Belforti, Ottaviano


di:
Estremi anagrafici:

Seconda metà XIII sec.-1348 o 1349



Durata cronologica della dominazione:

Volterra: 1340-1348 o 1349 (con una sospensione durante la signoria del Duca d’Atene dal 25 dic. 1342 al 29 lug. 1343)



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famigliare. Ottaviano era figlio di Belforte Belforti.


Titoli formali:

Capitano generale della città e del distretto (1340), e Gonfaloniere di giustizia (1342).


Modalità di accesso al potere:

Ottaviano prese il potere l’8 settembre 1340 con un colpo di mano armato, sostenuto da truppe forestiere. L’intervento mirò principalmente a colpire il vescovo Ranuccio Allegretti e i membri del suo casato, costringendoli all’esilio.


Legittimazioni:

Non risultano legittimazioni dall’alto. Il predominio del Belforti si attuò nel quadro delle vigenti strutture istituzionali del Comune, con poche ma decisive modifiche statutarie.


Caratteristiche del sistema di governo:

Si tratta di una signoria individuale, ma con una forte impronta familiare e dinastica, chiaramente denunciata dal conferimento, nel 1346, della dignità cavalleresca a tutti i membri del casato. Il potere del Belforti si fonda essenzialmente sull’assegnazione al signore e ai suoi congiunti dei principali centri di controllo militare del territorio, quali il cassero cittadino e varie fortificazioni del contado e distretto, tra cui la rocca di Montevoltraio. Il signore si attribuisce in perpetuo la dignità di Capitano generale della città e del contado, che va a sostituire quella di Capitano del Popolo; elegge il podestà; è depositario di una delle tre chiavi della cassa elettorale dei priori; il suo casato ottiene il diritto di far parte con un proprio membro di tutti i collegi di priori, eletti ogni due mesi. Per il resto le istituzioni comunali restano pressoché intatte. Tuttavia, il signore riesce ad imporre la trasmissione ereditaria del potere, chiamando a succedergli i figli Bocchino e Roberto. Peraltro, nel 1348, poco prima di morire, egli è anche in grado di estendere il controllo della sua famiglia anche alla cattedra vescovile di Volterra, che, dopo essere stata a lungo la base di potere del suo grande rivale Ranuccio Allegretti, veniva ora assegnata al suo terzo figlio, Filippo.


Sistemi di alleanza:

La repubblica fiorentina guardò inizialmente con diffidenza all’avvento al potere di Ottaviano, quale possibile modello negativo per altri centri della Toscana. La voce di un suo coinvolgimento nella fallita congiura del 1° novembre 1340, ordita a Firenze dai Bardi e dai Frescobaldi, sembra confermare la distanza, anche ideologica, fra il neosignore di Volterra ed il regime popolare fiorentino. Malgrado ciò, negli anni della sua signoria il Comune di Volterra consolidò la propria adesione all’alleanza guelfa, imperniata sull’asse Firenze-Angioini, in funzione antipisana. Questa scelta di campo si rifletteva localmente nella contrapposizione alla fazione degli Allegretti, in cui si identificava il fronte ghibellino volterrano.

Tuttavia, nella prassi di governo Ottaviano denota una spiccata autonomia nell’intrattenere relazioni politico-diplomatiche con i potentati vicini, un atteggiamento che si traduce, ad esempio, in stretti rapporti economici e finanziari con Pisa o, al contrario, in una intermittente conflittualità con la repubblica senese per questioni confinarie.

La politica matrimoniale fu utilizzata da Ottaviano per affermare, anche al di là delle mura cittadine, la raggiunta preminenza politica e sociale nel contesto delle casate aristocratiche toscane. Le nozze di due figlie femmine, Biagia e Ghinga, con uomini di case magnatizie locali, quali i Picchinesi e i Bonaguidi, sottolineano l’appartenenza dei Belforti all’antica aristocrazia volterrana, mentre i matrimoni di Bocchino e Roberto istituiscono prestigiosi legami con magnati fiorentini del calibro dei Rossi e dei Cavalcanti. L’unione del terzo figlio maschio, Piero, con la figlia di Benuccio Salimbeni crea, infine, un asse strategico con il potente casato senese.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Prima dell’avvento al potere si segnala l’ufficio di podestà di Bologna nel 1337 e 1338. Tra 1340 e 1348 il Belforti ricopre l’inedita carica di Capitano generale della città e del contado e Gonfaloniere di giustizia, che lo pone al vertice del sistema politico e giudiziario del Comune. Durante la parentesi signorile del Duca d’Atene, mantiene un ruolo di primo piano nel governo cittadino in qualità di vicario del signore.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Sotto la sua signoria viene portata a termine la costruzione del cassero presso la Porta a Selci di Volterra, intrapresa durante il regime del Duca d’Atene.


