Gabrielli, Gabriele


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Estremi anagrafici:

Nato nel secondo o terzo decennio del XIV sec, morto nel 1383.



Durata cronologica della dominazione:

1377-1383.



Espansione territoriale della dominazione:

Gubbio e l’alta valle del Tevere.

Origine e profilo della famiglia:

Figlio di Necciolo di Nello di Cante (il Cante della condanna di Dante), Gabriele appartiene al ramo guelfo dei Gabrielli di Cantiano.


Titoli formali:

Rettore e governatore di Gubbio all’inizio del 1381 (DBI p. 95).


Modalità di accesso al potere:

La sua condizione di monaco non impedisce Gabriele di avere un ruolo molto attivo nella vita politica eugubina e anche di partecipare a varie operazioni militari; nel 1357 per esempio cerca di impadronirsi di Cagli, il che lo fa entrare in conflitto con l’amministrazione pontificia, in particolare con l’Albornoz.

Prende una serie di iniziative che lasciano chiaramente intendere la sua ambizione di svolgere un ruolo di primissimo piano nella guida del comune, se non addirittura di diventare l’unico padrone della città allora sottoposta all’autorità della Chiesa: vanno interpretate in tal senso l’occupazione di varie rocche nel contado e la riconciliazione operata con i Gabrielli del ramo rivale di Frontone, figli di Giovanni di Cantuccio, signore filoghibellino della città dal 1350 al 1354.

Nel settembre 1375, Gubbio si libera della tutela pontificia e il comune ritrova la sua piena autonomia. Cresce all’interno del comune l’influenza di Gabriele che  controlla di fatto la magistratura consolare”, imponendo tuttavia la moderazione nei confronti delle autorità religiose. Nel 1377, sempre secondo la stessa A.,: “il comune deliberò che a lui e ad altri due Gabrielli, Cante e Gabriele di Giovanni, fossero riconosciute le medesime prerogative attribuite ai commissari popolari allora creati per garantire il “pacifico stato” della città”

Gabriele viene nominato vescovo di Gubbio nell’aprile 1377. La signoria di Gabriele non sarebbe tuttavia anteriore al 1379, data che fonti posteriori alla sua abdicazione indicano come l’inizio della novitas che ha portato alla tirannia del vescovo e di suo fratello (indicazione fornita da A. Luongo, il quale aggiunge che “prima della legittimazione vicariale del 1381, si tratta comunque di una signoria di fatto, altrimenti sarebbe difficile spiegare la breve ma concreta signoria su Gubbio conferita a Carlo di Durazzo alla fine del 1380, il primo nella storia di Gubbio ad essere qualificato come dominus civitatis).

 


Legittimazioni:

Il 30 novembre 1381, Gabriele ottiene il vicariato apostolico da Urbino VI per la città e il contado di Orvieto.


Caratteristiche del sistema di governo:

Gabriele governa con la stretta collaborazione del fratello Francesco, che funge da braccio armato e sostituisce il fratello con il titolo di vicario durante le sue assenze dalla città. A Francesco era in particolare affidato il compito di perseguitare i nemici del regime, contro i quali furono comminate numerose pene capitali.

La principale innovazione istituzionale consistette nella sostituzione del podestà con un bargello alle dirette dipendenze dei due fratelli, dotato delle stesse prerogative ma con spiccata attenzione per quelle repressive, il cui mandato venne continuamente rinnovato fino a risultare, nei fatti, continuativo. Ad esso vennero affidati anche compiti normalmente riservati a funzionari comunali, come l'esazione delle gabelle dei non solventi, altro segno, tra gli altri, di un inasprimento generale della vita comunale.


Sistemi di alleanza:

Pur appartenendo al ramo guelfo dei Gabrielli, Gabriele si è adoperato in favore di una riconciliazione con i cugini del ramo ghibellino. Si comporta in modo piuttosto spregiudicato nei confronti dell’amministrazione pontificia: da una parte occupa rocche e località filo pontificie e contribuisce a “liberare” la sua città dalle autorità nominate dal papato ma d’altra parte, dopo la restaurazione dell’autonomia comunale, dà prova di moderazione nei confronti delle autorità religiose e coltiva buone relazioni con vari settori della curia, grazie alle quali riuscirà ad ottenere da papa Gregorio IX la nomina a vescovo di Gubbio. Porta avanti una politica estera molto dinamica che mira a stabilire rapporti di amicizia o di alleanza con le principali autorità politiche dell’area a cavallo tra Umbria e Marche:

-ottobre 1378: trattato (da verificare) tra Santa Sede e Gubbio che riconosce l’autorità del papato

-1380: trattato con Città di Castello con riammissione in città dei fuoriusciti ghibellini capeggiati da Branca dei Guelfoni

-1380: trattato di alleanza con Galeotto Malatesta signore di Rimini

-settembre 1380: trattato con Carlo d’Angio’ Durazzo

-marzo 1381 : trattato di alleanza con Perugia, rinnovato, con condizioni più favorevoli a Gubbio, il 24 febbraio 1382


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Gabriele è stato monaco del monastero di  Sante Croce a Fonte Avellana. E’ poi diventando priore della ricca badia di S. Andrea all’Isola, superando la candidatura di un cugino del ramo di Frontone. Nell’ aprile 1377, è stato nominato vescovo di Gubbio


Politica urbanistica e monumentale:

Nel 1379 fa procedere al rafforzamento della cinta muraria e del cassero della città.


Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Nel 1380, approfittando dall’assenza di Gabriele che si era recato presso il signore di Rimini Galeotto Malatesta, una parte dei nobili che avevano favorito la sua ascesa tentarono di rovesciarlo, provocando la ribellione di alcune guarnizioni di stanza nei castelli del contado. Rientrato precipitatamente in patria, Gabriele represse duramente la rivolta, con l’aiuto di truppe tedesche al soldo del Malatesta. I fuoriusciti continueranno tuttavia fino alla fine della Signoria di fare incessanti incursioni nel contado e di occupare varie rocche e castelli.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Il 21 maggio 1383, Urbano VI revoca il vicariato, forse su istigazione di Perugia che aveva raggiunto un accordo con i fuoriusciti eugubini. Il 3 giugno il consiglio generale del comune ratifica un accordo in forza del quale il vescovo rinuncia ad ogni carica nella città; a lui e al fratello Francesco viene riconosciuto il possesso del castello di Cantiano e di Serra Sant’Abbondio più un indennizzo di 5000 fiorini


Principali risorse documentarie:

Vedi scheda famiglia Gabrielli.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

GABRIELLI Francesco, in DBI, 51, Roma, 1998, pp. 92-93, a cura di P. Monacchia.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: