Malvicini di Bagnacavallo, Ruggero


di:
Estremi anagrafici:

Primo decennio del XIII secolo-post 1261.



Durata cronologica della dominazione:

1249-1253.



Espansione territoriale della dominazione:

Ravenna.

Origine e profilo della famiglia:

Famiglia di signori rurali, discendenti forse, come altre dinastie comitali romagnole, dai conti di Imola, il cui potere si era disgregato tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. I M. ebbero relazioni patrimoniali con i vescovi di Imola e di Faenza, ma soprattutto con l’arcivescovo e i monasteri di Ravenna, dai quali ebbero in concessione estesi beni nel Bagnacavallese, che costituirono probabilmente la vera base del loro potere locale. Nella seconda metà del XII secolo i conti parteciparono da protagonisti alle guerre tra i comuni romagnoli impegnati nella costruzione del loro contado, appoggiando militarmente ora l’una ora l’altra città. Alla fine di quel secolo alcuni esponenti della famiglia si integrarono nella vita politica del comune di Ravenna. Nel 1190 Malvicino fu podestà di Ravenna, e nel 1198 compare in posizione di rilievo nel consiglio cittadino insieme a Guido, padre di Ruggero. Nel Duecento i M. concentrarono le loro ambizioni su Ravenna, partecipando alla lotta interna tra le fazioni cittadine. Essi inoltre continuarono a esercitare un dominio signorile su Bagnacavallo e le terre circostanti fino ai primi anni ’50.


Titoli formali:

Podestà.


Modalità di accesso al potere:

Ruggero e il fratello Guido rafforzarono probabilmente la propria influenza negli anni, poco illuminati dalle fonti, in cui Ravenna fu sottoposta al governo dei rettori imperiali di Federico II, tra il 1240 e il 1248. Nel 1248 le truppe bolognesi sottrassero la città all’influenza imperiale e la portarono nel campo filopapale e guelfo, imponendo il podestà bolognese Alberto Caccianemici. Nell’ottobre del 1249, tuttavia, mentre le guarnigioni bolognesi erano fuori città impegnate nella guerra contro Modena, la fazione ghibellina, guidata da Ruggero e Guido, riprese il controllo di Ravenna, cacciandone Guido da Polenta e i guelfi.


Legittimazioni:

Tra il 1249 e il 1253 Ruggero fu podestà di Ravenna, alternandosi con il fratello Guido. Come Paolo Traversari, Ruggero incarna perfettamente la figura del signore capoparte. La sua affermazione e la sua egemonia sulle istituzioni comunali derivarono infatti dal ruolo di leader della fazione ghibellina, che egli aveva assunto riempiendo il vuoto prodotto dall’improvviso cambio di fronte del Traversari, che, erede di una solida tradizione familiare ghibellina, nel 1239 era passato allo schieramento guelfo. Dal 1249 i ghibellini di Ravenna furono infatti indicati come pars comitum, in riferimento proprio ai conti di Bagnacavallo.

 


Caratteristiche del sistema di governo:

Sistemi di alleanza:

Ruggero ebbe il sostegno di Venezia, coinvolta nelle vicende ravennati per il suo interesse commerciale per il sale di Cervia. I veneziani ottennero dal M. concessioni molto ampie, che di fatto riservavano loro la commercializzazione del sale fuori dal distretto ravennate. In più, il conte permise loro di costruire il castello di Marcamò, posto nei pressi di Sant’Alberto, che consentiva loro di controllare tutto il traffico fluviale proveniente da Ravenna, dalle foci del Po di Primaro e da Argenta.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Alla morte dell’arcivescovo Tederico, nel 1250, il papa nominò suo successore Filippo da Pistoia, il quale tuttavia non potè prendere possesso della sua sede fino alla resa di Ruggero, nel 1253.


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Nel 1253 Ruggero e il fratello Guido furono costretti a cedere alle pressioni dei fuoriusciti ravennati, dell’arcivescovo Filippo e delle forze guelfe. Con la pace generale di Romagna, conclusa il 28 febbraio 1253 proprio a Bagnacavallo, i M. persero la loro posizione a Ravenna. Negli anni precedenti, Ruggero e Guido erano stati cacciati da Bagnacavallo dalla fazione guelfa locale, guidata da altri esponenti della loro stessa casata. Essi poterono rientrare, ma nel 1256 Bagnacavallo finì nell’orbita bolognese. I M. persero di fatto anche il controllo della località che dava loro il nome, nella quale, dagli anni ’60, crebbe l’influenza dei conti di Cunio. Nel 1296 Malvicino Malvicini riuscì a strappare Bagnacavallo ai Cunio, che però lo ripresero nel 1308. La famiglia dei conti di Bagnacavallo si estinse nei primi decenni del Trecento.


Principali risorse documentarie:

-       Presso l’Istituzione Biblioteca Cassense di Ravenna: Archivio storico comunale di Ravenna.

-       Presso l’Archivio Diocesano di Ravenna-Cervia: Archivio Arcivescovile di Ravenna – degni di particolare interesse il ricco fondo pergamenaceo e i registri della Mensa arcivescovile – ; Archivio del Capitolo della Cattedrale.

-       Archivio di Stato di Ravenna: archivi delle corporazioni religiose soppresse.

Molti documenti delle varie raccolte cittadine sono stati pubblicati o regestati da M. Fantuzzi e A. Tarlazzi (vedi bibliografia).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: G. Rossi, Historiarum Ravennatum libri decem, hac altera edizione liber undecimo acti…, Venetiis 1589; Spicilegium Ravennatis historiae, sive monumentat historica ad ecclesiam et urbem Ravennatem spectantia, a cura di L. A. Muratori, RIS, I.II, Mediolani 1725, pp. 527-583; M. Fantuzzi, Monumenti ravennati de’ secoli di mezzo per la maggior parte inediti, 6 voll., Venezia 1801-1804; A. Tarlazzi, Appendice ai monumenti ravennati dei secoli di mezzo del conte Marco Fantuzzi, Ravenna 1876;

Studi: L. Malpeli, Dissertazioni sulla storia antica di Bagnacavallo, Faenza 1806; L. Balduzzi, Bagnacavallo e i conti di Cunio, in «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna», s. 2, II (1876), pp. 85-104; Id., Dei conti Malabocca e Malvicini signori di Bagnacavallo, in «Giornale araldico-genealogico-diplomatico», IV (1876-1877), pp. 313 322, 344-355, 382-393; Id., Sugli archivi di Bagnacavallo, in «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le province dell’Emilia», n.s., VII (1881), pp. 69-188; G. Fasoli, I conti e il comitato di Imola (secc. X-XIII), in «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per l’Emilia e la Romagna», VIII (1942-1943), pp. 120-192; A. Torre, La pace di Romagna del 1253, in «Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna», n.s., III (1951-53), pp. 163-180; A. I. Pini, Il Comune di Ravenna fra episcopio e aristocrazia cittadina, in Storia di Ravenna, III: Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 201-253; A. Vasina, I conti e il comitato di Bagnacavallo: contributo di storia politica e istituzionale, in Storia di Bagnacavallo, I, Bologna 1994, pp. 145-161; E. Angiolini, voci Malvicini Malvicino e Malvicini Ruggero, in DBI 68 (2007).


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: