di:
Giampaolo Francesconi
(?) – 19 maggio 1355
16 marzo 1329 – 15 aprile 1329
La dominazione politica di F., come quella del cugino Arrigo, mantenne i caratteri di quella castrucciana, seppur per il brevissimo arco di tempo in cui detenne il potere. F., figlio di Gualtiero di Lutterio, era, infatti, cugino di Castruccio e sul quel legame di parentela, in modo non troppo dissimile da Arrigo, intese costruire un’eredità politica che fu di brevissima durata e che fu altresì capace di alimentare una costante, quanto fallimentare ricerca del potere perduto. F. acquisì rilievo nella vita politica lucchese subito dopo la scomparsa di Castruccio(1328): solo da quel momento si hanno notizie della sua azione politica e delle sue vicende biografiche. Per quanto avesse già svolto incarichi amministrativi per conto del Castracani: prima in qualità di testimone alla sottomissione di Levanto (15 settembre 1320) e quindi come podestà di Buggiano (secondo semestre del 1327). Dopo la scomparsa di Castruccio fu il maggiore antagonista, interno alla famiglia, dei figli del grande condottiero. Il 16 marzo 1329 ottenne dall’imperatore Ludovico il Bavaro, subito dopo la deposizione di Arrigo, la signoria di Lucca per la somma di 22.000 fiorini. Un’esperienza di potere che durò, tuttavia, non più di un mese: il 15 aprile successivo, infatti, Marco Visconti, alla testa delle truppe mercenarie di stanza al Cerruglio, occupò Lucca e costrinse F. a riparare in Garfagnana. Durante la fragile signoria lucchese di Gherardino Spinola (dal 2 settembre 1329) i Castracani misero da parte le loro rivalità e ricostruirono un sodalizio per far fronte ad un signore esterno percepito come un invasore. La fedeltà a Giovanni di Lussemburgo e la presa di distanza dall’azione di rivolta compiuta da Arrigo nel settembre del 1333 gli fruttarono la vicaria di Coreglia e il castello di Ghivizzano. Ordì con Spinetta Malaspina una congiura per rovesciare i Rossi, durante la loro signoria lucchese. Successivamente si mise al servizio degli Scaligeri, finché nel febbraio 1341, d’accordo con i pisani, non tentò una congiura per rovesciare l’assetto politico della sua città: il tentativo fallì e contro F. fu ordinata una spedizione che ne danneggiò i domini di Coreglia. Si aprì una fase di avvicinamento alla politica viscontea, furono ristabiliti i rapporti con i figli di Castruccio, riprese possesso di una parte delle sue terre e nella battaglia del Serchio contribuì alla vittoria dei pisani (2 ottobre 1341). Con l’occupazione pisana di Lucca a F. furono concessi privilegi, indennità e il diritto sulle gabelle per le terre della sua giurisdizione, oltre alla riscossione di un beneficio sulle gabelle di Bagno di Corsena (24 marzo 1343). Iniziò allora a fregiarsi del titolo di conte di Coreglia, la cui legittimazione formale sarebbe arrivata solo nel 1355. Dopo la pace di Pietrasanta (17 maggio 1345) F. fu a fianco dei Visconti contro i Gonzaga e ne favorì la penetrazione in Toscana. La discesa dell’imperatore Carlo IV fu vista come una ghiotta possibilità per ingrandire i suoi domini e per rafforzare la sua autorità politica: prestò servizio nelle truppe imperiali e ottenne il riconoscimento per sé e i suoi discendenti del titolo di comes sacri Palatii, insieme alla definitiva erezione di Coreglia a contea. L’ultimo tentativo di F. di realizzare le sue aspirazioni politiche avvenne durante le trattative dei lucchesi con Carlo IV per liberarsi dal dominio pisano: ricreò l’asse con Arrigo, che gli fu fatale perché nel viaggio da Pisa a Lucca, F. fu assassinato, il 19 maggio 1355 nel palazzo ducale di Massa Pisana, proprio per mano dei figli di Castruccio.
Vedi scheda famigliare.
Podestà di Buggiano (1327); capitano della provincia di Valdinievole (1328); conte di Coreglia (dal 1343 e dall’8 maggio 1355); comes sacri Palatii (1355).
Acquisto della signoria su Lucca per 22.000 fiorini.
Ricevette dall’imperatore Carlo IV il titolo di comes sacri Palatii e di conte di Coreglia (1355).
La parabola politica di F. fu tutta segnata dai tentativi di recuperare il potere su Lucca, detenuto per un solo mese, e mai più riacquisito. In questa ottica costruì nel tempo tutta una serie di legami che potessero consentirgli di riacquisire quegli spazi che rapidamente aveva perduti: fu così, a più riprese, vicino a Giovanni di Lussemburgo, a Spinetta Malaspina, ai pisani e quindi all’imperatore Carlo IV e ai Visconti.
La dominazione di F. durò un mese dal 16 marzo al 15 aprile 1329, quando fu sconfitto dalle truppe di Marco Visconti e il potere su Lucca tornò momentaneamente ad Arrigo, prima che gli imperiali cedessero la città a Gherardino Spinola il 2 settembre 1329.
Per una prima informazione si rimanda alle schede su Castruccio Castracani e la famiglia Castracani.
Studi: G. Arrighi, Francesco Castracani vicario in Coreglia, in Coreglia – Premi di Poesia “Augusto Mancini”, s.l., 1958, pp. 9-11; F. Luzzati Laganà, Castracani degli Antelminelli Arrigo, in Dizionario Biografico degli Italiani, XXII, 1979, pp. 196-200; Ch. Meek, The Commune of Lucca under Pisan Rule 1342-1369, Cambridge Mass., 1980; Castruccio Castracani e il suo tempo, Atti del Convegno internazionale (Lucca, 5-10 ottobre 1981), in «Actum Luce», XIII-XIV, nn. 1-2, 1984-85; L. Green, Castruccio Castracani. A study on the origins and charcater of a fourteenth-century Italia despostism, Oxford, Clarendon Press, 1986; Idem, Lucca under many masters: a fourteenth-century italian commune in crisis (1328-1342), Firenze, Olschki, 1995; F. Ragone, Gambacorta Andrea, in Dizionario Biografico degli Italiani, 52, 1999, pp. 1-3; M. Bratchel, Medieval Lucca and the Evolution of the Renaissance State, Oxford University Press, 2008.