di:
Tomaso Perani
inizio XIII secolo - post 1258
1257 - 1258
Brescia
La famiglia Griffi, seppur tra le più importanti di Brescia, non faceva parte del ceto capitaneale. Era però espressione della militia cittadina e, nel corso del XIII secolo, divenne la famiglia di punta della parte ghibellina in città.
Se gli Annales Brixienses lo definiscono semplicemente come podestà, nella cronaca del Malvezzi è definito come princeps, lo stesso termine utilizzato per definire Maffeo Maggi all’inizio del XIV secolo.
La presa di potere del Griffi seguì un colpo di mano ai danni dell’establishment guelfo della Città. Nel mese di marzo 1257, in occasione della crociata promossa da Innocenzo IV contro Ezzelino da Romano a cui il comune di Brescia si apprestava, le famiglie ghibelline si sollevarono ponendo a capo del comune il loro leader ed espellendo gli avversari
Il potere del Griffi sembrerebbe essere stato legittimato dal conferimento del titolo podestarile, ottenuto però forzando i meccanismi comunali.
Le informazioni sul governo del Griffi si riducono a pochi frammenti. Ciononostante si può riconoscere una certa volontà di pacificazione interna, seguita ad un primo momento in cui si verificò l’espulsione di una parte degli avversari. Il suo governo appare improntato ad un ghibellinismo moderato, schiacciato tra la potenza delle forze guelfe bresciane raccolte intorno al vescovo Cavalcano della Sala e l’espansionismo di Ezzelino da Romano.
Dal punto di vista istituzionale non si segnala alcun mutamento significativo rispetto all’ordinamento comunale. Tuttavia il conferimento del titolo di podestà ad un personaggio locale, in un periodo di aspre tensioni appare come una forzatura dell’assetto costituzionale.
La politica di alleanze del Griffi sembra fosse orientata da una parte al mantenimento dell’indipendenza di Brescia in opposizione all’espansionismo ezzeliniano, e dall’altra a contenere le possibili ribellioni della pars Ecclesiae bresciana. Già al momento della presa del potere il Griffi era il promotore di una linea di compromesso con Ezzelino in opposizione alla determinazione del vescovo Cavalcano. Verso la fine del 1257, per non aumentare le tensioni sul fronte interno giurò fedeltà al legato pontificio nelle mani del frate domenicano Everardo: questa mossa aveva anche la funzione di inserire Brescia in un circuito di alleanze che ne avrebbe protetto l’indipendenza.
Fu rappresentante di Brescia per la Lega Lombarda nel 1235 e nel 1252.
Nella primavera del 1258 la pressione di Ezzelino su Brescia era diventata ormai insostenibile. Il Griffi si vide quindi costretto a rompere il giuramento di fedeltà fatto all’arcivescovo di Ravenna, legato pontificio. All’interno della parte ghibellina bresciana sorsero contrasti circa la volontà accogliere in città il da Romano. Approfittando di queste tensioni, il 28 aprile, la pars Ecclesiae insorse e abbattè il governo del Griffi. Molti vennero uccisi e altri catturati e imprigionati a Brescia e in altre città filo-papali. Quelli che riuscirono a fuggire cercarono riparo presso il da Romano. Dopo il colpo di mano che pose fine alla sua signoria, non si hanno ulteriori notizie del Griffi.
Annales Brixienses, ed. L. Bethmann, in Monumenta Germaniae Historica. Scriptores, XVIII, Hannoverae 1863; J. Malvezzi, Chronicon Brixianum ab origine urbis ad annum usque 1332, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., XIV, Mediolani 1729, coll. 774-1004; F. Odorici, Il comune Bresciano dalla morte di Federico II alla totale caduta degli Svevi, in Storie Bresciane VI, Brescia 1856, pp. 134; 149-151; A. Bosisio, Dal tamonto degli svevi alla spedizione di Enrico VII (1250-1311), in Storia di Brescia I, Brescia 1963 pp. 679-680; J.-C., Maire Vigueur, Flussi, circuiti e profili, in I podestà dell'Italia comunale, I, Reclutamento e circolazione degli ufficiali forestieri, fine XII sec.-metà XIV sec., a c. di Id., vol. 2., Roma 2000, p. 1062.