Manfredo IV di Saluzzo


di:
Estremi anagrafici:

1262-1340



Durata cronologica della dominazione:

Marchese di Saluzzo dal 1296 al 1332; signore di Asti, insieme a Giovanni I marchese di Monferrato, dal maggio 1303 al maggio 1304.



Espansione territoriale della dominazione:

Nel 1303 prende Asti con il marchese di Monferrato Giovanni grazie all'aiuto della fazione ghibellina della città, capitanata dai Da Castello. La signoria dei due marchesi dura un anno: nel maggio 1304 la fazione guelfa dei Solero, sostenuta da Filippo d'Acaia e da Carlo II d'Angiò, torna a capo della città. I tentativi dei marchesi di riconquistarla falliscono definitivamente con la nomina di Filippo d'Acaia a capitano generale di Asti (ott. 1304). La breve vicenda astigiana dà comunque la possibilità a M. di aggiungere ai propri domini Cavallermaggiore e Fossano con il suo distretto (il primo è ottenuto per conquista armata, il secondo gli fa dedizione il 10 giu. 1304 e farà parte del marchesato fino al 1313, anno della dedizione a Filippo d'Acaia). Il testamento del marchese di Monferrato Giovanni I (1305), che pone la terra e il marchesato "in custodia, protectione, defensione et gubernatione" del comune di Pavia, del conte di Lomello Filippone Langosco e dello stesso marchese di Saluzzo "ut eam regant, gubernent et defendent usque ad eventum haeredis", costituisce la premessa negli anni successivi per le rivendicazioni, mai concretizzate, di M. alla successione del marchesato contro Teodoro Paleologo. In conseguenza della fedeltà e dei servigi prestati durante la discesa in Italia, M. riceve dall'imperatore Enrico VII nel 1313 numerosi diplomi (non sappiamo se tutti autentici), che concernono l'investitura del marchesato di Saluzzo, della giurisdizione sui luoghi di Cherasco, Savigliano, Fossano, Cuneo e Mondovì, e infine della città di Alba col contado e di alcune terre in Sicilia. Di fatto molti di questi luoghi, fra cui Alba, risultano l'anno successivo ceduti dallo stesso M. a Filippo d'Acaia.

Origine e profilo della famiglia:

Vedi alla voce Saluzzo, famiglia.


Titoli formali:

"marchese di Saluzzo" (Manfredus marchio Saluciarum); nel 1306 e seguenti, nel pieno dello scontro con Teodoro I Paleologo per succedere nel governo del marchesato di Monferrato dopo la morte senza eredi di Giovanni I, M. si intitola "marchio Saluciarum et Montisferrati".


Modalità di accesso al potere:

Eredita il marchesato dal padre Tommaso di Saluzzo.


Legittimazioni:

dall'alto:

1300, nov. 6: il conte di Savoia Amedeo V investe M. di Barge, Busca e Bernezzo, e il "dominium et seignoriam" di Scarnafigi (inv. riconfermata il 1325, ott. 12 dal conte di Savoia Edoardo)

1305: Alberto re dei romani investe M. del marchesato di Monferrato (Tallone, doc. 728, ma di autenticità dubbia).

1305, gen. 18: Giovanni I marchese di Monferrato nel suo testamento dispone che se non nascono eredi dalla moglie o dalle sorelle il successore sia M. marchese di Saluzzo; nella stessa occasione lo nomina "gubernator" e "defensor" del marchesato per il periodo di vacanza successivo alla sua morte (esistono versioni diverse del testamento: cfr. Tallone, doc. 729 e Muletti, III, p. 59).

1305, ag. 27: M. dona al conte di Savoia Amedeo V il castrum e la villa di Saluzzo e in generale tutti gli altri luoghi del marchesato di Saluzzo e del marchesato di Monferrato, e ne viene reinvestito (Tallone, doc. 747).

1313, mag. 8: l'imperatore Enrico VII investe M. del marchesato di Saluzzo e della città e del contado di Alba.


Caratteristiche del sistema di governo:

Marchesato. Istituisce per la cognizione delle cause nel marchesato l'ufficio di vicario generale, che aveva sede a Saluzzo (1300); il primo ad occupare la carica è il giudice cremonese Gilio de Piperatis, che lascia l'incarico l'anno successivo, quando diventa signore di Cremona. La concessione da parte di M. di franchigie alle comunità del dominio, che comincia già nei primi anni di governo (Saluzzo 1299, Racconigi 1300), si fa più frequente con la crescente necessità di reperire fondi per finanziare le numerose iniziative politico-militari - di carattere espansionistico, come la conquista di Asti e la lotta per la successione al marchesato del Monferrato, o difensivo per le aggressioni degli Angiò e degli Acaia - e la difficoltà di gestire la successione del marchesato, contesa fra i figli Federico e Manfredo (in part. Revello 1312 e 1327, Saluzzo 1325).

Asti. Dopo la conquista di Asti, portata a termine con il marchese di Monferrato Giovanni I nel 1303, buona parte delle famiglie guelfe furono espulse dalla città e, sotto la protezione di Filippo principe d'Acaia, si rifugiarono in Alba e a Chieri, mentre i marchesi di Monferrato e di Saluzzo occuparono rispettivamente le case dei Falletti e dei Trotta. In città fu nominato podestà il genovese Manuele Spinola. Contro gli espulsi i marchesi e gli astigiani attuarono diverse spedizioni: nella dedizione di Alba a Carlo II d'Angiò (23 lug. 1303: Tallone, doc. 721) si cita l'ostilità del marchese di Saluzzo e della città di Asti che "contra dictam civitatem faciunt guerram".


