nella guerra appena conclusa. All’inizio del 1278 fu emanata una nuova norma, che attribuiva al vescovo, “ad laudem Dei et conservazione iustitie”, il potere di modificare gli statuti, emanarne di nuovi e correggere i vecchi, col consiglio di quattro sapienti di parte ruscona. Tale privilegio fu rinnovato il 16 novembre di quell’anno (Monti, Riforme).
Negli anni di Giovanni Avvocati fu saldissima l’alleanza con la Milano di Ottone Visconti, sancita anche da un fitto scambio di podestà.
Dal 1280 non si trovano più attestazioni esplicite del potere del vescovo, contro il quale, considerato alleato troppo stretto di Milano, nel 1281 scoppiò un tumulto guidato dai Rusconi. Il palazzo episcopale fu dato alle fiamme e l’A. si dovette rifugiare a Milano. Rientrò in città soltanto dopo la morte di Loterio Rusconi nel 1291.
S. Monti, Riforme degli statuti comaschi in odio ai Torriani prigionieri nel Baradello, “Periodico storico comense” 13 (1900), pp. 97-118; C. Campiche, Die Comunalverfassung von Como im 12. Und 13. Jahrhundert, Zürich, 1929, pp. 266-268; M. Troccoli-Chini, H. Lienhard, La diocesi di Como (fino al 1884), in Helvetia sacra, I/6, La diocesi di Como, l’arcidiocesi di Gorizia, l’amministrazione apostolica ticinese poi diocesi di Lugano, l’archidiocesi di Milano, a cura di P. Braun, H.-J. Gilomen, Basilea/Francoforte sul Meno, 1989, pp. 138-142.