Bigazzini, Filippo


di:
Estremi anagrafici:

Seconda metà del XIII-1326.



Durata cronologica della dominazione:

1305-1319.



Espansione territoriale della dominazione:

Comune di Perugia e il suo territorio.

Origine e profilo della famiglia:

F. appartiene alla famiglia dei conti di Coccorano,  una delle poche famiglie signorili di una certa importanza ancora attiva nell’Umbria (o Ducato di Spoleto) del XIII-XIV secolo. E’ titolare di alcuni castelli, come Coccorano, Biscina e Petroio, situati nella valle del Chiasco, in un'area al confine tra i distretti di Perugia e di Gubbio. Grazie ai loro ottimi rapporti con il comune perugino, i conti di Coccorano riescono a mantenere, almeno formalmente, la loro autonomia giurisdizionale e a resistere agli attacchi di Gubbio. Sembra per di più che, all’interno del comune perugino, abbiano abbastanza presto scelto di appoggiare il popolo nelle sue lotte contro la nobiltà. Si tratta per lo meno della tesi sostenuta, non senza buone ragioni, da J. Grundman, The popolo at Perugia…, pp. 69-71, secondo il quale Ugolino Bigazzini, nonno del nostro F., avrebbe ricoperto per due anni di seguito, tra il 1225 e il 1227, la carica di podestà in uno dei momenti più accesi del conflitto tra i due partiti, segnato dalla secessione dei nobili e dalla provvisoria supremazia del popolo. F. è figlio di un Giacomo che nel 1284 aveva proceduto, con un altro ramo della famiglia, ad una divisione dei beni della famiglia che gli aveva assegnato i castelli di Coccorano e di Biscina.


Titoli formali:

Generalis vexillifer artium et populi Perusii.


Modalità di accesso al potere:

Tra marzo e luglio 1305, F. riceve la carica di Gonfaloniere del popolo (Vexillifer populi), di cui è il primo titolare. La carica riprende parte delle prerogative che erano del Difensore di giustizia, una carica  istituita nel 1302 e poi  rapîdamente priva di effettive prerogative. L’istituzione della carica affidata a F. interviene dopo duri scontri tra popolo grasso e popolo minuto che voltano a tutto vantaggio del secondo e portano a due importantissime innovazioni istituzionali: la sostituzione dei consoli delle arti con un nuovo collegio di magistrati popolari, i dieci priori delle arti, dotati di ampissimi poteri, e la creazione della carica di vexillifer populi, affidata per 15 anni a F.


Legittimazioni:

La nomina di F. a gonfaloniere del popolo è fatta dai legittimi organi del comune, sicuramente su richiesta dei rappresentanti del popolo minuto ma con tutti i crismi della legalità.


Caratteristiche del sistema di governo:

Manca una fonte che illumini le prerogative del gonfaloniere. Di sicuro non ha ereditato le funzioni giudiziarie del difensore, in quanto poco tempo prima della sua nomina è stata riattivata la carica di giudice della giustizia per offrire ai membri de popolo minuto una protezione giudiziaria nelle loro cause contro personaggi più cospicui. E’ del tutto probabile che abbia avuto il compito più generale di prendere tutte le iniziative atte a difendere il nuovo regime politico, caratterizzato dalla supremazia del popolo minuto,  di fronte a minacce interne e esterne. E’ legittimo supporre che, a tale titolo, fosse spesso chiamato dai consigli a dare il suo parere su numerose questioni sia di politica interna che esterna e abbia quindi esercitato una forte influenza nella vita politica della città.. La voce del DBI, realizzata da O. Marinelli Marcaci sulla base di un ampio spoglio della documentazione perugina, illumina prevalentemente le iniziative di natura militare e diplomatica prese dal F. per difendere o ampliare le posizioni dello schieramento guelfo in Umbria ma l’A. non manca di ricordare che il gonfaloniere aveva anche il compito di “garantire, insieme con la pace cittadina, la stabilità e la sicurezza del governo popolare". Più che come l’uomo forte del regime popolare perugino per quindici anni di seguito, F. appare piuttosto come un garante di cui solo nei casi più gravi si sollecita un diretto intervento. Un ruolo o una ”postura”  che sembra del resto commisurata alla personalità di F., avulso da ogni ambizione autocratica.


Sistemi di alleanza:

Come il padre e il nonno, F. è uno dei pilastri dello schieramento guelfo in Umbria, esattamente con il comune di Perugia, il che spiega le numerose missioni militari e diplomatiche che gli furono affidate da Perugia.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Podestà di Foligno nel 1306 e nel 1307, dopo essere intervenuto a capo di un contingente militare perugino in aiuto dei guelfi vincitori dei ghibellini.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

 

F. godeva di una grande popolarità presso i ceti popolari di Perugia.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Presenta le sue dimissioni che vennero accolte dai priori il 4 giugno 1319, al termine esatto del suo mandato di 15 anni.


Principali risorse documentarie:

L’archivio comunale di Perugia conserva ricche e numerose serie di registri ancora da spogliare per tutto il periodo del mandato di F.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Voce BIGAZZINI, Filippo, a cura di O. Marinelli Marcaci, in DBI, Roma 19.., pp. 399-40 con numerosi riferimenti archivistici; John P. Grundman, The popolo at Perugia 1139-1309, Perugia 1992, pp. 68-71, 234-237; Sandro TIBERINI, Le signorie rurali nell’Umbria settentrionale. Perugia e Gubbio, secc. XI-XIII, Roma 1999, pp. 128-131; ID, Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell’eubino tra XI e XIII secolo (con un saggio introduttivo), saggio on line sul sito www.dspu.it

 


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: