di:
Gabriele Taddei
Ultimo quinquennio del XIII secolo - 1° maggio 1344.
Vedi scheda famigliare.
Vedi scheda famigliare. N. era figlio di Aldobrandino II di Obizzo II.
Il 15 agosto 1317 il popolo ferrarese costituì Rinaldo II, i suoi fratelli Obizzo e N. di Aldobrandino, i suoi cugini Azzo IX e Bertoldo di Francesco, congiuntamente, Domini civitatis Ferrarie et districtu sine aliqua contradictione.
Agli inizi del 1328, essendo nel frattempo morto Azzo ed ormai marginalizzato Bertoldo, Ludovico il Bavaro, disceso in Italia, concedeva ai tre fratelli Rinaldo, Obizzo e N. la nomina a vicari imperiali in Ferrara.
Nel settembre di quello stesso anno, radicalmente mutata la propria collocazione politica, Rinaldo, Obizzo e N., in cambio del versamento annuo di 10.000 fiorini d’oro, venivano riconosciuti vicari pontifici in Ferrara per dieci anni. Dopo frizioni che nuovamente portarono gli Este su posizioni di antagonismo nei confronti della Santa Sede, la vicaria apostolica venne confermata nella primavera nel 1343.
A Modena, nel 1336, defunto anche Rinaldo, Obizzo e N. vennero riconosciuti Perpetui et generales domini civitatis, districtus, teritorii, totius episcopatus Mutine.
Il 22 luglio 1317 scoppiò a Ferrara una sollevazione antiangioina di cui Rinaldo e Obizzo vennero presto chiamati a prendere la guida. Schiacciata ogni resistenza, il 15 agosto Rinaldo, Obizzo e N., assieme ai loro cugini Azzo e Bertoldo, vennero congiuntamente acclamati dal popolo ferrarese Domini civitatis Ferrarie.
L’ascesa al potere presso Modena avvenne a seguito della guerra mossa a partire dal 1335 contro gli alleati di re Giovanni di Boemia e lo schieramento filopontificio. Nel maggio 1336, dopo un lungo confronto nel quale Manfredi e Guido Pio risultarono sconfitti, le asemblee cittadine riconobbe Obizzo e suo fratello N. signori perpetui della città.
A Ferrara ed a Modena la legittimazione del potere di N. e dei suoi congiunti derivò direttamente dall’investitura signorile ricevuta dai Consigli cittadini. A Ferrara la posizione dei membri della famiglia d’Este fu inoltre ulteriormente corroborata dalla nomina a vicari imperiali prima, da quella a vicari apostolici poi.
Il collegio signorile che si venne strutturando con la nomina a Domini civitatis Ferrarie dei fratelli Rinaldo, Obizzo e N., e dei due cugini di questi Azzo e Bertoldo fu paritetico solo nominalmente. L’effettiva guida della città fu in effetti assunta da Rinaldo il quale, affiancandosi Obizzo, lasciò spazi politici più esigui ad N. ed ancor più marginali agli altri due congiunti (tra i quali peraltro Azzo morì a meno di un anno dall’ascesa al potere). La posizione di N. conservò caratteri di sostanziale subalternità anche dopo la scomparsa di Rinaldo, giacché fu Obizzo ad assumere la leaderschip famigliare. L’operato di N., insomma, non risulta disgiungibile da quello dei suoi due fratelli maggiori alle cui schede si rimanda per ulteriori dettagli.
Nel gennaio 1335 N. sposò Beatrice di Guido Gonzaga. L’unione rinsaldava ulteriormente i legami tra le due casate già legate da comuni interessi antiscaligeri. Anche in relazione alle alleanze intessute la figura di N. non ha alcuna autonomia nei confronti delle scelte di Rinaldo e Obizzo alle cui schede si rimanda.
Nel corso della guerra che a partire dal 1332 contrappose gli Este al legato apostolico Betrando dal Poggetto, N. ebbe l’incarico di sovrintendere alla difesa di alcune contrade del marchesato tra Ferrara ed Argenta. Nel febbraio 1333, a Consandolo, fu fatto prigioniero dai pontifici, tradotto a Bologna e qui detenuto per qualche mese prima di essere rilasciato. Un ruolo di rilievo N. lo ebbe anche nelle operazioni militari che, condotte prima sotto la direzione di Rinaldo, poi, dopo la morte di questo sotto quella di Obizzo, culminarono nella conquista di Modena del maggio 1336.
Si vedano le schede Rinaldo II e Obizzo III.
Si vedano le schede Rinaldo II e Obizzo III.
Si vedano le schede Rinaldo II e Obizzo III.
N. morì il 1° maggio 1344. Gli sopravvisse il fratello Obizzo che, per quanto avesse già acquisito una posizione di indiscusso primato con la scomparsa di Rinaldo, rimase ora il solo dominus civitatis Ferrarie.
Fonti: Chronicon Estense cum additamentis usque ad a. 1468, a cura di G. Bertoni - E. P. Vicini, ibid., XV, 3, p. 88, 101, 102, 105-8, 118, 120; Iohannis de Bazano, Chronicon Mutinense, a cura di T. Casini, ibid., XV, 4, p. 78, 108, 113n, 115, 116-125; Iohannis Ferrariensis, Ex annalium libris illustris familiae marchionum Estensium excerpta, a cura di L. Simeoni, ibid., XX, 2, p. 14; Corpus chronicorum Bononiensium, a cura di A. Sorbelli, ibid., XVIII, 1, ad Indicem; Bonifacii de Monteranno, Chronicon Mutinense, in L. A. Muratori, Rerum Ital. Script., XI, Mediolani 1727, 126 e ss.
Studi: P. Bertolini, Este, Rinaldo d’, (sub voce) in Diz. biogr. degli Ital., XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993; P. Bertolini, Este, Obizzo d’, (sub voce) in Dizionario biografico degli Italiani, XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993, pp. 411-429; L. Chiappini, La vicenda estense a Ferrara nel Trecento. La vita cittadina, l’ambiente di corte, la cultura, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987, pp. 203, 204, 205, 217; L. Gundersheimer, Ferrara estense. Lo stile del potere, Modena 1988, pp. 26.