di:
Tomaso Perani
1370 - 1425
1406 - 1420
Cremona
Il Fondulo proveniva da una importante famiglia di parte guelfa del borgo di Soncino, dedita all’attività militare. Contrariamente a quanto spesso è stato riportato quindi, il Fondulo non fu un uomo di umili origini.
Il Fondulo ottenne il titolo di signore di Cremona, a cui nel 1413 si aggiunse il vicariato imperiale. Il 1 gennaio 1415 Filippo Maria Visconti concesse al Fondulo il titolo di Conte di Cremona.
Il Fondulo, già capo dell’esercito cremonese dal 1404, nel 1406 fece arrestare Ugolino Cavalcabò dal nipote Carlo, insediato al potere in Cremona. Successivamente, in occasione di un ricevimento nel castello di Maccastorna eliminò anche Carlo e tutto il suo seguito. Tornato rapidamente a Cremona, occupò militarmente la città e si fece proclamare signore.
Il 26 luglio 1406, raccolse la popolazione cremonese nella piazza del comune e si fece proclamare signore di Cremona.
In occasione della calata in italia dell’imperatore Signismondo, il Fondulo vide riconosciuta la sua posizione attraverso il riconoscimento del vicariato imperiale.
Dal punto di vista del quadro istituzionale , il governo del Fondulo non si discostò particolarmente dal precedente assetto visconteo. Venne mantenuto il Consilium domini e Cabrino conservò il potere di emendare gli statuti. In particolare si ricordano provvedimenti per l’istituzione di corporazioni per le arti minori in modo da favorire la popolazione cittadina, su cui si reggeva la signoria, a scapito di quella del contado. Intraprese anche manovre nel campo monetario e prese provvedimenti per favorire la manifattura laniera in città.
Tuttavia, il maggiore impegno del signore si concentrò nello sforzo militare di difesa dell’indipendenza della città e nella conservazione della signoria.
Tradita l’alleanza con i Cavalcabò per ottenre la signoria sulla città, negli anni della sua dominazione il Fondulo intraprese una instancabile azione diplomatica e militare su diversi fronti al fine di garantire la sopravvivenza della sua signoria su Cremona. Contrastato fu il rapporto con il duca Filippo Maria che alternativamente si servì del Fondulo ma operò sempre per abbatterne la signoria. Da parte sua il Fondulo cercò l’appoggio di diversi signori come il Malatesta e l’Arcelli, ma anche di Venezia, dell’imperatore Sigismondo e di papa Martino V, in funzione antiviscontea.
Nel 1412 riuscì a far eleggere vescovo di Cremona il cugino Costanzo Fondulo che gli avrebbe permesso il controllo del patrimonio ecclesiastico e la gestione delle cariche, secondo una prassi abbastanza comune nelle signorie cittadine.
Un grande successo del Fondulo fu quello di ottenere nel 1413 dall’imperatore Sigismondo la concessione di un privilegio per l’istituzione di uno Studium Generale, anche se non sembra che il provvedimento ebbe mai effetto.
Con la morte di Giovanni Maria, il ducato di Milano passò nelle mani di Filippo Maria Visconti, molto più abile e determinato del fratello nel riconquistare i territori che negli anni della reggenza della duchessa si erano resi autonomi. Attraverso una campagna militare durata diversi anni e guidata dal Carmagnola e ad una abile politica diplomatica Filippo Maria riuscì ad isolare il Fondulo che si vide costretto a cedere la signoria su Cremona e le rocche cittadine in cambio di 40.000 fiorini d’oro.
vd. Voce Fondulo, Cabrino su DBI e A. Gamberini, Cremona nel Quattrocento. La vicenda politica e istituzionale, in Storia di Cremona. Il Quattrocento. Cremona nel Ducato di Milano (1395-1535), a c. di G. Chittolini, Cremona 2004, pp. 7-11.