di:
Gian Paolo G. Scharf
1376 marzo – 1407 ottobre 11
Vedi scheda famigliare.
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Signore a vita, con mero e misto imperio.
Alla morte del fratello maggiore, Niccolò Giovanni, il C. gli successe sotto la tutela del consigliere del padre, ser Ilario Grifoni, e di sua madre, donna Chiodolina da Varano. Pochi mesi dopo, tuttavia, una congiura di palazzo eliminò violentemente il Grifoni, portando al potere lo zio del C., Uguccio Urbano. Sebbene ciò portasse formalmente a una cosignoria (insieme con il nipote di Francesco Senese, Aloigi Battista), in pratica fino al 1400 il controllo della signoria fu nelle mani di Uguccio, finché questi, convertito dal movimento dei bianchi, non lasciò ai nipoti l’intero governo.
Il 6 dicembre 1400 il C. e il nipote Aloigi scrissero agli elettori imperiali, che li avevano informati della elezione di Roberto del Palatinato, dicendosi pronti a prestare il giuramento come vicari imperiali. Anche se non è rimasto il documento di conferma imperiale, la stessa esistenza della lettera dimostra che il C. e il nipote erano reputati vicari dall’imperatore.
Per il primo periodo, come è naturale, il governo del C., mantenne le caratteristiche del periodo precedente, dato che i tutori rimanevano gli stessi, e la politica filo fiorentina del Grifoni fu peraltro quella che gli procurò maggiori opposizioni, fino alla congiura che portò al potere Uguccio. Dopo la scomparsa dello zio, il C. ne continuò sostanzialmente la politica, pur smorzando alcune delle maggiori asperità ed eliminando i collaboratori di Uguccio più compromessi con la sua politica oppressiva. In tal modo (e anche per la diminuzione delle necessità militari) il suo governo fu molto più ben accetto ai sudditi.
L’orizzonte della Toscana meridionale, quando il C. assunse il potere in prima persona, era ormai ben determinato e non erano più possibili oscillazioni e colpi di testa, come ancora aveva provato a fare Uguccio. Francesco Senese si mantenne fedele all’amicizia con Firenze, con la quale rinnovò l’accomandigia (questa volta per vent’anni), e cercò anche di appianare le divergenze con Perugia, mentre appariva ormai compromesso l’antico sodalizio con Siena. Il C. comunque si dimostrò un fedelissimo alleato dei fiorentini, come mostrano le numerose lettere scambiate fra lui e la signoria.
Durante il suo periodo di signoria autonoma il C. ebbe fra i suoi collaboratori più fidati il vescovo fatto eleggere dallo zio, Bartolomeo da Troia. Non sembra tuttavia che Francesco Senese si sia intromesso ulteriormente nelle nomine ecclesiastiche.
La signoria del C. fu ricordata dai concittadini come un periodo di pace e di tranquillità, certo dovuto anche alle mutate condizioni politiche generali. In ogni caso il consenso alla signoria fu notevolmente alto, anche se qualche scontento ci doveva essere dato che la congiura ordita dal nipote riuscì abbastanza facilmente.
Molti cronisti locali definirono la signoria del C. il miglior periodo della dominazione dei Casali; sicuramente più affidabile è però l’opinione di s. Antonino, che lo definì “migliore e più umano di Uguccio”.
Il nipote e consignore Aloigi Battista giunto all’età di ventiquattro anni stimò arrivato il momento di prendere le redini del comando in prima persona e ordì abbastanza facilmente una congiura che ebbe successo anche per la fiducia che lo zio, poco più grande, riponeva in lui. Ucciso il C. e feritane la moglie, il suo cadavere fu gettato dalle finestre del palazzo in piazza, spegnendo in questo modo le velleità di vendetta del popolo cortonese, ormai avezzo alla signoria.
BCC [Biblioteca Comunale di Cortona], Codice Cortonese, mss. 415 (= Imbreviaturae autographae s. Rainaldi Toti nempe filii Christophori notarii Cortonensis, I), 423 (= Miscell. di documenti autentici e copiati relativi a persone e cose di Cortona), 532 (= A. Sernini, Compendio delle cose di Cortona), 540 (= F. Angellieri Alticozzi, Vite dei Casali); Accademia Etrusca di Cortona, Pergamene.
Fonti: Cronache cortonesi di Boncitolo e d'altri cronisti, a cura di G. Mancini, Cortona, Bimbi, 1896.
Studi: G. Mancini, Cortona nel Medio Evo, Firenze, Carnesecchi, 1897, rist. anast. Roma, Multigrafica, 1969, pp. 227-30, 257-62; F. Cardini, Casali, Francesco Senese, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 21, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1978, pp. 81-3.