di:
Lorenzo Fabbri
fine sec. XIV/inizio sec. XV – 7 novembre 1429
23 ottobre – 7 novembre 1429
Giusto Landini proveniva da una famiglia di estrazione popolare, che si era arricchita con l’attività mercantile e imprenditoriale ed aveva acquisito un discreto patrimonio fondiario nei dintorni della città. I Landini facevano parte del ceto dirigente del Comune volterrano almeno dall’inizio del XIV secolo, come attesta la costante presenza dei suoi membri nelle liste dei priori. Il padre, Antonio di Giovanni, fu priore almeno otto volte tra 1387 e 1413. La madre, Ughetta di Tile Baldinotti, apparteneva invece ad un’antica famiglia aristocratica, annoverata nel 1320 fra le casate magnatizie di Volterra.
Capitano del popolo e castellano del cassero cittadino.
Il Landini si insediò al vertice del Comune nell’ottobre 1429 per mezzo di una sollevazione popolare armata contro le autorità fiorentine. L’iniziativa costituì il passo estremo della tenace resistenza opposta dai Volterrani all’imposizione del catasto da parte del governo di Firenze. La controversia, che si protraeva da oltre due anni, aveva causato la detenzione nelle carceri fiorentine di numerosi maggiorenti di Volterra, tra cui il Landini stesso. Questi, una volta liberato e tornato in patria, essendo stato eletto nel priorato del bimestre ottobre-novembre 1429, si pose a capo di una rivolta con ampia partecipazione di popolo, che portò all’espulsione del Capitano del popolo fiorentino, Lorenzo Amadori, e di tutti i presìdi militari in città e fuori, che garantivano la sottomissione alla Repubblica di Firenze. Il Landini assunse personalmente l’ufficio di Capitano del popolo e di castellano.
L’esperienza signorile di Giusto Landini fu di troppo breve durata per poter sviluppare una qualunque azione politica, se non quella dettata dalla situazione d’emergenza e mirante principalmente a rafforzare le difese della città nella prospettiva di un assedio delle truppe fiorentine e a preservare la fedeltà dei maggiori centri e castelli del territorio soggetto.
L’iniziativa del Landini fu l’esito di una vertenza tutta interna ai rapporti fra Volterra e Firenze, che fino a quel momento non aveva coinvolto soggetti terzi. Nel corso del suo breve governo, il Capitano volterrano cercò di allargare il fronte antifiorentino aprendo trattative con la Repubblica di Siena e con il signore di Lucca, Paolo Guinigi. In entrambi i casi non ottenne il risultato sperato; anzi, i Senesi furono militarmente associati all’operazione repressiva organizzata da Firenze.
Prima di assumere la carica di Capitano del popolo, il Landini era stato priore di Volterra in almeno quattro occasioni, dal 1424 fino all’ottobre 1429.
Largamente appoggiato dal popolo volterrano e, in un primo momento, anche dal gruppo dirigente comunale, il Landini fu presto abbandonato da una frangia significativa di quest’ultimo, capeggiata dal cavaliere Ercolano Contugi, che il 7 novembre 1429 riuscì ad eliminarlo con un’imboscata.
Il rapido fallimento dell’impresa di Giusto Landini non poteva che generare opinioni negative sul suo conto. Tale aspetto è accentuato dal fatto che le fonti disponibili sono quasi interamente fiorentine. Il giudizio più articolato è quello emesso dal cronista Giovanni Cavalcanti, il quale dipinge il Landini come un personaggio modesto, anche per le origini “plebee”, che aveva ardito farsi signore di Volterra con un’iniziativa folle e temeraria; un demagogo ingenuo, destinato a cadere vittima della maggiore esperienza e dell’astuzia di alcuni suoi concittadini di rango più elevato.
Il Landini fu assassinato a tradimento il 7 novembre 1429 da alcuni elementi del ceto dirigente volterrano, che avevano deciso di porre fine a quella esperienza signorile, divenuta pericolosa per l’imminente reazione militare fiorentina e per l’impronta popolare del nuovo regime.
La serie Deliberazioni (A nera) dell’Archivio comunale di Volterra presenta un’ampia lacuna proprio in corrispondenza degli eventi legati all’insurrezione dell’ottobre 1429. Le fonti narrative e documentarie sono quasi esclusivamente di matrice fiorentina, molte delle quali sono edite (v. Bibliografia). Fra i documenti inediti si segnalano i preziosi verbali delle Consulte e pratiche conservate nell’Archivio di Stato di Firenze.
Fonti: Giovanni Cavalcanti, Istorie fiorentine, a cura di F.L. Polidori, I, Firenze 1838, pp. 276-291; Cronichetta volterrana di autore anonimo dal 1362 al 1478, a cura di M. Tabarrini, «Archivio storico italiano», App., III, 1846, pp. 320-322; Commissioni di Rinaldo degli Albizzi per il Comune di Firenze dal MCCCXCIC al MCCCCXXXIII, a cura di C. Guasti, III, Firenze 1873, pp. 173-186; Paolo di Tommaso Montauri, Cronaca senese …, a cura di A. Lisini e F. Iacometti, in Rerum Italicarum Scriptores, 2a ed., Bologna 1931, XV, VI, p. 812; Giovanni Cambi, Istorie …, a cura di I. di San Luigi, in Delizie degli eruditi toscani, XX, I, Firenze 1785, pp. 177-179.
Studi: L. Falconcini, Storia dell'antichissima città di Volterra, voltata in italiano da B. Berardi, Volterra 1876, pp. 324-327; L. A. Cecina, Notizie istoriche della città di Volterra, con note, ed. accresciuta da F. Dal Borgo, Pisa 1758 (ed. anast., Bologna 1975), pp. 212-217; O. Leoncini, Giusto Landini di Volterra. Racconto storico, «Volterra», VIII, 1880, nn. 1, 6-7, 9-10; G. Pilastri, Giusto Landini, «Il Corazziere», XXXII, 1913, nn. 3-4; D. Herlihy – Ch. Klapisch-Zuber, Les Toscans et leurs familles. Une étude du catasto florentin du 1427, Paris 1978 (trad. ital., Bologna 1988), pp. 89-94; L. Pescetti, Storia di Volterra, Volterra 1985, pp. 111-120; L. Fabbri, La sottomissione di Volterra allo stato fiorentino: controllo istituzionale e strategie di governo (1361-1435), Tesi di dottorato, Università di Firenze, 1994, p. 248 ss.; A. Marrucci, I personaggi e gli scritti. Dizionario biografico e bibliografico di Volterra, in Dizionario di Volterra, a cura di L. Lagorio, III, Ospedaletto (Pisa) 1997, pp. 1078-1079; L. Fabbri, ‘Odium catasti’: la sfida delle città minori ai progetti di accentramento fiscale nello Stato fiorentino, in From Florence to the Mediterranean and Beyond. Essays in Honour of Anthony Molho, ed. by D. R. Curto, E. R Dursteller, J. Kirshner and F. Trivellato, with the assistance of N. Koniordos, Firenze 2009, pp. 265-266.