di:
Gian Paolo G. Scharf
? –1388.
Città di Castello, 1368 luglio 8 – 1369 marzo 1;
Sansepolcro (già Borgo San Sepolcro) 1368 luglio 8 – 1369 marzo; 1369 maggio 6 – maggio 18.
I Guelfucci furono una famiglia di ascendenza urbana a Città di Castello. A metà del Trecento erano i capi di una delle fazioni interne alla città, quella guelfa, anche se pronti ad aprofittare di qualunque occasione per ingrandire il loro potere. Un fratello di Brancaleone, Francesco, fu canonico della cattedrale, prima di passare all’ordine gerosolimitano; un altro fratello, Niccola, seguì la carriera podestarile e fu podestà di Sansepolcro al momento in cui il fratello tentò il colpo di mano contro il paese.
Nei documenti ufficiali tifernati Brancaleone si intitolò "Conservatore della città".
-Il G. approfittò del malcontento popolare che il protettorato perugino suscitava in Città di Castello e con la benevolenza del papa chiamò a raccolta la sua fazione organizzando un tumulto l’8 luglio 1368, nominalmente in favore della Chiesa.
-Il 6 maggio dell’anno seguente, estromesso dal governo della città, occupò Sansepolcro approfittando della podesteria del fratello.
Il G. non ebbe alcuna legittimazione formale, per quanto la sua impresa sulle prime dovesse piacere al papa.
Nel breve periodo del suo dominio a Città di Castello il G. lasciò intatto il precedente sistema di governo comunale, che aveva il suo vertice nei priori, probabilmente indirizzandone le decisioni e imponendo uomini della sua fazione.
Al momento della presa del potere il G. non aveva concluso alleanze di sorta, per quanto, come detto, si richiamasse genericamente alla fazione guelfa attiva nella regione e godesse della benevolenza del papa. Dopo la fine del suo dominio il G. allacciò sovente alleanze con i signori rurali della zona per tentare nuovi colpi di mano contro Città di Castello.
Il fratello di Brancaleone, come detto, era stato canonico della cattedrale e anche dopo il suo passaggio all’ordine gerosolimitano vi conservava ancora dell’ascendente. Durante la presa del potere Brancaleone fece poi uccidere il proposto della canonica, un Guastavilla, insieme con un suo nipote pure canonico.
Trattandosi di un capo fazione il G. potè contare sul sostegno di quest’ultima, che naturalmente comportava l’opposizione di quella contraria. All’atto della presa di potere il G. eliminò fisicamente un certo numero di rivali, fra cui due ecclesiastici.
-Stando alle cronache Urbano V non aveva inteso favorire la nascita di una signoria personale, bensì un ritorno all’immediata soggezione ecclesiastica, pur essendo disposto a chiudere un occhio sulle vendette di parte che ciò avrebbe provocato. Perciò fin dal 14 ottobre si preoccupò di spedire un breve che invitasse la città all’obbedienza, reiterandolo dopo pochi giorni e facendolo recapitare da propri plenipotenziari. Il 20 di ottobre pertanto il comune nominò il vescovo Buccio suo procuratore per trattare l’accordo che fu raggiunto nei primi mesi dell’anno successivo e sancito con una bolla pontificia del 13 febbraio 1369. Alla presentazione della bolla, il 1 marzo successivo, avvenne la consegna delle fortezze ai rappresentanti pontifici. Il G. ottenne comunque un’esenzione fiscale generale e 100 fiorini d’oro mensili di provvigione in ricompensa, oltre a mantenere il controllo di alcuni castelli del contado.
-Saputa l'occupazione di Sansepolcro, il comune tifernate inviò immediatamente un esercito per riconquistarla, che ottenne quasi subito la capitolazione del G.
Fonti: Historia Burgi, in Cronache Quattrocentesche di Sansepolcro, a cura di G.P.G. Scharf, in corso di stampa; G. Muzi, Memorie civili, vol. I, in Id., Memorie ecclesiastiche e civili di Città di Castello, raccolte da M.G.M.A.V. di C. di C., con dissertazione preliminare sull'antichità ed antiche denominazioni di detta città, Città di Castello, F. Donati, 1844 (ristampa anastatica Città di Castello, Phromos, 1988), pp. 167-79; A. Ascani, Due cronache quattrocentesche, Città di Castello, Scuola Grafica dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, 1966, pp. 60-1
Studi: G. Muzi, Memorie civili, vol. I, cit., pp. 165-80; G.P.G. Scharf., Borgo San Sepolcro a metà del Quattrocento: istituzioni e società (1440 – 1460), Firenze, L.S. Olschki, 2003, § 1.2.