di:
Tomaso Perani
seconda metà XIII - post 3 novembre 1329
1322 - 1324
Piacenza
vd. scheda famiglia Landi
Il 23 ottobre 1322 Obizzo fu nominato rector ad tempus della città da papa Giovanni XXII.
Sebbene provenisse da una famiglia tradizionalmente ghibellina e filoviscontea, il Landi seppe catalizzare intorno a sè il malcontento suscitato dalla dura dominazione su Piacenza da parte di Galeazzo Visconti. La situazione venne aggravata anche dall’aumento della pressione fiscale per finanziare la ricostruzione delle mura cittadine. Partendo dalla sua roccaforte nel contado, il castello di Rivalta in Val Trebbia, riuscì ad entrare in Piacenza nell’ottobre del 1322, grazie all’aiuto del legato pontificio Bertrando del Poggetto, che gli fornì alcuni uomini, e del fronte filo-papale interno alla città, riuscì a cacciare la moglie di Galeazzo, Beatrice d’Este e il suo luogotenente Manfredo Landi, impadronendosi così della città. Entrato in Piacenza concesse il saccheggio delle case dei ghibellini, anche spinto dal cardinal legato.
La signoria del Landi venne legittimata dall’autorità papale con il conferimento del titolo di rector. Obizzo ricevette un’ulteriore legittimazione dalla presenza del legato pontificio in città, accolto solennemente nel novembre del 1322.
Il governo del Landi si resse essenzialmente sull’allenaza con il papa non potendo contare su una base all’interno della città. L’ordinamento comunale, già in crisi sotto la signoria di Alberto Scotti, era ormai svuotato di ogni potere: per governare il Landi ottenne infatti la generica carica di rector, estranea al panorama istituzionale piacentino.
Punto cardine di tutta la signoria di Obizzo Landi fu il legame con il pontefice Giovanni XXII e con il cardinale legato Bertrando del Poggetto. Grazie a questa nuova relazione entrò nel circuito dell’alleanza guelfa e partecipò con un ruolo di primo piano nella crociata contro i Visconti giodata da Enrico di Fiandra. Dopo la destituzione da rettore di Piacenza rimase comunque legato al papato come condottiero e capo militare.
Dopo la cacciata da Piacenza nel 1324, il Landi ricoprì il ruolo di condottiero al soldo del papa fino alla morte sopraggiunta a Bologna probabilmente nel 1329.
Appena salito al potere Obizzo cercò di consolidare la propria posizione cercando di far approvare dal pontefice l’elezione alla cattedra piacentina del nipote Ruffino Landi. La manovra tuttavia non andò a buon fine a causa della giovane età di Ruffino.
In città il Landi non riuscì mai ad avere una salda base di consenso su cui poggiare la propria dominazione. Il legame con la parte guelfa infatti era decisamente labile a causa del trascorso ghibellino del signore. Con i ghibellini e la sua stessa famiglia dei Landi i rapporti si erano irrimediabilmente compormessi con il tradimendo ai danni di Galeazzo Visconti. Tutta la forza della signoria di Obizzo poggiava quindi sul legame con il papato e il legato pontificio.
Vista l’assenza di radicamento della signoria nella comunità piacentina, non stupisce che alla prima occasione già nel maggio del 1323, quando si trovava impegnato in una estenuante campagna militare, il Landi venne privato del titolo di rettore. A sostituirle venne nominato direttamente il Cardinale del Poggetto che gli fece però ottenere un donativo di 10.000 lire da parte del comune per aver liberato Piacenza dai Visconti. Deluso dalla situazione cercò ancora una volta di cambiare fronte cercando l’appoggio dei ghibellini Cangrande della Scala e Passerino Bonacolsi. Scoperto dai guelfi piacentini venne cacciato dalla città.
vd. scheda famiglia Landi
vd. voce Landi, Obizzo su DBI.