Gambacorta, Andrea


di:
Estremi anagrafici:

fine XIII secolo circa-1351(?)



Durata cronologica della dominazione:

PisaLucca: 1348-1351



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famigliare; Andrea era figlio di Gherardo di Vernaccio.


Titoli formali:

Modalità di accesso al potere:

Andrea Gambacorta ascese ai vertici della politica pisana all’indomani della morte del conte Ranieri Novello di Donoratico, avvenuta nel 1347. Questi era stato signore di Pisa dal 1341, forte del sostegno di buona parte della cittadinanza. Negli ultimi anni di dominio di  Ranieri, tuttavia, si era aperta una frattura tra le principali famiglie del gruppo dirigente che lo appoggiavano. Subito dopo la scomparsa del conte, le famiglie eminenti pisane si divisero tra la pars dei Raspanti e quella dei Bergolini. Il primo termine, dispregiativo, indicava la voracità con la quale i membri di quella fazione avevano gestito le risorse pubbliche negli ultimi anni di vita di  Ranieri. Bergolini si erano invece definiti i loro avversari, che, con quel nome, intendevano riallacciarsi alla figura del giovane conte, soprannominato, appunto, Bergo. Andrea apparteneva a questo secondo raggruppamento, che annoverava, tra gli altri, esponenti delle famiglie aristocratiche dei Lanfranchi, Gualandi, Sismondi, da Montescudaio nonché quelli di importanti famiglie di «popolo», Agliata, Bonconti per prime. Tra i Raspanti, invece, guidati da Tinuccio Della Rocca, figuravano membri delle famiglie Benetti, Scacceri, Scarso, Pandolfini, tutte popolari, e alcuni esponenti della domus dei Casalei.

Dal giugno 1347 al dicembre di quello stesso anno, Raspanti e Bergolini si affrontarono all’interno dei consigli civici prima, per le strade cittadine poi. Secondo gli osservatori del tempo, Andrea fu la figura di riferimento della pars bergolinorum sia durante gli scontri, sia quando, all’inizio del 1348 i Raspanti furono sconfitti e costretti ad allontanarsi dalla città.

In passato Andrea aveva più volte ricoperto la carica di Anziano del «popolo», ed era stato cooptato molte volte nelle commissioni dei Savi.

Per l’ascesa della famiglia ai vertici della vita politica pisana cfr. scheda famiglia Gambacorta.


Legittimazioni:

Caratteristiche del sistema di governo:

Nel 1348, oramai da decenni si erano succedute in città, pur con alcune soluzioni di continuità, numerose dominazioni signorili. Nonostante ciò, o per meglio dire grazie a questo, Pisa rimaneva a tutti gli effetti un comune di «popolo». Il fulcro del potere e il vertice istituzionale del Comune era ancora rappresentato dai dodici Anziani del popolo (cfr. scheda Della Gheradesca, Gherardo), coadiuvati da commissioni di sapientes. Gli antichi magistrati monocratici, podestà e capitano del «popolo» e i consigli civici - il consiglio maggiore e generale del Comune, il consiglio del senato e della credenza, il consiglio del «popolo» - avevano visto fortemente ridimensionati i propri poteri a vantaggio del conservatori boni et pacifici status, istituito nel 1322 (cfr. scheda Della Gherardesca, Ranieri) i primi, degli Anziani e dei sapientes i secondi.

Le principali trasformazioni che subì il sistema politico locale tra il 1348 e il 1350 furono:

l’elezione degli Anziani per apodixas integras, ovvero scrivendo i nomi di un intero collegio bimestrale di Anziani in una unica polizza, invece che il nome di ciascun Anziano in polizze separate. Tale meccanismo, che rimase in vigore fino al 1355, consentiva la creazione di Anzianati fedeli alle linee della pars al potere;

la riforma dell’assegnazione di alcuni uffici nel contado, in modo da favorire i nobili più vicini al regime al governo, quelli che si riconoscevano nella parte dei Bergolini;

l’istituzione di una Masse delle prestanze, primo tentativo di consolidamento del debito pubblico (cfr. scheda Gambacorta, Francesco).

Andrea e i suoi familiari, il nipote Francesco per primo, parteciparono alla vita politica pisana, indirizzando e guidando i propri concittadini, grazie a una assidua presenza nelle commissioni dei sapientes.


Sistemi di alleanza:

Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Andrea Gambacorta, come tutti gli altri esponenti della sua famiglia, prima e dopo di lui, fu particolarmente legato alla chiesa di S. Francesco, presso la quale si fece anche tumulare. I Gambacorta detenevano il patronato della chiesa di S. Andrea di Forcoli, nel contado di Pisa.


Politica urbanistica e monumentale:

Molto probabilmente si deve alla volontà di Andrea, l’arrivo di Taddeo Gaddi a Pisa nel 1341, chiamato per decorare il coro della chiesa di S. Francesco, presso il quale si trovavano le sepolture della famiglia.


Politica culturale:

Consenso e dissensi:

In quest’ambito, l’aspetto più eclatante e significativo è il consenso e l’appoggio che Andrea Gambacorta ottenne da parte delle più importanti famiglie dell’aristocrazia pisana, di origine urbana e territoriale, Gualandi, Lanfranchi, Sismondi e Montescudaio. Il sodalizio tra una delle più importanti famiglie di «popolo» e gli esponenti delle principali casate nobili pisane non venne meno neanche nei decenni successivi, e caratterizzò tutta la storia pisana della seconda metà del Trecento. È importante sottolineare questa novità nel panorama politico pisano. Per la prima volta, infatti, a Pisa si profilò la possibilità che si instaurassero legami politici tra l’élite popolare e i vertici della nobiltà cittadina. Era questo uno dei presupposti necessari, insieme alle alleanze matrimoniali e a una condizione economica il più omogenea possibile, per la formazione di un gruppo eminente cittadino, un vero e proprio patriziato, del quale fino a quel momento non vi era alcuna traccia in città.


Giudizi dei contemporanei:

La Cronica di Pisa, p. 138, afferma chiaramente che Andrea «era il maggiore e capo» della parte dei Bergolin.i La stessa cronaca, p. 147, testimonia un progressivo slittamento nella definizione dei contorni politici della parte, poiché già alla fine del 1348, si parla dei «Ganbacorta cholla sua parte, li quali ebeno lo stato».


Fine della dominazione:

Morte.


Principali risorse documentarie:

Archivio di Stato di Pisa, Comune, Divisione A, nn. 33, 34, 56, 74, 113-118, 197; Ibidem, Dipl. Spedali, 1320 dicembre 5; Ibidem, Dipl. S. Marta, 1327 maggio 20; Ibidem, Dipl. Cappelli, 1327 aprile 19, 1346 gennaio 27; Ibidem Dipl. Carmine, 1329 luglio 11; Ibidem Dipl. Nicosia 1330 Dicembre 7, 1335 luglio 14; Ibidem, Miscellanea Manoscritti, 84.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: Statuti inediti della città di Pisa dal XII al XIV secolo, a c. di F. Bonaini, 3 voll. , Firenze 1854.-1870; Cronica di Pisa. Dal ms. Roncioni 338 dell’Archivio di Stato di Pisa. Edizione e commento, a cura di C. Iannella, Roma 2005 (Fonti per la storia dell’Italia medievale, Antiquitates, 22).

Studi; F. Ragone, Gambacorta Andrea, in Dizionario Biografico degli italiani, vol. LII; M. Tangheroni, Politica, commercio e agricoltura a Pisa nel Trecento, Pisa 2002, (1ª ed. 1973); A. Poloni, Trasformazioni della società e mutamenti delle forme politiche in un Comune italiano: il Popolo a Pisa (1220-1330), Pisa 2004; G. Ciccaglioni, Conservator boni et pacifici status. Alcune osservazioni sugli equilibri politico istituzionali a Pisa nel Trecento, in C. Iannella (ed.). Per Marco Tangheroni. Studi su Pisa e sul Mediterraneo medievale offerti dai suoi ultimi allievi. Pisa 2005.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: