di:
Jean-Claude Maire Vigueur
Nato nei primi anni del XIV secolo-30 aprile 1354.
14 settembre 1353-14 marzo 1354.
Roma e il suo territorio.
La famiglia Baroncelli, il cui nome è presente nella documentazione romana a partire dal XII secolo, conta numerosi notai e chierici con prebende in varie chiese di Roma. Nel XIV secolo si colloca socialmente appena al di sotto della nobiltà cittadina. Alcuni dei suoi membri sono legati ai Colonna. Francesco occupava il posto di scriba senato, era cioè uno dei due più importanti notai dell’apparato amministrativo comunale. Figura nel 1347 tra i più stretti collaboratori di Cola di Rienzo; fa per esempio parte dell’ambasciata mandata dal Tribuno a Firenze dove pronuncia, il 2 luglio, un importante discorso.
Tribunus secundus et primus Romanorum consul illustris.
Se dobbiamo dare retta a Matteo Villani, le condizioni che presiedettero all’arrivo a potere del Baroncelli non sono diverse da quelle che, un po’ più di due anni prima, avevano portato Giovanni Cerroni al potere: stesse lotte di fazioni all’interno della nobiltà baronale, stessa partecipazione della popolazione a queste lotte, stessa incapacità del governo comunale di porre un freno alle violenze e ai disordini, stessa reazione del popolo che “abandono’ d’ogni parte la gara de’ loro principi [=i baroni] e fece tribuno del popolo lo Schiavo Baroncelli, il quale era scriba senato” (M. VILLANI, Cronica, vol. 1, p. 419)
Portato al potere dal popolo, ossia da una vasta parte della popolazione cittadina, non sembra che il Baroncelli sia stato ufficialmente riconosciuto dal papa che tuttavia si astenne di qualsiasi iniziativa ostile contro di lui.
Secondo Villani, F. Baroncelli si sarebbe ispirato dal sistema fiorentino per governare avallandosi della collaborazione di otto popolani i cui nomi erano estratti ogni due mesi da una borsa. La sua azione ebbe come obiettivo principale di riformare e/o migliore il sistema fiscale e giudiziario e di rescindere i legami tra popolani e baroni. Il Baroncelli abbandonò la sua carica dopo sei mesi, il che vuol dire che gli era stato conferito un mandato semestrale analogo a quello di qualsiasi senatore. Sarebbe quindi del tutto fuorviante, nel suo caso, parlare di Signoria: Francesco Baroncelli appartiene a quella categoria di ufficiali popolari ai quali, per un breve periodo, vengono affidati poteri più ampi del solito in modo da risolvere problemi specifici.
Il Baroncelli abbandona la carica al termine di un normale mandato di sei mesi.
E. DUPRE’ THESEIDER, Roma dal comune di popolo alla signoria pontificia (1252-1377), Roma 1952, pp. 637-640: I. WALTER, BARONCELLI, Francesco, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma 1964, vol. 6, pp. 426-000; M. VILLANI, Cronica, Parma 1995, vol. 1, pp. 419-420 ; A. REHBERG, Familien aus Rom und die Colonna auf dem curialen Pfründenmarkt (1278-1348/78), in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 79/1998, pp. 154-157.