di:
Jean-Claude Maire Vigueur
Nato nel secondo quarto del XIV secolo, morto il 14 febbraio 1389.
Settembre 1372- dicembre 1375.
Perugia e il suo territorio.
Géraud Dupuy, dal 1363 abate di Marmoutier (Monmaggiore) vicino a Tours, è nominato esattore generale delle terre della Chiesa romana in Italia il 22 luglio 1371 poi, dopo la morte del cardinale Philippe Cabassole, uno dei due vicari generali in temporalibus negli Stati della Chiesa, è chiamato a succedergli l’8 settembre 1372 ma senza ricevere il titolo di vicario generale, che gli verrà conferito solamente il 4 giugno 1374
Facendo funzione di vicario generale del papa nelle tre province meridionali degli Stati della Chiesa, il Dupuy stabilisce la sua residenza a Perugia, città che aveva dovuto riconoscere la piena sovranità del papato con il trattato di Bologna del 20 novembre 1370. Il comune si trova così sottoposto ad una stretta tutela da parte del Dupy.
Dupuy è il legittimo rappresentante del papa nelle tre province meridionali degli Stati della Chiesa e, avendo riconosciuto il pieno dominium del papato sulla loro città con il tratto di Bologna, i perugini non possono fare a meno di riconoscere la sua autorità.
Formalmente il vicario pontificio non cambia niente alle istituzioni comunali. Nei fatti ha sicuramente esercitato un controllo cosi’ severo di tutti gli organi del comune da guadagnarsi rapidamente fama da tiranno e da meritarsi l’odio dell’intera popolazione. Ma è anche vero che dopo la perdita dei registri delle delibere comunali per tutti gli anni della sua dominazione è impossibile dire se la pessima fama del personaggio è principalmente dovuta all’autoritarismo del suo governo oppure alle esazioni e alla brutalità dei suoi ufficiali.
Al momento del suo arrivo a Perugia, il Dupuy poteva contare sul sostegno di una larga coalizione di forze guelfe che comprendeva la maggior parte delle città dell’Italia centrale. Nell’autunno del 1375, la sua posizione si trovò fortemente indebolita in seguito all’insurrezione di numerose città che diede poi luogo alla guerra degli Otto Santi guidata da Firenze.
Sembra che già prima dell’arrivo del Dupuy esistesse a Perugia sul colle più alto della città, in vicinanza di porta Sole, un embrione o dei resti di fortificazione che il vicario intraprese non solo di ampliare e abbellire, al punto di farne, come dice un cronista contemporaneo perugino “la più bella fortezza che fosse in Italia”, ma anche di aggiungervi un sistema di fortificazioni ausiliarie e di collegarla con un passaggio coperto al palazzo dei Priori. Il sistema ausiliario era costituito da due casseri costruiti l’uno sul colle di S. Antonio l’altro sulla porta di S.. Matteo. Il passaggio coperto era fatto da una successione di corridoi interni alle case e di cavalcavia. Più di 1500 soldati troveranno rifugio nella fortezza di porta Sole al momento della rivolta. Ma non era solo un caserma fortificata. Il Dupuy vi risiedeva in permanenza con tutti i suoi collaboratori, occupando appartamenti abbastanza lussuosi per potervi ospitare il papa nel caso fosse venuto a Perugia. A sovrintendere alla costruzione di tutto il complesso fu chiamato Matteo Gattapone da Gubbio, forse il più grande architetto militare del tempo. Il costo di tutta l’operazione sarebbe stato, secondo un cronista, di 24 000 fiorini tutto il complesso fu interamente distrutto dopo il successo della rivolta contro l’abate.
II vicario pontificio poteva contare in partenza sul sostegno della fazione dei nobili la quale, con l’aiuto di gran parte del popolo minuto esasperato dalle difficoltà di approvvigionamento, aveva cacciato la fazione avversa dei Raspanti, costituita da elementi del popolo grasso, nel maggio del 1371, quindi pochi mesi prima dell’arrivo del Dupuy. Solo che la durezza del suo governo e le esazioni e abusi dei suoi ufficiali gli hanno rapidamente alienato la simpatia dei perugini favorevoli alla Chiesa e gli hanno procurato l’avversione dell’intera popolazione.
Le cronache contemporanee sono unanimi nel stigmatizzare il comportamento tirannico e spesso disonesto del Dupuy e dei suoi ufficiali, particolarmente di quelli francesi: cfr. DUPRE THESEIDER, La rivolta di Perugia nel 1375 contro l’abate di Monmaggiore …, a pp. 90-93
IL 7 dicembre 1375 una rivolta dei perugini costringe il Dupuy e tutti i suoi uomini, compresi 1500 mercenari, a rinchiudersi nella cittadella di porta Sole. La rivolta coinvolge tutti i ceti della popolazione. Vengono istituite nuove magistrature collegiali il cui compito principale è di organizzare l’assedio della fortezza. Piuttosto che tentare l’attacco della fortezza, come vorrebbero i fiorentini, il nuovo governo sceglie la strada della negoziazione con gli assediati. Un accordo è firmato che garantisce al Dupuy e a tutti i suoi uomini di poter uscire senza danno dalla fortezza. Il 1 gennaio del 1376, tutti gli assediati escono l’uno dopo l’altro dalla città passando direttamente dalla cittadella di porta Sole al cassero di S. Antonio, in modo da evitare ogni contatto con la popolazione inferocita contro di loro.
E. DUPRE THESEIDER, La rivolta di Perugia nel 1375 contro l’abate di Monmaggiore e i suoi precedenti politici, in BSU, 35, 1938, pp. 69-166; voce DUPUY Géraud, a cura di B. Guillemain, in DBI, 42, Roma 1993, pp. 72-75.