di:
Valentina Dell'Aprovitola
? – post 1336
1323-1332
Novara
vd. Tornielli, famiglia. Appartenente al ramo dei T. di Vergano
quando nel 1320 Matteo Visconti ordinò un’adunata delle forze delle città ghibelline per contrastare l’avanzata di Filippo di Valois, inviato dal re di Francia – su consiglio di papa Giovanni XXII –in Italia a combattere le potenze filoviscontee, il contingente si radunò alle porte di Novara, in «prato Marzalee». Il comandante ufficiale di questo nucleo di forze ghibelline risultava essere Marco Visconti, ma l’Azario attribuì un ruolo altrettanto importante anche a Robaldone, investito dal Visconti del ruolo di «ductorem et factorem acierum et ordinatorem universi exercitus et carrigi». Nel 1327 Ludovico il Bavaro investì R. e il fratello Calcino del vicariato su Novara e lo nominò conte di Arona. Sono molti i documenti nei quali R. e suo fratello Calcino appaiono come «Magnifici domini […] civitatis Novarie vicari generales, imperiali auctoritate».
tradizionalmente capo della fazione ghibellina cittadina e legato da rapporti di fiducia con la famiglia viscontea, la figura di R. – insieme a quella del fratello Calcino - emerse con chiarezza nel contesto della spedizione di Ludovico il Bavaro, al quale diede il suo appoggio, ottenendo in cambio il vicariato su Novara.
1327: Ludovico il Bavaro nominò conte di Arona R., investendolo contestualmente del vicariato su Novara, insieme al fratello Calcino.
signoria di coppia con il fratello Calcino. Pur essendo riconosciuti come domini, i Tornielli non riuscirono mai del tutto a svincolarsi dai legami con Milano. Mantennero le magistrature comunali e i podestà nominati durante gli anni di governo dei Tornielli furono sempre di provenienza milanese, quando non esponenti stessi della famiglia viscontea.
Alleanza con Ludovico il Bavaro. Tale appoggio si rivelò, a posteriori, fatale per i fratelli Tornielli. La scomunica che colpì l’imperatore Bavaro permise a Giovanni Visconti di consolidare le sue rivendicazioni su Novara adombrando la figura dei Tornielli in qualità di sostenitori di eretiche relazioni con lo scomunicato Ludovico. Robaldone sposò Brusamante Malaspina, figlia di Isnardo e sorella di Tommaso Malaspina: entrambi comparvero in diverse circostanze al fianco dei Marchesi del Monferrato, dei quali si riconoscevano dipendenti.
fu eletto Capitano del Popolo di Milano nel 1322 e, in occasione della nomina di vicario imperiale di Novara conferitagli da Ludovico il Bavaro, nel 1327, fu anche investito della signoria di Arona.
schieratosi con l’Imperatore, ne accettò l’antipapa Niccolò V e il vescovo scismatico da quest’ultimo eletto, il minorita Giacomo di Spannheim. Il papa avignonese non accettò questa situazione e pose l’interdetto sui Tornielli e su Novara. Questa misura, più volte sospesa ma mai revocata, mise in cattiva luce la famiglia novarese, e permise a Giovanni Visconti, riappacificatosi con Avignone, di presentarsi alla città come il difensore della fede ortodossa.
la signoria dei fratelli Tornielli si concluse quando Giovanni Visconti entrò in città come vescovo e ampliò le sue mire non solo di vescovo ma di signore cittadino. Il presule, con un inganno, attirò Calcino Tornielli nel palazzo episcopale e qui lo rinchiuse. R., sentita la notizia, preferì fuggire dalla città. Poche ore dopo, Giovanni Visconti si fece proclamare conte della città e venne riconosciuto dal popolo, radunato nel Broletto, “dominus generalis”.
P. Azario, Liber gestorum in Lombardia, in RIS2, XVI/4, a cura di F. Cognasso; G. Merula, Antiquitatis vicecomitum libri X, Milano 1629; T. Calco, Mediolanensis historiae patriae libri XX, s.l. né d; B. Corio, Istoria di Milano, Milano 1503; C. Bescapè, Novaria seu de ecclesia Novariensi libri duo, Novara 1612; C. Morbio, Storia della città e diocesi di Novara; F. Cognasso, Novara nella sua storia, in Novara e il suo territorio, Novara 1952; Id., L’unificazione della Lombardia sotto Milano, in Storia di Milano, V, La signoria dei Visconti, Milano, 1955; Id., Storia di Novara, Novara 1982.