di:
Alma Poloni
1431-post 1484.
1448-1471.
Imola.
Vedi scheda famiglia Manfredi. Taddeo era figlio di Guido Antonio (vedi scheda Astorgio (II) Manfredi).
Vicario generale in temporalibus a Imola per la S. Sede (?).
Imola era stata ceduta nel 1439 da Filippo Maria Visconti – che l’aveva sottratta nel 1424 all’ultimo esponente della locale dinastia signorile degli Alidosi, Ludovico (vedi voce Ludovico Alidosi) – a Guido Antonio, padre del M., come ricompensa per il suo impegno di condottiero al suo servizio. Alla morte di Guido Antonio, nel 1448, Taddeo e gli zii Astorgio (II) e Gian Galeazzo (II) giunsero a un accordo: a Taddeo sarebbe andata la signoria su Imola, mentre Astorgio e Gian Galeazzo avrebbero continuato a esercitare il vicariato su Faenza (vedi scheda Astorgio (II) Manfredi). In realtà, i rapporti tra il M. e gli zii furono sempre pessimi, e Taddeo dovette difendersi da numerosi tentativi di Astorgio (II) di impadronirsi militarmente di Imola.
Nel 1455 Taddeo si rivolse a Francesco Sforza perché intercedesse presso il papa per ottenere la remissione del debito di 2000 fiorini dovuti alla S. Sede per l’investitura della città. Ne dobbiamo dedurre che in qualche momento tra il 1448 e il 1455 il M. aveva ottenuto un riconoscimento formale della propria dominazione, probabilmente la concessione del vicariato apostolico.
Dal punto di vista architettonico, Taddeo volle segnalare una cesura rispetto agli Alidosi, che avevano dominato la città fino al 1424, adibendo a propria residenza il “palazzo nuovo” invece del “palazzo vecchio” (vedi paragrafo “politica urbanistica e monumentale”). È quindi probabile che egli abbia introdotto qualche cambiamento anche nelle forme di esercizio del potere, sia rispetto all’epoca degli Alidosi sia rispetto alla parentesi viscontea. Su questo argomento, tuttavia, abbiamo al momento pochissime informazioni. Sappiamo comunque che gli anziani continuavano a riunirsi, e mantenevano funzioni di governo (vedi scheda Bertrando Alidosi).
Taddeo entrò subito nell’orbita sforzesca, e nel 1454 compare fra gli aderenti di Francesco Sforza in occasione della pace di Lodi. Dal 1455 aImola furono stabilmente stanziate truppe milanesi. L’influenza sforzesca divenne sempre più stringente, e si trasformò in vera e propria tutela quando alla morte di Francesco Sforza, nel 1468, gli successe il figlio Galeazzo Maria, molto meno cauto del padre. Il posizionamento di Taddeo nei conflitti politici romagnoli seguì sempre la direzione indicata dai progetti sforzeschi.
La vincolante alleanza con i duchi di Milano fu sancita anche da due matrimoni: nel1458 Cornelia, sorella di Taddeo, sposò il condottiero sforzesco di origini romagnole Tiberto Brandolini, e nel 1468 Fiordalisa, sorella naturale di Galeazzo Maria Sforza, fu promessa in sposa a Guido detto Guidaccio, figlio del M. Anche il matrimonio, nel 1470, di Zaffira, figlia di Taddeo, con Pino Ordelaffi signore di Forlì si inserì nel tentativo di Galeazzo Maria di riavvicinare gli Ordelaffi al partito sforzesco.
Il M. combattè in più occasioni come condottiero al soldo degli Sforza.
A Imola esistevano due palazzi comunali, il cosiddetto “palazzo vecchio” e il “palazzo nuovo”, costruito su terreni acquisiti dal comune nel corso della prima metà del Duecento. Dalla fine del Trecento il palazzo vecchio, fortemente trasformato, divenne la residenza della famiglia signorile degli Alidosi (vedi voce Bertrando Alidosi). Taddeo scelse invece subito come propria residenza il palazzo nuovo, che negli anni successivi al 1448 fu sottoposto ai lavori di restauro e adattamento necessari per farne una degna dimora signorile. Il M. non si poneva dunque, nemmeno architettonicamente, in continuità con la signoria degli Alidosi. Le magistrature cittadine, compresi gli anziani, avevano invece sede nel palazzo vecchio.
Nel 1471 Galeazzo Maria Sforza cominciò a nutrire il proposito di sbarazzarsi della signoria manfrediana su Imola, mentre Taddeo entrava in contrasto con il figlio Guidaccio. Quest’ultimo, con il consenso dello Sforza e il sostegno di alcuni nobili imolesi, nel dicembre del 1471 si impadronì del potere e rinchiuse il padre nella rocca. Alla fine di dicembre Imola era nella mani dello Sforza, le cui truppe occuparono militarmente la città. Nel marzo del 1473, dopo lunghe trattative, il M. cedette formalmente Imola allo Sforza in cambio di Tortona. Dopo un complesso giro diplomatico tra Galeazzo Maria, Lorenzo de’Medici e papa Sisto IV la città fu consegnata dal duca al cardinale Pietro Riario dietro il pagamento di 40.000 ducati. Nel novembre del 1473 il papa pubblicò la bolla di investitura della città in favore del nipote, il conte Girolamo Riario. Il M. non ottenne neppure Tortona, e trascorse gli ultimi anni di vita combattendo al soldo di Firenze e di Venezia.
Per gli anni di Taddeo una fonte preziosa è costituita dai registri dei notai, conservati nel fondo notarile della sezione di Archivio di Stato di Imola.
Fonti: G. C. Tonduzzi, Historie di Faenza, Faenza 1675; G. B. Mittarelli, Ad scriptores rerum italicarum cl. Muratorii accessiones historicae faventinae, Venetiis 1771; B. Azzurrini, Chronica breviora aliaque monumenta faventina a Bernardo Azzurrino collecta, a cura di A. Messeri, RIS2, XXVIII, 3, Città di Castello 1907, pp. 75, 91 e ss., 237-239; Annales Forolivienses ab origine urbis ad a. 1473, a cura di G. Mazzatinti, RIS2, XXII, II, Città di Castello 1903-1909, pp. 96, 100 e ss., 103;
Studi: C. Manaresi, Francesco Sforza nella contesa fra Astorgio e Taddeo Manfredi, in Archivio storico lombardo, s. 4, VII (1907), pp. 169-199; G. Filippini, Taddeo Manfredi signore di Imola, Urbania 1913; P. Zama, I Manfredi signori di Faenza, Faenza 1954, ad indicem; J. Larner, Signorie di Romagna, Bologna 1972, ad indicem; Faenza nell’età dei Manfredi, Faenza 1990, pp. 26 e ss.; T. Lazzari, Il palazzo comunale nel Medioevo, in Imola, il comune, le piazze, a cura di M. Montanari e T. Lazzari, Imola 2003, pp. 45-78; I. Lazzarini, voce Manfredi Taddeo, in DBI 68 (2007); Arte gotica a Imola. Affreschi ritrovati in San Francesco e in San Domenico, a cura di Claudia Pedrini, Imola 2008.