Giovanni I Marchese di Monferrato


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Estremi anagrafici:

pur non potendo stabilire con precisione la data di nascita, possiamo considerare valida l’affermazione di G.A. Irico, che colloca la data di nascita nel 1278, quando il padre Guglielmo VII risiedeva in Milano in qualità di Capitano del Popolo. La morte sopraggiunse nel gennaio del 1305.



Durata cronologica della dominazione:

1294-1305



Espansione territoriale della dominazione:

dopo la morte del padre Guglielmo nel 1292  il territorio sotto il dominio dei Monferrato fu notevolmente ridimensionato a causa delle incursioni dei nemici confinanti e delle volontà autonomistiche di alcuni Comuni. Con il rientro di G. in Monferrato, il suo intento fu quello di ristabilire il dominio sulle terre paterne, collocate tra le Langhe, il Monferrato e il Canavese, e di estendersi in direzione di Milano.

Origine e profilo della famiglia:

vd. scheda  fam. Aleramici di Monferrato


Titoli formali:

ereditò dal padre il titolo di Marchese di Monferrato.


Modalità di accesso al potere:

alla morte di Guglielmo VII il marchesato fu vittima di diversi attacchi da parte dei tradizionali nemici, e il territorio fu difeso da Tommaso di Saluzzo che, per proteggere il giovane Giovanni, ottenuto il consenso dei vassalli, inviò il futuro marchese a Revello – nel marchesato di Saluzzo – e da lì successivamente lo spostò prima nel Delfinato e poi in Provenza, presso il re Carlo II, padre della sua promessa sposa. Nel 1294 G., ormai sedicenne, rientrò in Monferrato e riprese i contatti con le terre rimaste fedeli dopo la morte del padre.


Legittimazioni:

il suo governo non ottenne mai una legittimazione formale dall’alto, mentre furono diversi i Comuni e le ville che, spontaneamente o meno, si diedero al marchese. Tra queste ricordiamo Ivrea, Chivasso, Acqui Terme e Casale, che rimasero fedeli al marchese anche dopo la morte del padre Guglielmo; Trino, che si diede a G. nel 1303 sottraendosi al dominio di Vercelli; Novara, dopo l’espulsione dei Tornielli e Vercelli, dopo l’espulsione dei Tizzoni.


Caratteristiche del sistema di governo:

nel tentativo di recuperare i territori sottratti al marchesato dopo la morte del padre, G. intraprese una decisa politica militare, con l’obiettivo di riprendere almeno in parte il progetto egemonico paterno. Uno dei grandi intenti di G. fu la riconquista di Asti: nel 1296 – insieme con il marchese di Saluzzo – guastò il territorio astigiano e albese, subendo però una potente ritorsione del Comune, con il quale dovette accontentarsi di stipulare una pace, nel 1299, dopo aver perso altri territori del marchesato. Non pochi furono i successi ottenuti dal marchese, e i più importanti furono certamente quelli relativi alla cacciata delle fazioni filoviscontee in Vercelli e Novara, città da tempo nel mirino di G., e la cacciata da Milano di Matteo Visconti.

Nelle città a lui sottomesse mantenne un governo di stampo comunale utilizzando suoi officiali di fiducia e nominando podestà “amici” nelle città governate.


Sistemi di alleanza:

le strategie matrimoniali furono adottate fin da subito, da quando G. aveva solo 11 anni. Infatti, nel 1289, il padre Guglielmo e l’antico rivale Carlo II d’Angiò, superando le antiche inimicizie, concordarono il matrimonio tra i rispettivi figli Giovanni e Bianca. Il matrimonio previsto non si attuò per il mutato clima politico, dal momento che Carlo II preferì allearsi con Giacomo II d’Aragona.

Fallito il tentativo di matrimonio con Bianca d’Angiò, G. avviò trattative per sposare Maria, figlia del conte di Clermont e cugina del re di Francia Filippo il Bello. Come nel caso precedente, anche questi accordi non trovarono un esito concreto; G., tuttavia, avviò le trattative per un’unione con Margherita di Savoia, figlia di Amedeo V: la promessa di matrimonio fu registrata in data 7 dicembre 1295 e la cerimonia si svolse a Rivoli il 10 giugno 1296.

Dopo aver stretto una iniziale alleanza con i Visconti, G. venne meno alle clausole dell’accordo, e decise, insieme con il conte Filippone di Langosco, il marchese di Saluzzo e i pavesi, di intraprendere un’azione antiviscontea. Dopo essere entrato senza difficoltà in Novara e Vercelli, città nelle quali vennero posti dei podestà di fiducia, G., a capo della lega antiviscontea alla quale si aggiunsero Manfredo Beccaria, i marchesi d’Este, i Comuni di Vercelli, Bergamo, Cremona, Tortona, Novara e Casale, marciò alla volta di Milano, dove però fu bloccato dall’efficace reazione dei viscontei, alleati con i piacentini, i parmensi e i veronesi. L’operazione intrapresa da G. terminò con un nulla di fatto nel settembre del 1299, e le terre conquistate dalla lega antiviscontea  tornarono a far parte del territorio milanese.

Una seconda lega antiviscontea fu ricostruita nel 1302 e comprese, oltre che G. e il marchese di Saluzzo, anche Pavia, Cremona, Lodi, Crema e la fazione milanese dei Della Torre; questa volta il risultato più importante fu la cacciata da Milano dei Visconti e l’inserimento dei Della Torre.

L’alleanza Monferrato-Saluzzo ottenne i migliori risultati nel 1303, quando la famiglia dei Solaro fu cacciata dalla città di Asti e G. ottenne la restituzione dei luoghi conquistati dagli astigiani al momento della morte del padre Guglielmo. Nello stesso anno G. ottenne la dedizione di Casale e Trino, due importanti avamposti occidentali.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

il necrologio del monastero di S. Maria di Lucedio, abbazia nella quale G. fu sepolto, indicava il marchese come «fundator huius monasterii». Tale scritta inizialmente fece pensare ad  una cospicua elargizione di G. a favore dell’ente. Tuttavia nella documentazione nota non vi sono tracce di questa donazione ed è quindi più probabile che il necrologio, che presenta altri errori oltre a questo, in realtà non voglia significare altro che G. apparteneva alla famiglia che nel 1216 fondò il monastero. 


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

i piani di conquista di G. furono troncati da una malattia che ne causò la morte, a soli 27 anni, nel gennaio del 1305. Morto senza eredi, con lui si concluse la dinastia degli Aleramici di Monferrato. Il suo successore, Teodoro I, diede infatti avvio alla nuova dinastia dei Paleologi di Monferrato.


Principali risorse documentarie:

Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: