Boccanegra, Guglielmo


di:
Estremi anagrafici:

?-morto prima del gennaio 1274



Durata cronologica della dominazione:

Genova:  febbraio 1257 - maggio 1262



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:
Titoli formali:

Insediato al vertice del governo con il titolo di Capitano del Popolo, si definì Capitano del Comune e del Popolo in un decreto fiscale del 1259 successivo ad una fallita congiura nobiliare (v. Consenso e dissensi).


Modalità di accesso al potere:

Acclamato dopo una rivolta dei populares manovrata dai nobili ghibellini.


Legittimazioni:

La sua nomina fu legalizzata il giorno successivo al tumulto, nella cattedrale di San Lorenzo e alla presenza del podestà.


Caratteristiche del sistema di governo:

Nonostante il titolo sia stato ripreso da altre esperienze comunali coeve, le funzioni del Capitano genovese erano peculiari perché rappresentava tutte le componenti socio-politiche cittadine, a differenza di quanto accadeva in altre realtà urbane dove invece era l’espressione di una sola di queste. Fu investito del potere supremo e affiancato da un collegio di trentadue Anziani che dovevano aiutarlo a riformare gli statuti. Gli furono assegnati uno stipendio di mille lire l’anno, un palazzo, una familia composta da un giudice, due notai, dodici guardie e cinquanta uomini armati. Fu stabilito che restasse in carica per dieci anni, con la clausola che se fosse morto nel frattempo sarebbe stato sostituito da uno dei fratelli. La carica di podestà rimase in vigore ma, di fatto, relegata a svolgere funzioni giudiziarie. Il podestà in carica al momento della presa di potere del B. rinunciò senza che gli venissero opposte difficoltà e al suo posto ne venne designato un altro dal nuovo Capitano e dagli Anziani.

Riguardo al suo operato, dichiarò di volere al suo fianco i consules ministeriorum et capitudines artium, dimostrando l’intenzione di dare spazio politico agli artigiani e ai piccoli commercianti che lo avevano sostenuto; dimostrò invece una mentalità più vicina ai nobili che al populus privilegiando il ceto mercantile al quale del resto la sua famiglia apparteneva. La sua apertura verso le Arti fu insomma più apparente che reale, poiché di fatto nel Collegio degli Anziani gli artefici erano rappresentati in minoranza.


Sistemi di alleanza:

Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Fra 1257 e 1260 promosse il potenziamento del molo, per il quale furono acquistate case in Carignano destinate ad alimentarne la fabbrica. Nel 1260 diede avvio alla costruzione del palazzo del Comune (successivamente divenuto palazzo del Mare e primo nucleo dell’attuale palazzo San Giorgio), posto significativamente al centro dell’area portuale. Pare, tuttavia, che il B. non si sia spostato dalla sua residenza nel palazzo di Opizzo Fieschi vicino a San Lorenzo.


Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Espressione del ceto popolare, ne cercò il consenso favorendo l’organizzazione corporativa e richiedendo, in alcune occasioni, il parere dei consoli delle Arti prima di siglare trattati di significativa importanza economica.

L’accentramento del potere in seguito al ridimensionamento delle funzioni del podestà, come anche la sua politica fiscale destarono preoccupazioni tra i nobili, che ordirono una congiura (fallita) già all’inizio del 1259.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Fu vittima di un complotto da parte dei nobili suoi nemici, appoggiati dal podestà. Accusato di tirannide, fu mandato in esiliato.


Principali risorse documentarie:

Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Annali genovesi di Caffaro e de’ suoi continuatori, 1890-1929, 5 voll.: IV (1251-1279), a cura di C. Imperiale di Sant’Angelo, Roma, Tip. del Senato, 1926, pp. 25-48; Boldorini, A.M., Guglielmo Boccanegra, Carlo d’Angiò e i conti di Ventimiglia (1257-1262), «Atti della Società ligure di storia patria», LXXVII (1963), pp. 139-200; Grossi Bianchi, L., Poleggi, E., Una città portuale del medioevo. Genova nei secoli X-XVI, Genova, SAGEP, 1979, pp. 104-105; Imperiale di Sant’Angelo, C., Jacopo d’Oria e i suoi Annali, Venezia, Libreria Emiliana, 1930, pp. 77-11; Lopez, R.S., Boccanegra, Guglielmo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 11, 1969, pp. 31-35; Petti Balbi, G., Simon Boccanegra e la Genova del ’300, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1995, pp. 44-47; Polonio, V., Da provincia a signora del mare. Secoli VII-XIII, in Puncuh, D. (a cura di), Storia di Genova. Mediterraneo, Europa, Atlantico, Genova, Società ligure di storia patria, 2003, pp. 111-230: 193-196; Rovere, A., Sedi di governo, sedi di cancelleria e archivi comunali a Genova nei secoli XII-XIII, in Assini, A., Caroli, P. (a cura di), Spazi per la memoria storica. La storia di Genova attraverso le vicende delle sedi e dei documenti dell’Archivio di Stato, Atti del convegno (Genova 2004), Roma, Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione generale per gli archivi, 2009, pp. 409-426: 416-417; Zorzi, A., Le signorie cittadine in Italia (secoli XIII-XV), Milano, Bruno Mondadori, 2010, pp. 38-40.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: