di:
Paolo Grillo
Inizi sec. XIII- 21 gennaio 1277
1262-1277
Novara, Alessandria, Brescia
Vedi scheda di famiglia
Nel 1262 fu eletto podestà di Novara e poi riconfermato in carica. Dopo la morte di Filippo, il fratello Napoleone della Torre assunse il governo di Milano e di molte città circostanti, lasciando al fratello il controllo di centri più periferici. Nel 1269 Brescia si ribellò al Pelavicino e chiamò Francesco per rettore. Nello stesso anno egli fu nominato podestà di Alessandria.
Francesco fu eletto podestà delle città da lui governate e venne poi riconfermato periodicamente o a tempo indeterminato
Ci sono poche notizie sul governo di Francesco, che però pare essersi distinto per la durezza dell’approccio e la volontà di costruirsi un dominio personale e indiscusso. A Novara egli sciolse quasi tutte le societates tranne quella guelfa, quella dei militi e quella dei paratici per assicurarsi il controllo della popolazione. Non a caso, in tutte le città da lui governate vi furono sommosse e ribellioni, tanto che fu cacciato dalla guida di Brescia e di Alessandria dagli stessi guelfi, teoricamente suoi fautori, che preferirono darsi agli Angiò.
Francesco era stato podestà di Novara nel 1243.
Per assicurarsi il controllo di Novara egli vi fece edificare nel 1272 un castello urbano, uno dei primi esempi di questo tipo in Lombardia.
A Milano F. introdusse forme e comportamenti nuovi, di matrice cavalleresca, facendo organizzare tornei e ludi equestri, nell’ambito di una politica volta a fondare il dominio familiare su valori di matrice aristocratica e transalpina.
Il carattere violento e autoritario di F. non lo aiutò a guadagnare consenso nei centri da lui governati che, tutti, gli si ribellarono. A Brescia e a Alessandria dovette affrontare l’opposizione della stessa fazione guelfa che lo appoggiava inizialmente e che si rivolse poi a Carlo d’Angiò. A Novara i suoi nemici furono invece i ghibellini capeggiati dai Tornielli.
Insurrezioni popolari cacciarono Francesco da Brescia sullo scorcio del 1269 e da Alessandria nel 1270. Anche a Novara Francesco dovette affrontare la rivolta dei ghibellini Tornielli nel 1272, ma riuscì a mantenere il controllo di parte del contado e riuscì a rimettere piede in città nel 1274, rimanendovi forse fino agli inizi del 1275, quando i suoi avversari appoggiati da Guglielmo VII di Monferrato presero definitivamente il sopravvento. Cacciato dalle città controllate, con la parziale eccezione di Novara, collaborò con il fratello Napoleone nel dominio su Milano fino alla morte, avvenuta durante la battaglia di Desio, il 27 gennaio 1277.
Galvanei Flamme Manipulus florum sive historia Mediolanensium, a cura di L.A. Muratori, RIS, XI, Mediolani 1727, coll. 686-687; B. Corio, Storia di Milano, a cura di A. Morisi Guerra, I, Torino 1977, Gli Atti del Comune di Milano nel secolo XIII, II, (1251-1276), a cura di M.F. Baroni, R. Perelli Cippo, Alessandria 1984. Anche per la bibliografia precedente: G. L. Fantoni, Della Torre Filippo, in DBI, 37, Roma 1989, pp. 530-532; indispensabile è ancora G. Gallavresi, La riscossa dei Guelfi in Lombardia dopo il 1260 e la politica di Filippo della Torre, in “Archivio storico lombardo”, XXXIII (1906), pp. 5.67, 391-453. P. Grillo, Milano in età comunale, 1183-1276. Istituzioni, società, economia, Spoleto 2001, pp. 498-509 e 669-671; Id., Un’egemonia sovracittadina: la famiglia della Torre e le città lombarde (1259-1277), in “Rivista storica italiana”, CXX (2008), pp. 694-730.