di:
Giovanni Ciccaglioni
incerta-1348
1341-1347
Tinuccio apparteneva a una famiglia originaria della Maremma pisana, i visdomini di Rocca a Palmento nei pressi di Campiglia Marittima. Gli avi di Tinuccio emigrarono a Pisa intorno alla metà del XIII secolo, senza tuttavia mai recidere i legami con i possedimenti di origine
Capitaneus generalis masnade et custodie pisane civitatis et comitatus, 28 agosto 1341-1347; Sindicum procuratorem et nuntium specialem […] pro comune ad faciendum contrahendum et firmandum […] ligam, societatem et confederationem quamcumque, 31 agosto 1341-?
Il successo politico di Tinuccio si spiega alla luce dei rapporti con i membri della famiglia Della Gherardesca, Ranieri, Bonifazio e Ranieri Novello. In qualità di compagno d’armi del primo, di tutore - fintanto che entrambi furono minorenni - e consigliere degli ultimi due, egli rimase ai vertici della vita politica pisana per venticinque anni circa, dal 1320 al 1325 e dal 1327 al 1347. Tinuccio si mantenne sempre un passo indietro rispetto a Ranieri e a Bonifazio – del quale fu anche esecutore testamentario -; invece, a partire dal 1341 e fino al 1347, in ragione della minore età di Ranieri Novello, fu l’effettivo capitaneus generalis della città.
Le uniche, sebbene fondamentali, legittimazioni per il ruolo politico che svolse in città, arrivarono a Tinuccio dal Comune. Invece il suo nome non figurò mai nella trattativa che le autorità locali avviarono, nel 1344, per ottenere dalla curia avignonese la protezione papale e il conferimento di un vicariato apostolico vacante imperio per gli Anziani del «popolo» o, in alternativa, per Ranieri Novello di Donoratico, titolare effettivo del titolo di capitaneus generalis.
Tra il 1341 e il 1347 il sistema politico del Comune pisano era lo stesso del periodo di dominio di Bonifazio Della Gherardesca. Mentre Ranieri Novello, come già il padre, fu investito della facoltà di nominare numerosi ufficiali, cittadini e forestieri, Tinuccio ottenne ampi margini di azione in politica estera, in particolare per stipulare trattati e alleanze a nome della città. Tali facoltà gli erano state ufficialmente accordate nell’agosto del 1341, quando era stato insignito del titolo di sindicus et procurator et nuntius specialis del Comune.
Dal 5 ottobre 1342 egli fu eletto protettore, governatore e difensore di Lucca.
Nel 1343 il comune di Pisa ottenne da papa Clemente VI la bolla con la quale si istituiva lo studium generale.
Cfr. voce Gherardesca, Ranieri Novello della.
Archivio di Stato di Lucca, Fondo Anziani Avanti la Libertà, 18; Archivio di Stato di Pisa, Comune, Divisione A, 29, 31, 54-55, 74, 107-112, 197.
Fonti: N. Cianelli, Memorie e documenti per servire all’istoria del principato Lucchese, 1, Lucca 1813; Statuti inediti della città di Pisa dal XII al XIV secolo, a c. di F. Bonaini, 3 voll., Firenze 1854.-1870; Ranieri Sardo, Cronaca di Pisa, a c. di O. Banti, Roma 1963; I Brevi del Comune e del Popolo di Pisa dell’anno 1287, a c. di A. Ghignoli, Roma 1998 (Fonti per la storia dell’Italia medievale, Antiquitates, 11); Cronica di Pisa. Dal ms. Roncioni 338 dell’Archivio di Stato di Pisa. Edizione e commento, a cura di C. Iannella, Roma 2005 (Fonti per la storia dell’Italia medievale, Antiquitates, 22).
Studi: G. Rossi Sabatini, Pisa al tempo dei Donoratico (1316-1347). Studio sulla crisi costituzionale del Comune, Firenze 1938; C. E. Meek, The Commune of Lucca under Pisan rule, 1342-1369, Cambridge Mass. 1980; M. L. Ceccarelli, Della Rocca, Tinuccio, in Dizionario Biografico degli italiani, vol. XXXVII; Ead., Nobiltà territoriale e Comune: i conti della Gherardesca e la città di Pisa (secoli XI-XIII), in, Medioevo pisano. Chiesa, famiglie, territorio, Pisa 2005, pp. 163-258, (già in Progetti e dinamiche nella società comunale italiana, a. c. di R. Bordone, G. Sergi, Napoli 1995, pp. 31-100; M. Tangheroni, Politica, commercio e agricoltura a Pisa nel Trecento, Pisa 2002, (1ª ed. 1973); A. Poloni, Trasformazioni della società e mutamenti delle forme politiche in un Comune italiano: il Popolo a Pisa (1220-1330), Pisa 2004; G. Ciccaglioni, Conservator boni et pacifici status. Alcune osservazioni sugli equilibri politico istituzionali a Pisa nel Trecento, in C. Iannella (ed.). Per Marco Tangheroni. Studi su Pisa e sul Mediterraneo medievale offerti dai suoi ultimi allievi. Pisa 2005.