di:
Tomaso Perani
1320 - 1382
1365 - 1382
Mantova
Nel febbraio del 1365 ottenne dall’imperatore Carlo IV, insieme al padre Guido e al fratello Francesco, il titolo di vicario imperiale per Mantova. Fu solo nel 1370, pochi mesi dopo la morte del padre che ottenne il titolo di Capitano del Popolo di Mantova.
Secondo una prassi che stava consolidandosi e che proprio con Ludovico si formalizzò, ascese al potere per successione dinastica. Questo processo di semplificazione della successione avvenne però attraverso l’omicidio del fratello maggiore Ugolino e probabilmente anche di Francesco, il fratello minore.
Oltre alla legittimazione imperiale ottenuta con il conferimento del titolo vicariale, Ludovico ottenne anche la nomina al titolo capitaneale da parte del consiglio degli Anziani e dei Savi il 30 marzo del 1370.
Schiacciato dalla figura del fratello Ugolino, Ludovico non potè sviluppare appieno la sua politica se non dopo la morte di questi. Fu solo dopo che si ritrovò solo alla guida della signoria che mise in atto un’imponente opera di riorganizzazione e consolidamento della dominazione. Razionalizzò e potenziò degli organi centrali della signoria al fine di ottimizzare lo sfruttamento delle finanze comunali e dei beni della famiglia. Rafforzò e aumentò la rete di ufficiali nel contado in modo da averne un controllo più capillare, anche in funzione difensiva.
Fino alla fine degli anni ’60 Ludovico prese sempre parte alle leghe anitiviscontee promosse da papa Urbano V, e avallate da Carlo IV, insieme agli Este con i quali era imparentato per via matrimoniale. Successivamente, a causa della potenza del vicino Bernabò Visconti, optò per una politica di neutralità che mirava al consolidamento della signoria sulla città e il contado di Mantova. Verso la fine della sua vita, nel 1375, riuscì a stringere un’alleanza matrimoniale con i Visconti facendo sposare il figlio Francesco con Agnese, figlia di Bernabò.
L’altra faccia della politica di neutralità fu l’inizio di una imponente opera di fortificazione della città e del contado
L’oprea di consolidamento e riorganizzazione della signoria gonzaghesca su Mantova passò anche per una decisa politica culturale che mirava a dar lustro e prestigio alla dinastia. Il figlio Francesco venne educato da due importanti intellettuali dell’epoca. Inoltre il matrimonio di quest’ultimo con Agnese Visconti fu l’occasione per Ludovico di ostentare di fronte ai maggiori signori la grandezza della famiglia Gonzaga. Alla complessa e articolata cerimonia parteciparono tutti i principali esponenti della società mantovana. Il corteo ebbe anche la funzione di rendere visibili e pubblici i rapporti gerarchici tra le famiglie di Mantova al cui vertice si ponevano i signori.
Nel 1368 il Gonzaga dovette fronteggiare una congiura ai suoi danni ordita da alcuni consanguinei tra cui il fratello Francesco e favorita dagli scaligeri. La situazione si distese una volta morto Francesco, molto probabilmente eliminato da Ludovico. Nel 1376 riuscì a resistere al tentativo di rovesciarlo organizzato dai discendenti di Feltrino che, presa Reggio, tentarono di prendere il potere a Mantova. I congiurati vennero condannati a morte ma riuscirono a salvarsi con la fuga.
La morte di Ludovico, sopraggiunta per cause naturali nel 1382, pose fine alla sua signoria.