di:
Gian Paolo G. Scharf
1383 maggio-giugno – 1420 gennaio 24
Vedi scheda famigliare.
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Signore a vita, con mero e misto imperio.
Scontento della condivisione della signoria con lo zio Francesco Senese, il C. ordì una congiura che gli riuscì piuttosto facilmente per la fiducia che il congiunto riponeva in lui: irrompendo con alcuni famigli nella camera dello zio, difeso solo dalla moglie, lo trucidò e quindi ne gettò il cadavere dalle finestre del palazzo nella piazza, per scoraggiare le velleità di rivalsa dei cortonesi.
Il 6 dicembre 1400 Francesco Senese con il C. scrissero agli elettori imperiali, che li avevano informati della elezione di Roberto del Palatinato, dicendosi pronti a prestare il giuramento come vicari imperiali. Anche se non è rimasto il documento di conferma imperiale, la stessa esistenza della lettera dimostra che entrambi erano reputati vicari dall’imperatore.
Se in generale il governo del C. mutò piuttosto poco dagli indirizzi seguiti dallo zio, all’interno la signoria di Aloigi fu ben più pesante e mal tollerata dai cortonesi. In particolare si suppose che egli non fosse del tutto sano di mente per alcune prevaricazioni e mosse politiche decisamente poco sensate.
In politica estera il C. non deviò dalla ormai consolidata accomandigia a Firenze, che fu infatti immediatamente rinnovata. Ciò che nocque maggiormente ad Aloigi e causò la caduta della sua signoria fu lo scoppio della guerra fra Ladislao di Durazzo e i fiorentini. Il C. chiese aiuto alla città del giglio per difendersi dall’esercito invasore, che accampava alle porte di Cortona, ma poi, non fidandosi del tutto degli alleati, intavolò trattative con l’angioino, presto interrotte, e quindi fece disarmare la guarnigione fiorentina, non fidandosi neanche di essa.
Rispetto alla precedente signoria di Francesco Senese, il dominio di Aloigi fu assai mal tollerato dai concittadini, e la condotta non lineare del signore di fronte a Ladislao di Durazzo, che danneggiò ulteriormente il contado, esasperò definitivamente gli animi, fino a provocare la sollevazione che pose fine alla signoria.
Come detto il C. commise una serie di errori imperdonabili di fronte alla minaccia angioina e provocò il risentimento della popolazione che aprì le porte di Cortona all’esercito invasore. Aloigi fu catturato e la città si offrì al vincitore.
BCC [Biblioteca Comunale di Cortona], Codice Cortonese, mss. 423 (= Miscell. di documenti autentici e copiati relativi a persone e cose di Cortona), 532 (= A. Sernini, Compendio delle cose di Cortona), 540 (= F. Angellieri Alticozzi, Vite dei Casali); Accademia Etrusca di Cortona, Pergamene.
Fonti: Cronache cortonesi di Boncitolo e d'altri cronisti, a cura di G. Mancini, Cortona, Bimbi, 1896
Studi: G. Mancini, Cortona nel Medio Evo, Firenze, Carnesecchi, 1897, rist. anast. Roma, Multigrafica, 1969, pp. 262-70; F. Cardini, Casali, Aloigi Battista, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 21, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1978, pp. 60-2