Sistemi di alleanza:

Ghibellino, opera spesso in accordo con i marchesi di Monferrato; contrastano i suoi tentativi di espansione gli Angiò - Carlo II e il successore Roberto - e Filippo d'Acaia, di cui i marchesi di Saluzzo erano formalmente vassalli. Risulta alleato del marchese di Monferrato contro i comuni di Mondovì, Alba, Cherasco, Cuneo e Savigliano (che avevano stretto una lega nel 1298: Tallone, doc. 706), nelle leghe antiviscontee del 1299 e del 1301 e nella conquista di Asti portata a termine di comune accordo nel 1303. M., cercando di cautelarsi da potenziali aggressioni dei poteri confinanti, stringe un'alleanza con il Delfino Umberto, sancita dall'accordo per il matrimonio fra i rispettivi figli, Federico e Margherita (nella stessa occasione stabilisce che Federico gli succeda al marchesato). Per difendere i propri domini dalle mire espansionistiche di Carlo II d'Angiò e ottenere appoggi nella sua pretesa di succedere al marchesato del Monferrato dopo la morte senza eredi di Giovanni I (1305) M. cerca l'appoggio di Amedeo V, ma dopo una lunga contesa il marchesato di Monferrato passa a Teodoro I Paleologo. Nel nov. 1306 contro M. si coalizzano lo stesso Teodoro e Filippo principe d'Acaia, che progettava il recupero di alcuni luoghi del marchesato di Saluzzo. La morte di Carlo II e l'avvento al potere di Roberto d'Angiò inaugurano una nuova serie di aggressioni al marchesato di Saluzzo. M. compare spesso al seguito dell'imperatore Enrico VII durante il suo viaggio in Italia: quest'ultimo si fa promotore della pace fra il marchese di Saluzzo e Teodoro I marchese di Monferrato (3 nov. 1311), mentre nel 1313 concede a M. una serie di località, fra cui Alba, il cui possesso da parte del marchese si rivela però del tutto effimero. Durante la ribellione del primogenito Federico, che nel 1323 era stato estromesso dalla successione a favore del figlio della seconda moglie (Manfredo V) ed aveva quindi proceduto all'occupazione armata del marchesato, M. ha inizialmente l'appoggio di Filippo d'Acaia.

Matrimoni: nel 1287 M. sposa Beatrice di Hohenstaufen, dalla quale ha un figlio, Federico; morta Beatrice si risposa con Isabella Doria, dalla quale ha tre figli, Manfredo, Bonifacio, Teodoro. Sotto l'influenza della seconda moglie, M. modificò la successione favorendo il primo figlio avuto dalla medesima, Manfredo (V), a scapito del primogenito Federico e suscitando così una lunga contesa per la successione.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

1305: "governatore" e "difensore" del marchesato di Monferrato insieme al comune di Pavia e a Filippone Langosco conte di Lomello (Manfredus marchio Saluciarum gubernator marchionatus Montisferrati). Con testamento del 18 gen. 1305 Giovanni I marchese del Monferrato pone "custodiam terrae sue et marchionatus sub gubernio communis Papie, Mainfredi marchionis Salutiarum et comitis Philipponi de Langusco". In forza di questi atti M. opera col titolo di "vicarius et gubernator marchionatus Montisferrati".


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Promuove a Saluzzo l'ingresso dei domenicani.


Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

M. si trova ad affrontare la ribellione del primogenito Federico: con testamento del 1323 il marchese di Saluzzo, che in precedenza aveva già associato Federico nel governo del marchesato, decide di istituire suo erede universale il figlio avuto dalla seconda moglie Isabella Doria, Manfredo. La guerra che ne deriva oltrepassa i confini del marchesato coinvolgendo il Delfino e Filippo principe d'Acaia, schierati dalla parte di Federico, e i Visconti, interessati a trarre profitto dalla situazione. In seguito all'arbitrato di Amedeo VI conte di Savoia il 29 lug. 1332 viene stipulato un trattato che assegna il marchesato a Federico. M. abdica.


Giudizi dei contemporanei:

"Furcifer est marchio nobis, et resistere non possumus", avrebbero detto, secondo il Ventura, in riferimento al marchese di Saluzzo alcuni astigiani di parte ghibellina per scoraggiare la resistenza della città.


Fine della dominazione:

Abdicazione nel 1332 a favore del primogenito Federico.


Principali risorse documentarie:

I principali fondi per le vicende di M. sono conservati nella sezione antica dell'Archivio Storico del Comune di Saluzzo e nell'Archivio di Stato di Torino (in particolare le serie: Paesi, Città e Provincia di Saluzzo; Paesi, Marchesato di Saluzzo; Monferrato, Feudi per A e B, b. 61; Camera dei Conti Piemonte, art. 788 = Titoli e scritture intorno al Marchesato di Saluzzo).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

D. Muletti, Storia di Saluzzo e de' suoi marchesi con documenti, 6 voll., Saluzzo, 1829-1833;

L. Provero, Dai marchesi Del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo: sviluppi signorili entro quadri pubblici (secc. XI-XII), Torino, 1992;

A. Tallone, Regesto dei Marchesi di Saluzzo: 1091-1340, Pinerolo, 1906 (BSSS 16).


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: