di:
Gabriele Taddei
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Vedi scheda famigliare.
Vedi scheda famigliare.
Morto suo padre Obizzo nel marzo 1352, R. assieme a suo fratello maggiore Aldobrandino ed a quello minore Azzo, poté fregiarsi del titolo di Dominus civitatis Modenericonosciutogli dagli stessi organismi comunali.
A Ferrara, dove la qualifica signorile fu attribuita al solo Aldobrandino, R. fu comunque investito assieme ai fratelli Aldobrandino, Niccolò e Azzo, nell’ottobre del 1352, del vicariato apostolico.
Alla morte del padre Obizzo III, avvenuta il 20 marzo 1352, mentre gli organismi comunali di Ferrara acclamavano il solo Aldobrandino Dominus civitatis, quelli di Modena proclamavano congiuntamente signori cittadini i tre fratelli Aldobrandino, R. e Azzo.
Entro una signoria sempre più dinastizzata, la legittimazione dei cosignori Aldobrandino, R. e Azzo derivò, in prima istanza, dall’acclamazione degli stessi organismi comunali della città di Modena. Nondimeno i superiori riconoscimenti della posizione politica dei tre fratelli presentarono forti asimmetrie: il pontefice, infatti, fin dall’ottobre del 1352, riconobbe R. e Azzo, al pari di Aldobrandino, vicari apostolici in Ferrara, città entro la quale i primi due non potevano però fregiarsi del titolo signorile; diversamente, due anni dopo, Carlo IV di Lussemburgo attribuì al solo Aldobrandino, trascurando R. e Azzo, il vicariato imperiale su Modena dove invece , in linea col mandato delle locali assemblee, tutti e tre risultavano investiti della dignità signorile.
Nonostante la posizione di ufficiale pariteticità, almeno entro il contesto modenese, dei tre cosignori, Aldobrandino acquisì subito un netto primato sugli altri due fratelli non solo in virtù della sua primogenitura ma anche –se non soprattutto- in qualità di signore, oltre che di Modena, di Ferrara, fulcro del potere estense e centro del dominato famigliare. Considerando dunque che, entro un’entità territoriale ormai pluricittadina, fu Aldobrandino a dirigere le sorti modenesi, per ulteriori dettagli si rimanda alla sua scheda.
Vedi scheda Aldobrandino (III).
Sembra di poter affermare che l’autorità di R. sulla città di Modena, innanzi al netto primato del fratello maggiore, scemò rapidamente: rilevante constatare, ancora una volta, che nel 1354 Carlo IV di Lussemburgo, sceso in Italia, attribuì il vicariato imperiale sulla città al solo Aldobrandino trascurando R. e Azzo la cui posizione di cosignori non risultò dunque ulteriormente supportata da superiori investiture.
Fonti: Fratris Iohannis Ferrariensis, Ex Annalium libris marchionum Estensium excerpta, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XX, 2, a cura di L. Simeoni, p. 15; Chronicon Estense cum additamentis usque ad annum 1478, ibid., XV, 3, a cura di G. Bertoni - E. P. Vicini, p. 141: 165, 177, 180, 182 e ss.; Iohannis de Bazano, Chronicon Mutinense, a cura di T. Casini, ibid., XV, 4, pp. 151 e ss.; Annales Veteres Mutiniensium in Rer. Ital. Script., XI, Milano 1727, 82 e seg.
Studi: L. Chiappini, La vicenda estense a Ferrara nel Trecento. La vita cittadina, l’ambiente di corte, la cultura, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987, p. 211.