di:
Valentina Dell'Aprovitola
1315 – circa 1320
Novara
vd. Tornielli, Famiglia. L. era figlio di Raniero Tornielli, uno dei capi della fazione ghibellina in città, la pars Rotunda.
L. in un documento del 1320 appare come membro al vertice della Commissione dei XII Savi.
la riconciliazione tra le parti promossa da Enrico VII e il rientro dei Tornielli in città nel 1311 fu il primo, necessario passo verso la conquista del potere. l’ascesa di Loterio si ebbe in un momento estremamente turbolento della storia cittadina, quando la lotta di fazione aveva raggiunto il suo apice. L. riuscì a inserirsi nei giochi di potere cittadini quando Luchino Visconti, figlio di Matteo, venne nominato vicario imperiale per la città di Novara.
la signoria di L. non ottenne mai una legittimazione formale. Tuttavia il suo prestigio personale fu sufficiente a sancirne la legittimità.
pur non modificando, almeno formalmente, il reggimento comunale di Novara, L. fin dall’inizio della sua dominazione rivolse la sua attenzione ad alcune aggiunte statutarie che andavano nella direzione di un rafforzamento del potere signorile e un allontanamento sempre più netto dei capi della fazione guelfa, i Brusati, dalle cariche principali della città. Le più importanti addizioni al corpo statutario dichiaravano nulli tutti i precedenti bandi e i provvedimenti presi contro la famiglia dei Tornielli prima della discesa di Enrico VII. In più, tutti i membri della famiglia e gli aderenti alla pars Rotunda sarebbero tornati in possesso dei beni confiscati dopo le ripetute cacciate, e avrebbero riacquistato la pienezza dei diritti cittadini. Si mantenne l’incarico del podestà, che venne affidato sempre a personale vicino alla famiglia dei Visconti.
Il principale sistema di alleanza fu quello con i Visconti, ai quali i Tornielli avevano legato le proprie possibilità di successo in città.
l’iniziativa più importante in materia urbanistica del T. si svolse all’inizio della sua dominazione, già nel 1316. Per consolidare la propria autorità in città Loterio si fece dare dall’arcidiacono della cattedrale, Obizzone di Momo, l’area di una casa rovinata posta dietro alla canonica di Santa Maria. Quest’area sarebbe servita per realizzare l’accesso a una sorta di cittadella che si stava per costruire in città. L. organizzò il consolidamento delle fortificazioni decretando che un'intera area, compresa tra la porta sud e quella ovest della città – dove erano posti la Cattedrale con il chiostro dei canonici, il mercato, il palazzo del Comune con l’annessa torre dei Paratici e il Palazzo delle Arti –, dovesse essere ridotta a fortezza della pars vittoriosa. Entro questo vasto spazio tutti coloro che avevano case e terre sarebbero stati obbligati a venderle o a permutarle agli uomini «partis Rotunde seu imperialis». Lo stesso sarebbe valso per i proprietari di immobili aderenti alle mura della nuova fortificazione. All’interno del perimetro così delimitato non si sarebbero potuti guarnire o munire torri, torrioni o case fortificate, senza che prima fosse stato espresso il parere favorevole da parte «antianorum Partis Rotunde vel Gibeline Novarie». Solo ai singoli anziani della Parte veniva concessa libera attività fortificatoria.
Per maggiore difesa della città L. ordinò che venisse realizzato un muro a protezione dei borghi posti davanti al nuovo quartiere cittadino fortificato.
La copertura finanziaria per questa impresa si ricavò applicando nuove tasse sul commercio in transito, stabilendo che chiunque avesse condotto panni verso Vercelli o Palestro, o verso il sud, avrebbe dovuto pagare un dazio di circa 10 soldi imperiali per ogni panno.
pur essendo riuscito a bloccare qualsiasi azione ostile da parte dei suoi più diretti avversari, i Brusati e la pars Sanguigna, i Tornielli gravitavano all’interno dell’influsso visconteo; perciò il predominio di L. terminò quando il potere di Matteo Visconti divenne tale da assumere il diretto controllo della città.
P. Azario, Liber gestorum in Lombardia, in RIS2, XVI/4, a cura di F. Cognasso; G. Merula, Antiquitatis vicecomitum libri X, Milano 1629; T. Calco, Mediolanensis historiae patriae libri XX, s.l. né d; B. Corio, Istoria di Milano, Milano 1503; C. Bescapè, Novaria seu de ecclesia Novariensi libri duo, Novara 1612; C. Morbio, Storia della città e diocesi di Novara; F. Cognasso, Novara nella sua storia, in Novara e il suo territorio, Novara 1952; Id., L’unificazione della Lombardia sotto Milano, in Storia di Milano, V, La signoria dei Visconti, Milano, 1955; Id., Storia di Novara, Novara 1982.