di:
Gian Paolo G. Scharf
? –1435 agosto.
Sansepolcro (già Borgo San Sepolcro), 1432 ? -1435 agosto;
Città di Castello, 1433 gennaio – 1435 agosto.
Vedi scheda famigliare.
Vedi scheda famigliare.
Signore.
Dopo un infruttuoso tentativo di approfittare della vacanza della sede pontificia, attaccando Città di Castello (della quale, come erede morale di Braccio da Montone, si considerava legittimo signore), il F. nel 1431 si ritirò a Montone all’arrivo del conte di Montefeltro, che occupò militarmente la città per il papa. Eugenio IV tuttavia decise di impiegare Niccolò nella repressione della rivolta di Vetralla, nel Patrimonio, e dopo il tempestivo intervento di questi decise di ricompensarlo cedendogli in vicariato Sansepolcro, nominandolo contemporaneamente Capitano Generale della Chiesa. Niccolò, approfittando di due sollevazioni popolari a Città di Castello, che avevano cacciato tanto il conte di Montefeltro quanto i perugini (recentemente intromessisi), occupò la città proclamandosi Governatore Pontificio e signore all’inizio del 1433. Il papa, tuttavia, risentitosi della mossa, sconfesso l’operato del F. e lo scomunicò, anche se la sua richiesta ai tifernati di cacciarlo cadde nel vuoto.
Per Sansepolcro il F. poté contare sull’investitura pontificia, mentre per Città di Castello i titoli accampati si dimostrarono fittizi, ma non per questo meno operanti, almeno finché il Concilio di Basilea non lo nominò suo Capitano Generale.
Come lo zio Braccio, Niccolò fu un signore poco presente e la sua signoria incise relativamente nell’amministrazione comunale dei due centri da lui dominati. Il legame con Città di Castello fu però un po’ più stretto di quello di Braccio e nel 1434, nell’occasione di un rientro di fuoriusciti, emanò alcune disposizioni legislative sulla condotta da tenere da parte dei rientrati.
Il F. ereditò dallo zio la guida del partito braccesco, insieme con Niccolò Piccinino, e condusse dunque la propria politica su posizioni di forza. Guastatosi con il papa, accettò il capitanato generale del Concilio di Basilea.
Come capo di un partito il F. ebbe l’appoggio pressoché incondizionato della sua fazione; sembra tuttavia che la sua potenza militare abbia nei fatti paralizzato l’azione della parte avversa, fino alla sua morte. A Città di Castello, comunque, il sostegno di cui godeva era ampio e incrementato da cerimonie organizzate allo scopo, come il matrimonio con la figlia del conte di Poppi nel 1434.
Spirata la tregua fra sforzeschi e bracceschi i due eserciti cercarono lo scontro decisivo, dapprima in Valtiberina, poi nel Camerte. Nell’agosto del 1435 presso Colfiorito il F. fu ferito mortalmente in battaglia, seguendo anche nella fine le orme dello zio. Città di Castello cacciò immediatamente i bracceschi, accogliendo in settembre il governatore pontificio; Sansepolcro invece, fortemente presidiata dalle truppe di Baldaccio d’Anghiari, rimase sotto il controllo del conte di Poppi, che vantava le ragioni dotali della figlia, vedova di Niccolò.
Archivio di Stato di Firenze, Notarile Antecosimiano, nn. 14044, 19304, 19305, 19306, 7021, 7022.
Fonti: A. Ascani, Due cronache quattrocentesche, Città di Castello, Scuola Grafica dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, 1966, pp. ??; O. Scalvanti, Il vicariato di Nicolò Fortebraccio a Borgo S. Sepolcro, in «Bollettino della Regia Deputazione di Storia Patria per l’Umbria», XII (1906), fasc. II, pp. 299-307; Historia Burgi, in Cronache Quattrocentesche di Sansepolcro, a cura di G.P.G. Scharf, in corso di stampa.
Studi: G. Muzi, Memorie civili, vol. II, in Id., Memorie ecclesiastiche e civili di Città di Castello, raccolte da M.G.M.A.V. di C. di C., con dissertazione preliminare sull'antichità ed antiche denominazioni di detta città, Città di Castello, F. Donati, 1844 (ristampa anastatica Città di Castello, Phromos, 1988), pp. 5-9; L. Coleschi, Storia di Borgo Sansepolcro, Sansepolcro 1886, ristampata in L. Coleschi – F. Polcri, Storia di San Sepolcro, Sansepolcro, C.L.E.A.T., 1966; G.P.G. Scharf, Borgo San Sepolcro a metà del Quattrocento: istituzioni e società (1440 – 1460), Firenze, L.S. Olschki, 2003.