Politica culturale:

Si ricorda la fondazione di una cappella di famiglia nella chiesa cattedrale, intitolata a S. Bartolomeo e istituita con il suo testamento.


Consenso e dissensi:

La conquista del potere giunge al termine di due decenni di aspra contrapposizione fra la fazione belfortesca e quella capeggiata da Ranuccio Allegretti, che fino al 1340 aveva mantenuto un ruolo egemonico su Volterra. La potenziale resistenza della famiglia Allegretti viene repressa con decisione attraverso la cacciata del vescovo e dei suoi congiunti e la demolizione delle loro case in città. Il vescovo non sarà più in grado di rientrare a Volterra. In generale, il dissenso viene tenuto efficacemente sotto controllo.


Giudizi dei contemporanei:

I cronisti descrivono il regime instaurato da Ottaviano come tirannico. Tuttavia, a confronto con la successiva signoria del figlio Bocchino, caratterizzata da un sanguinario dispotismo, traspare un giudizio assai più benevolo.


Fine della dominazione:

La signoria di Ottaviano si conclude con la sua morte naturale, cui segue il pacifico passaggio di consegne ai figli Bocchino e Roberto.


Principali risorse documentarie:

La documentazione è concentrata nell’Archivio comunale di Volterra, dove si conservano gli atti del Comune, in particolare le serie degli statuti, delle deliberazioni e degli atti giudiziari. Anche la Biblioteca comunale Guarnacci di Volterra possiede fonti importanti, tra cui il ms. 8469, che di recente è stato pubblicato integralmente (vedi sotto Bibliografia). L’Archivio Vescovile di Volterra, importantissimo ma ancora non sufficientemente indagato, merita particolare attenzione, specialmente alla luce del nuovo inventario ora disponibile. Cospicue fonti volterrane dell’epoca si trovano all’Archivio di Stato di Firenze, soprattutto nei fondi Diplomatico e Notarile Antecosimiano, ma sono ovviamente ricche di informazioni su Volterra anche le carte prodotte dalla Repubblica fiorentina e conservate nello stesso istituto. Lo stesso discorso vale per la documentazione dei Comuni di Siena e di Pisa, reperibile nei rispettivi Archivi di Stato.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: G. Villani, Nuova cronica, a cura di G. Porta, Parma 1991, III, pp. 229-230, 234, 312, 336; Lettere ed altre carte del secolo XIV spettanti alla famiglia Belforti. Edizione del Manoscritto 8469 della Biblioteca Comunale “Mario Guarnacci” di Volterra, a cura di R. Abbondanza e A. Maiarelli, Volterra 2010.

Studi: L. A. Cecina, Notizie istoriche della città di Volterra, con note, ed. accresciuta da F. Dal Borgo, Pisa 1758 (ed. anast., Bologna 1975), pp. 96-98; G. Leoncini, Illustrazione sulla cattedrale di Volterra, Siena 1869, p. 368; R. Maffei, Storia volterrana, a cura di A. Cinci, Volterra 1887, pp. 445-447, 454-462, 464-473, 475-480; A. F. Giachi, Saggio di ricerche sopra lo stato antico e moderno di Volterra, 2. ed., Firenze-Cecina-Volterra 1887, pp. 106-107; G. Volpe, Volterra. Storia di vescovi signori, di istituti comunali, di rapporti tra Stato e Chiesa, Firenze 1923, pp. 199-201 (ora in Toscana medievale, Firenze 1964, pp. 306-307); M. Cavallini, Il vescovo Rainuccio Allegretti (1320-1348), «Rassegna volterrana», XX, 1952, pp. 39-72; O. Banti, Belforti Ottaviano (Attaviano), in Dizionario biografico degli italiani, VII, Roma 1961, pp. 569-571; L. Pescetti, Storia di Volterra, Volterra 1985, pp. 97-101; A. Marrucci, I personaggi e gli scritti. Dizionario biografico e bibliografico di Volterra, in Dizionario di Volterra, a cura di L. Lagorio, III, Ospedaletto (Pisa) 1997, pp. 896-897.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: