di:
Tomaso Perani
metà XIV secolo - 1403
agosto 1403 - novembre 1403
Lodi
vd. scheda famiglia Fissiraga
In seguito alla presa di potere nell’estate del 1403 assunse il titolo di Dominus Laude.
Nell’autunno del 1402, in seguito alla morte del duca Gian Galeazzo Visconti, Luigi Vistarini si autoproclamò rettore di Lodi per conto di Giovanni Maria. Una sollevazione da parte dei Fissiraga lo depose ma venne repressa dall’esercito di Giacomo dal Verme. I Fissiraga giurarono quindi fedeltà alla duchessa Caterina la quale avendo pressante necessità dell’esercito del dal Verme, ordinò al condottiero di liberare la città. Resosi conto della fragilità del ducato, nell’agosto 1403, Antonio II Fissiraga, capo della fazione guelfa, guidò una rivolta che lo portò a prendere il potere a Lodi.
Non sembra che il potere del Fissiraga abbia avuto una legittimazione formale. L’appoggio popolare però pare siastato determinante nella conferma del potere di Antonio II.
Durante il suo breve governo, il Fissiraga sembrò proporsi come il restauratore delle libertà comunali in opposizione ai Vistarini, ghibellini, sostenitori del governo ducale su Lodi. Nel concreto però l’azione del signore si concentrò sulla repressione della parte avversaria e sulla conservazione del dominio attraverso una spregiudicata politica di alleanze.
La politica di alleanze di Antonio II sembra essere stata particolarmente ambigua. Subito dopo aver preso con la forza la signoria su Lodi, il Fissiraga tentò di riallacciare i rapporti con il duca Giovanni Maria in funzione prevalentemente anti-Vistarini. In questo modo puntava privare i rivali ghibellini del tradizionale appoggio dei signori di Milano e a scongiurare il ritorno delle truppe del dal Verme. Passato il pericolo il rapporto venne immediatamente interrotto.
Il Fissiraga si volse quindi verso la lega anti-viscontea promossa da Bonifacio IX, al quale chiese lo scoglimento dal giuramento di fedeltà al Visconti. Anche questo allineamento con le forze guelfe fu però di breve durata. Nel novembre del 1403 Antonio II mise in atto un brusco cambio di fronte per entrare nell’orbita dei duchi di Milano.
Il Fissiraga, esponente della maggiore famiglia guelfa di Lodi, era vassallo del vescovo della città essendo stato investito di diversi beni nei territori intorno all’Adda.
In occasione della presa di potere su Lodi, il nuovo signore si abbandonò alla violenta repressione della famiglia Vistarini, catturandone e bruciandone diversi esponenti e distruggendo i loro beni in città.
Il riavvicinamento del Fissiraga ai Visconti venne visto dal popolo di Lodi, che aveva sostenuto il ritorno di Antonio proprio in funzione anti-ducale, come un tradimento. Il malcontento, pare, si tradusse in una aperta ribellione che permise a Giovanni Vignati, che godeva dell’appoggio dei Cavalcabò di Cremona e di Firenze, di entrare in città e proclamarsi signore. In questa occasione il Fissiraga venne propabilmente ucciso dal rivale.
B. Corio, Storia di Milano, a c. di A. M. Guerra, Torino 1978, vol. II, pp. 990-1, 993, 1048; N. Valeri, L’eredità di Gangaleazzo Visconti, Torino 1938, p. 61; A. Caretta, L. Samarati, Lodi, profilo di storia comunale, Milano 1958, pp. 159-160; L. Samarati, La crisi del ducato e l’avventura di Giovanni Vignati in Lodi. La storia dalle origini fino al 1945, Lodi 1989, p. 235; A. Peviani, Giovanni Vignati conte di Lodi e signore di Piacenza (1360 c.a. - 1416), Lodi 1986, ad indicem.