di:
Maria Pia Contessa
?-morto prima del gennaio 1274
Vedi scheda famigliare.
Vedi scheda famigliare.
Insediato al vertice del governo con il titolo di Capitano del Popolo, si definì Capitano del Comune e del Popolo in un decreto fiscale del 1259 successivo ad una fallita congiura nobiliare (v. Consenso e dissensi).
Acclamato dopo una rivolta dei populares manovrata dai nobili ghibellini.
La sua nomina fu legalizzata il giorno successivo al tumulto, nella cattedrale di San Lorenzo e alla presenza del podestà.
Nonostante il titolo sia stato ripreso da altre esperienze comunali coeve, le funzioni del Capitano genovese erano peculiari perché rappresentava tutte le componenti socio-politiche cittadine, a differenza di quanto accadeva in altre realtà urbane dove invece era l’espressione di una sola di queste. Fu investito del potere supremo e affiancato da un collegio di trentadue Anziani che dovevano aiutarlo a riformare gli statuti. Gli furono assegnati uno stipendio di mille lire l’anno, un palazzo, una familia composta da un giudice, due notai, dodici guardie e cinquanta uomini armati. Fu stabilito che restasse in carica per dieci anni, con la clausola che se fosse morto nel frattempo sarebbe stato sostituito da uno dei fratelli. La carica di podestà rimase in vigore ma, di fatto, relegata a svolgere funzioni giudiziarie. Il podestà in carica al momento della presa di potere del B. rinunciò senza che gli venissero opposte difficoltà e al suo posto ne venne designato un altro dal nuovo Capitano e dagli Anziani.
Riguardo al suo operato, dichiarò di volere al suo fianco i consules ministeriorum et capitudines artium, dimostrando l’intenzione di dare spazio politico agli artigiani e ai piccoli commercianti che lo avevano sostenuto; dimostrò invece una mentalità più vicina ai nobili che al populus privilegiando il ceto mercantile al quale del resto la sua famiglia apparteneva. La sua apertura verso le Arti fu insomma più apparente che reale, poiché di fatto nel Collegio degli Anziani gli artefici erano rappresentati in minoranza.
Fra 1257 e 1260 promosse il potenziamento del molo, per il quale furono acquistate case in Carignano destinate ad alimentarne la fabbrica. Nel 1260 diede avvio alla costruzione del palazzo del Comune (successivamente divenuto palazzo del Mare e primo nucleo dell’attuale palazzo San Giorgio), posto significativamente al centro dell’area portuale. Pare, tuttavia, che il B. non si sia spostato dalla sua residenza nel palazzo di Opizzo Fieschi vicino a San Lorenzo.
Espressione del ceto popolare, ne cercò il consenso favorendo l’organizzazione corporativa e richiedendo, in alcune occasioni, il parere dei consoli delle Arti prima di siglare trattati di significativa importanza economica.
L’accentramento del potere in seguito al ridimensionamento delle funzioni del podestà, come anche la sua politica fiscale destarono preoccupazioni tra i nobili, che ordirono una congiura (fallita) già all’inizio del 1259.
Fu vittima di un complotto da parte dei nobili suoi nemici, appoggiati dal podestà. Accusato di tirannide, fu mandato in esiliato.
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