di:
Giovanni Ciccaglioni
1350 circa- marzo 1431 circa
Vedi scheda famigliare; Giovanni era figlio di Gherardo di Andrea.
Defensor pisani populi ottobre 1405.
In seguito alla cruenta fine del regime dello zio Pietro (1392), Giovanni fuggì da Pisa. Negli anni seguenti capeggiò diversi tentativi da parte dei fuoriusciti di abbattere il governo di Iacopo d’Appiano. Quando la città tirrenica fu acquistata da Gian Galeazzo Visconti (1402),egli divenne uno dei consiglieri più fidati del Duca di Milano per le questioni della Toscana. Alla morte di Gian Galeazzo, Pisa finì sotto il controllo di Gabriele Maria Visconti, il quale non riuscì a fronteggiare le continue pressioni da parte di Firenze che voleva annettersi la città tirrenica. Tra il 1403 e il 1405 ripresero le divisioni tra le fazioni dei Bergolini e dei Raspanti, che già avevano segnato la storia pisana nella seconda metà del Trecento. In tale contesto, Giovanni fu richiamato in città per fungere da mediatore tra le parti e da argine rispetto alle mira dei fiorentini. Con questi ultimi, infatti, come da lunga tradizione familiare, il Gambacorta manteneva stretti legami. Nell‘ottobre del 1405, dopo essere stato nominato difensore del popolo assunse il controllo diretto della città.
Per l’ascesa della famiglia ai vertici della vita politica pisana cfr. scheda famiglia Gambacorta.
Nel breve lasso di tempo in cui rimase al potere, Giovanni si limitò a ripristinare le magistrature vigenti fin da quando il «popolo», si era affermato a Pisa, alla metà del XIII secolo, senza introdurre alcuna significativa modifica nel tessuto istituzionale.(Cfr. scheda Gambacorta, Pietro).
Una volta divenuto signore, Giovanni deluse le aspettative dei Fiorentini, i quali avevano sperato che il suo avvento al potere avrebbe reso più agevole la conquista di Pisa. Al contrario, Giovanni, nonostante i legami con Firenze, forte dell’ appoggio di Paolo Guinigi, allora signore di Lucca, lottò strenuamente per mantenere Pisa libera e indipendente.
Nei dodici mesi in cui fu signore di Pisa Giovanni fece arrestare e uccidere molti dei vecchi seguaci degli Appiani, incamerandone i beni. Ciò, tuttavia, non gli alienò il sostegno del resto della popolazione. I Pisani, infatti, preoccupati per la possibile conquista fiorentina, appoggiarono quasi all’unanimità il Gambacorta, nel quale videro l’ultimo baluardo in grado di evitare la perdita dell’indipendenza.
Pressato dai Fiorentini, nell’estate del 1406 Giovanni Gambacorta si accordò segretamente per consegnare loro Pisa. In ottobre, egli cedette definitivamente Pisa, da molte settimane stretta in assedio. In base agli accordi stipulati, Giovanni mantenne la cittadinanza fiorentina per sé e i propri eredi e ottenne la signoria del Val di Bagno, in Romagna, già appartenuta ai conti Guidi.
Commissioni di Rinaldo degli Albizzi per il Comune di Firenze (1399-1433), a c. di C. Guasti, Firenze 1867-73, I, II, III.
Fonti: F. Bonaini, Giovanni di ser Piero. Sei capitoli dell’acquisto di Pisa fatto dai Fiorentini nel 1406, in Archivio Storico Italiano, VI (1845), pp. 245-279; I. Masetti Bencini, Nuovi documenti sulla guerra e l’acquisto di Pisa, in Archivio Storico Italiano, s. 5 XVIII(1896), pp. 209-241; Cronica di Pisa. Dal ms. Roncioni 338 dell’Archivio di Stato di Pisa. Edizione e commento, a cura di C. Iannella, Roma 2005 (Fonti per la storia dell’Italia medievale, Antiquitates, 22).
Studi: P. Silva, Il governo di Pietro Gambacorta in Pisa e le sue relazioni col resto della Toscana e coi Visconti, Pisa, 1910; G. A. Brucker, Dal Comune alla signoria. La vita pubblica a Firenze nel primo Rinascimento, Bologna 1981; F. Ragone, Gambacorta Giovanni, in Dizionario Biografico degli italiani, vol. LII; De Angelis L., «Contra Pisas Fiat Viriliter». Le vicende della conquista, in Firenze e Pisa dopo il 1406. La creazione di un nuovo spazio regionale, a cura di S. Tognetti, Firenze 2010, pp. 49-64; G. Petralia, 1406: il dissolversi di una società tardocomunale come premessa alla costruzione di uno stato toscano, in Firenze e Pisa dopo il 1406. La creazione di un nuovo spazio regionale, a cura di S. Tognetti, Firenze 2010, pp. 109-136.