Belforti, Paolo detto “Bocchino”


di:
Estremi anagrafici:

prima metà XIV sec. – 1361



Durata cronologica della dominazione:

Volterra: 1348 – 1361



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famigliare.  Bocchino era figlio di Ottaviano Belforti.


Titoli formali:

Modalità di accesso al potere:

Bocchino assunse i poteri del padre Ottaviano, morto nel 1348. Dai documenti dell’Archivio comunale di Volterra pare che inizialmente tale successione non fosse esclusiva, ma quantomeno condivisa con il fratello Roberto e rappresentanti di altri rami del casato. Ben presto, però, Bocchino ebbe il sopravvento sui suoi consorti relegandoli in posizione subalterna.


Legittimazioni:

Non risultano legittimazioni dall’alto. Anche al tempo di Bocchino il predominio dei Belforti si contenne formalmente entro l’alveo del sistema comunale, sancito dagli statuti, ma già modificato in senso signorile dalle riforme di Ottaviano.


Caratteristiche del sistema di governo:

La balia di cui era investito il padre Ottaviano era stata da questi trasmessa ai rappresentanti di più rami del casato, a sottolineare il carattere consortile e dinastico del regime da lui instaurato. Tuttavia, Bocchino fu presto in grado di concentrare tutto il potere nelle proprie mani istituendo un regime fortemente autocratico e personalistico. Come già al tempo di Ottaviano, la supremazia del casato signorile continuava a fondarsi da un lato sul controllo delle principali fortificazioni in città e nel territorio, dall’altro sulla presenza sistematica di suoi uomini nelle principali magistrature del Comune. La lotta contro il clan vescovile degli Allegretti, che aveva segnato la fase precedente, si era ormai risolta a tutto vantaggio dei Belforti con la morte del vescovo Ranuccio e l’elezione al suo posto di un altro figlio di Ottaviano, Filippo. Il simultaneo possesso della suprema autorità civica ed ecclesiastica a Volterra consegnò ai Belforti una posizione di dominio senza precedenti. Eppure, malgrado queste condizioni ottimali per consolidare il regime, Bocchino non fu capace di mantenere il sostegno politico delle maggiori famiglie volterrane e finì per guastarsi anche i rapporti con i propri consorti. All’interno, il suo governo si rivelò ben presto tirannico e violento, mentre nelle relazioni con i potentati confinanti ebbe atteggiamenti oscillanti e poco rassicuranti. La crisi finale fu prodotta proprio dall’esplodere di tutte queste contraddizioni, essendo scaturita da gravi attriti in seno al casato, estesisi subito dopo ad una parte consistente del ceto dirigente locale fino a provocare l’intervento diretto di Firenze, Pisa e Siena.


Sistemi di alleanza:

Benché Volterra avesse una solida tradizione di città guelfa, la condotta politica e diplomatica di Bocchino suscitò non lievi sospetti di conversione al ghibellinismo. Tale, almeno, è la precisa accusa rivolta ai Belforti da Matteo Villani in occasione dell’atto di sottomissione e della trionfale accoglienza che costoro fecero all’imperatore Carlo IV nel 1355. Un atteggiamento che provocò attriti con Firenze; come pure serie minacce a Volterra erano provenute nel 1349 dall’avere i Belforti dato ospitalità ai capi della fazione pisana dei Raspanti, di fede ghibellina, sfuggiti all’avvento al potere dei guelfi Bergolini. Il legame con l’Impero fu peraltro ravvivato anche dal fratello di Bocchino, il vescovo Filippo Belforti, che nel maggio del 1355 riuscì a farsi riconoscere da  Carlo IV le antiche giurisdizioni episcopali su Volterra e sui castelli della diocesi: un atto puramente formale per le reali prerogative dei vescovi, ma che legittimava indirettamente la dominazione belfortesca.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Capitano di Todi nel 1355, Capitano di Sansepolcro nel 1358.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

L’autoritarismo, a tratti feroce, che caratterizzò la gestione del potere da parte di Bocchino nasceva probabilmente da un insufficiente riconoscimento della sua autorità. Egli non poté godere dello stesso consenso che aveva ottenuto il padre Ottaviano e fu infine travolto da un’opposizione soverchiante. Fu tuttavia in grado di governare Volterra per molti anni, grazie soprattutto al forte sostegno del suo ramo familiare e dei suoi seguaci.


Giudizi dei contemporanei:

Sull’esperienza signorile di Bocchino Belforti grava un giudizio degli osservatori contemporanei decisamente sfavorevole. Pesa soprattutto la condanna del cronista fiorentino Matteo Villani, che lo dipinge come un despota insaziabile di potere, ma indubbiamente fu lo stesso regime volterrano, instaurato dopo la sua caduta, ad alimentare un’immagine negativa del personaggio, destinata a preservarsi anche in epoche successive.


Fine della dominazione:

Nel 1360-61 la spaccatura interna alla famiglia Belforti, causata dalle mire di Bocchino sulla rocca di Montevoltraio, innescò una crisi di maggiori proporzioni in seno al regime, fino a coinvolgere una gran parte del ceto dirigente. Accusato di alto tradimento per aver cercato di vendere Volterra ai Pisani, Bocchino fu arrestato il 4 settembre 1361 e condannato a morte dal capitano fiorentino Migliore Guadagni. Il 10 ottobre fu decapitato sulla pubblica piazza.


Principali risorse documentarie:

Il periodo della signoria di Bocchino è ampiamente documentato in diverse serie dell’Archivio Comunale di Volterra, tra cui gli statuti (si veda in particolare il codice G. 16), le deliberazioni e gli atti giudiziari. Una fonte preziosa è il ms. 5832 della Biblioteca comunale Guarnacci di Volterra: si tratta del registro delle lettere scritte dal vescovo Filippo Belforti dal 1348 in avanti. La stessa biblioteca possiede un’importante filza di lettere e documenti della famiglia Belforti (ms. 8469), che di recente è stata pubblicata integralmente (vedi sotto Bibliografia). L’Archivio Vescovile di Volterra, grazie alla recentissima inventariazione, può aprire a nuove indagini. Da segnalare le due serie notarili, che contengono tra le altre cose un registro di atti civili e criminali di Berignone, tenuto dal cancelliere del vescovo Filippo Belforti (Notarile rossa, 16). Fonti volterrane dell’epoca si trovano anche all’Archivio di Stato di Firenze, soprattutto nei fondi Diplomatico e Notarile Antecosimiano, ma sono ovviamente ricche di informazioni su Volterra anche diverse serie prodotte dalla Repubblica fiorentina e conservate nello stesso istituto. Ciò vale anche per il materiale archivistico dei Comuni di Siena e di Pisa, reperibile nei rispettivi Archivi di Stato.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: I capitoli del Comune di Firenze, I, Firenze 1866, n. 78, p. 268; La morte di Bocchino Belforti. Cronachetta anonima del secolo XVII, Volterra 1883; R. Maffei, Storia volterrana, a cura di A. Cinci, Volterra 1887, pp. 480-485; M. Villani, Cronica con la continuazione di Filippo Villani, a cura di G. Porta, Parma 1995, I, pp. 564-565, 591; II, pp. 537-541; Lettere ed altre carte del secolo XIV spettanti alla famiglia Belforti. Edizione del Manoscritto 8469 della Biblioteca Comunale “Mario Guarnacci” di Volterra, a cura di R. Abbondanza e A. Maiarelli, Volterra 2010.

Studi: L. A. Cecina, Notizie istoriche della città di Volterra, con note, ed. accresciuta da F. Dal Borgo, Pisa 1758 (ed. anast., Bologna 1975), pp. 96-98; G. M. Riccobaldi del Bava, Dissertazione istorico-etrusca sopra l’origine, e primo e posteriore stato della città di Volterra, Firenze 1758 (ed anast., Sala Bolognese 1980), pp. 131-170; A. F. Giachi, Saggio di ricerche sopra lo stato antico e moderno di Volterra, 2. ed., Firenze-Cecina-Volterra 1887, p. 107; G. Volpe, Volterra. Storia di vescovi signori, di istituti comunali, di rapporti tra Stato e Chiesa, Firenze 1923, pp. 200-203 (ora in Toscana medievale, Firenze 1964, pp. 307-310); M. Cavallini, Notizie e spogli d’archivio, «Rassegna volterrana», I, n. 2, 1924, p. 84; M. Bocci, Il ventennio della signoria Belforti (1340-1361), «Rassegna volterrana», XXVII-XXX, 1962, pp. 89-97; O. Banti, Belforti Paolo, detto Bocchino, in Dizionario biografico degli italiani, VII, Roma 1965, pp. 571-572; L. Pescetti, Storia di Volterra, Volterra 1985, pp. 101-105; A. Marrucci, I personaggi e gli scritti. Dizionario biografico e bibliografico di Volterra, in Dizionario di Volterra, a cura di L. Lagorio, III, Ospedaletto (Pisa) 1997, pp. 895-898.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: