di:
Elisa Tosi Brandi
1411-1432.
1429-1432.
Vicariato su Rimini, Cesena, Fano con i rispettivi contadi.
Vedi scheda famiglia Malatesta. Galeotto Roberto era figlio di Pandolfo III Malatesta.
Vicario della Chiesa 1430.
Acquisì la signoria di Rimini alla morte dello zio Carlo, al quale era stato affidato dopo la morte del padre Pandolfo III.
Nel 1428 Carlo Malatesta aveva ottenuto da Martino V la legittimazione per Galeotto Roberto e i suoi fratellastri, ma nel 1430 il papa cercò di esautorare i Malatesta dai territori. Soltanto le mediazioni di Galeotto Roberto e il sostegno degli alleati consentirono ai Malatesta di comporre il dissidio. In cambio di alcuni territori (Cervia, Bertinoro, Sansepolcro) Martino V riconsegnò il vicariato ai Malatesta che furono confermati nei vicariati di Rimini, Cesena e Fano (1430) per otto generazioni.
Alla morte di Carlo Malatesta a Galeotto Roberto vengono assegnati i vicariati di Rimini, Fano e Cesena insieme con il fratelli Sigismondo Pandolfo e Domenico esercitando congiuntamente il loro dominio affiancati dalla zia Elisabetta Gonzaga. La signoria consortile dura fino alla morte di Galeotto Roberto, avvenuta nel 1432. Galeotto Roberto cercò di continuare la politica intrapresa dal padre a Fano e da Carlo a Rimini, incentivando il commercio di alcuni prodotti e riconoscendo esenzioni sui dazi. Galeotto Roberto fu più incline alla vita politica che non a quella militare, ambito in cui riscosse successi personali dovuti al suo carattere conciliante. Non si rileva un cambiamento nel sistema di governo, sempre più chiara tuttavia è oramai la sovrapposizione tra la camera del Comune e la camera domini: i principali comuni governati dai Malatesta, quello di Rimini e quello di Fano, infatti, non potendo far fronte alle spese, chiedono di unire le finanze comunali a quelle del signore. Tale sistema consentirà al signore di esercitare un maggiore controllo sulla vita interna delle istituzioni comunali.
Grazie alla politica intrapresa dallo zio Carlo, Galeotto Roberto ebbe la protezione dei signori di Mantova, Faenza e Ferrara di cui fu fedele alleato. Importante alleata fu la città di Venezia, soprattutto dal punto di vista economico. Nel 1427 sposò Margherita d’Este, figlia di Niccolò III d’Este signore di Ferrara, da cui però non ebbe figli.
Galeotto Roberto Malatesta è morto in fama di santità dopo soli tre anni di governo e la tradizione storiografica ha finora sottovalutato il suo ruolo politico-diplomatico a vantaggio della sua vicenda agiografica. Ciò si deve alla presenza di alcune leggende, una delle quali scritta dal francescano Nicola da Rimini subito dopo la morte di Galeotto Roberto. Il Malatesta era diventato terziario francescano il 4 ottobre 1431, con queste insegne è rappresentato su un affresco dipinto nell’abside del convento di San Francesco a Rovereto di Saltara. E’ noto come il “beato” Galeotto Roberto, ma non sono mai state istruite pratiche per la sua beatificazione, riconosciuta solo dalla tradizione popolare.
Nei tre anni di governo, a Rimini Galeotto Roberto avviò lavori di ristrutturazione alla residenza fortificata malatestiana cosiddetta del Gattolo.
Nel 1430 ospitò a Rimini due intellettuali venuti al seguito di Cosimo e Lorenzo de’ Medici: Carlo Marsuppini, che dedicò al Malatesta la traduzione del Ad Nicoclem di Isocrate, e Niccolò Niccoli.
Durante il suo breve governo, Galeotto Roberto dovette arginare due tumulti. Il primo si verificò a Rimini nella primavera del 1431 e fu promosso da Giovanni di Ramberto Malatesta che, appoggiato dai Malatesta di Pesaro, tentò invano di prendere la città. Grazie all’alleanza con il signore di Ferrara, all’aiuto militare del fratello Sigismondo Pandolfo, la lealtà dei riminesi e l’appoggio di Venezia la ribellione fallì. Nell’autunno dello stesso anno insorse il popolo di Fano guidato da un ecclesiastico, alla cui repressione contribuirono Sigismondo Pandolfo e le milizie del cugino Carlo di Pesaro.
Morte sopraggiunta a Santarcangelo il 10 ottobre 1432; fu tumulato sotto il sagrato della chiesa di San Francesco di Rimini.
Fonti:
Cronache malatestiane dei secoli XIV e XV, a cura di A.F. Massera, in Rer. Ital. Script., 2a ed., XV, 2, pp. 60-63; B. Branchi, Cronaca malatestiana, a cura di A.F. Massera, ibid., p. 175; T. Borghi, Continuatio Cronice dominorum de Malatestis, a cura di A.F. Massera, ibid., pp. 88 s.; Legenda b. Galeoti Roberti de Malatestis, a cura di C. Bartolucci, in Archivum Franciscanum historicum, VIII (1915), pp. 532-557; Vitae duae b. Galeoti Roberti de Malatestis, a cura di G. Giovanardi, XXI (1928), pp. 62-85.
Studi: C. Clementini, Raccolto istorico della fondatione di Rimino, II, Rimino 1627, pp. 226-269; F.G. Battaglini, Memorie istoriche di Rimino, Bologna 1789, pp. 157, 227-232, 314, 407 s.; L. Tonini, Della storia civile e sacra riminese, V, Rimini nella signoria de' Malatesti, 1, Rimini 1882, pp. 76-79, 81-94, 675-694; G. Giovanardi, Il beato G.R. Malatesti nel suo V centenario, in “Il Rubicone”, IV (1932), pp. 29-33; T. Kaeppeli, Le traduzioni umanistiche di Isocrate, in “Studi romagnoli”, II (1951), pp. 57-65; G. Franceschini, I Malatesta, Varese 1973, pp. 311-320; C. Curradi, I Malatesti. Splendore e decadenza, in Storia Illustrata di Rimini, vol. 1/IV, Milano 1990, pp. 161-176; A.G. Luciani, La signoria di G.R. M. (1427-1432), Rimini 1999; A. Turchini, Il tempio Malatestiano, Sigismondo Pandolfo, Cesena 2000, pp. 44 s., 82, 91, 93 s., 96, 98-102, 104, 108, 121, 154, 169, 197, 313, 380, 397; Bibliotheca sanctorum, VIII, pp. 582 s., A. Falcioni, voce Malatesta (de Malatestis) Galeotto Roberto, DBI, http://www.treccani.it/enciclopedia/galeotto-roberto-malatesta_(Dizionario-Biografico)/, (10/11/2011).