di:
Tomaso Perani
1266/68 - 18 gennaio 1360
16 agosto 1328 - 18 gennaio 1360
Mantova e, a partire dall’ 11 luglio 1335, anche Reggio.
Il 28 agosto 1328 ottenne il titolo Capitano del popolo, mentre l’11 novembre 1329 venne nominato vicario imperiale per Mantova. Tra il 1338 e il 1339 Luigi e i figli ottennero dall’imperatore Ludovico il Bavaro la nomina a vicari di Reggio, Piadena, Casalmaggiore e Asola.
Con l’appoggio degli scaligeri, ormai apertamente ostili agli ex-alleati, e dei suoi figli Guido Filippino e Feltrino, Luigi riuscì a portare a termine un colpo di mano ai danni di Passerino Bonacolsi il 16 agosto 1328, che si concluse nel giro di poche ore con la morte di quest’ultimo. La ribellione fu segreta e molto rapida e colse di sorpresa il Bonacolsi, anche perchè i Gonzaga, fino ad allora, erano stati una famiglia alleata dei signori e che proprio a loro doveva la sua fortuna.
Il 28 agosto 1328, Luigi Gonzaga venne eletto Capitano della città dal consiglio cittadino. La nomina ricalcava quella dei fratelli Bonacolsi appena sconfitti, anche se venne aggiunto il particolare fondamentale della possibilità per il capitano di nominare formalmente un successore. La supremazia di Luigi su Mantova fece un importante progresso l’11 novembre 1329 quando l’imperatore Ludovico il Bavaro gli concesse il titolo di vicario imperiale per Mantova, fino ad allora detenuto da Cangrande della Scala prima (dal 29 aprile 1329) e da Mastino poi. Il percorso fu completato solo il 17 giugno 1354 quando l’imperatore Carlo IV restituì i beni bonacolsiani a Luigi, fino ad allora formalmente detenuti dagli Scaligeri.
Dal punto di vista politico non si riscontra nell’opera di Luigi una rottura con la precedente dominazione bonacolsiana. Sembra infatti che si possa parlare, almeno per questo periodo, di un semplice avvicendamento al vertice anche se con maggiori spinte signorili. Contrariamente a quanto avvenne con la presa di potere da parte di Pinamonte Bonacolsi nel 1272, non si assistette a violente epurazioni probabilmente a causa del fatto che la società mantovana era stata radicalmente modificata dall’azione della dinastia precedente. Circa la forma istituzionale assunta dalla signoria di Luigi Gonzaga gli studiosi che si sono occupati dell’argomento non hanno ancora raggiunto un pieno accordo. Sembra infatti che dagli anni ’40 i figli di Luigi partecipassero al potere del padre, anche se il titolo formale di Capitano del Popolo venne mantenuto dal solo patriarca. Non è però escluso un loro coinvolgimento più diretto fin dall’epoca precedente.
Il potere in città si resse sul titolo di capitano del popolo. Il potere del podestà venne di molto ridimensionato e la sua elezione e quella della famiglia vennero affidate al capitano, ossia ai Gonzaga. Negli anni ’40 del XIV secolo venne creata la figura del podestà del contado a cui era affidata l'amministrazione del distretto. Anche la carica di massaro del comune venne posta sotto il controllo dei signori che ne stabilivano la durata.
La politica gonzaghesca all’epoca di luigi fu importata ad una continua alleanza con l’impero che veniva visto però soprattutto come ente in grado di concedere legittimazione alla dominazione in espansione.
Come è facile aspettarsi il promo periodo della signoria di Luigi fu all’insegna di una stretta alleanza con Verona, asse tradizionale della politica estesa mantovana. L’attribuzione dei beni bonacolsiani agli scaligeri non scalfì, almeno all’inizio, tale alleanza. Addirittura Cangrande nominò cavaliere Luigi il 26 novembre 1328 in occasione della Magna Curia tenutasi a Verona. L’alleanza venne ribadita anche da Mastino II che, una volta succeduto allo zio, riconobbe il potere di fatto esercitato su Mantova dal Gonzaga. Sempre al fianco dello scaligero, Luigi aderì alla lega di Castelbaldo del 1331 contro Giovanni di Boemia, benchè poco prima ne avesse riconosciuto formalmente l’autorità. Frutto dell’asse con Verona fu anche la presa di Reggio del quale Luigi divenne vicario imperiale nel 1335. Tuttavia, a partire da questa data inizia l’allontanamento dei Gonzaga dai della Scala e l’avvicinamento a Milano, vista come un’alleata più sicura e in grado di offrire maggiori garanzie. Nel 1336 i Gonzaga entrano nel fronte antiscaligero al fianco dei Visconti ma senza dar vita, per il momento, ad un aperto conflitto con Mastino. Dal 1345 la rottura con Verona si fece più esplicita con la redazione di un memoriale di tutti i tordi subiti da Mantova da parte dei della Scala. Il rapporto con i Visconti invece passò nel corso degli anni da un’alleanza politico-militare ad una vera e propria sudditanza. Negli anni 1357 - 1358, infatti, Luigi dovette cedere a Bernabò Visconti tutti i beni alodiali in proprio possesso sia a Mantova, sia nei contadi di Cremona e Reggio, per riottenerli sotto forma di investitura feudale.
Prima di assumere il potere a Mantova, Luigi Gonzaga ricoprì la carica di Podestà a Parma nel 1313 e a Parma tra il 1318 e il 1319.
Dal punto di vista della politica urbanistica non introdusse particolari novità. Si appropriò di fatto di tutti i beni patrimoniali che i Bonacolsi avevano accumulato in città, ossia della cittadella bonacolsiana, per i quali però ottenne un formale riconoscimento solo nel 1354.
Nel 1338 venne sventa una congiura ai danni di Luigi e dei figli che si concluse senza conseguenza. Questa era stata ordita da alcuni membri della famiglia Cremaschi e appoggiata da Mastino della Scala e Gilberto da Fogliano. Sembra però che non fosse un sintomo di malcontento da parte della cittadinanza ma semplicemente il tentativo di rovesciare il potere gonzaghesco, nello stesso modo in qui questi ultimi ribaltarono quello dei Boncolsi.
Morte di Luigi Gonzaga
Vd. Gonzaga, Famiglia
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