di:
Gian Paolo G. Scharf
? – post 1371.
1370-1371 luglio 7.
I Montaut furono una famiglia della bassa nobiltà francese, originaria della Linguadoca; a metà del Trecento il matrimonio di Guillaume, padre di Raymond, con Delphine de Grimoard permise ai Montaut un salto di qualità, visto che la famiglia della sposa oltre a detenere la signoria di Grizac era legata agli ambienti di curia. Il fratello maggiore di Delphine, Guillaume, era abate di s. Vittore di Marsiglia e aveva svolto importanti incarichi diplomatici per il papato avignonese, quando fu eletto papa col nome di Urbano V, pur non essendo cardinale. Anche il secondo fratello di Delphine, Ang(e)lic era un personaggio di curia e fu fatto cardinale dal fratello nel 1366. Urbano V, oltre a proteggere il nipote, gli cedette la signoria di Grizac.
Non sono rimaste fonti che attestino un qualche titolo formale del M.; data la natura di concessione imperiale della signoria è probabile che essa si configurasse come vicariato regio; nel trapasso di Sansepolcro ai Malatesta si menziona semplicemente il “dominus” della terra, mentre in atti notarili posteriori si parla di signore generale.
Il M. ebbe la signoria su Sansepolcro grazie a una concessione imperiale di Carlo IV, che intendeva gratificare il papa regnante nella persona del nipote.
Come detto per i titoli mancano le fonti in merito a una legittimazione formale della signoria, che è tuttavia probabile nei termini di vicariato imperiale.
Non risulta che il M. si sia mai recato a Sansepolcro, ma sembra si sia limitato a nominare un procuratore che prendesse possesso della terra e fungesse da suo vicario, sovrapponendosi semplicemente all’organismo comunale che fu mantenuto in toto. Nel 1371 il vicario era Manente da Spoleto.
Trattandosi di nipote del papa (signore almeno di nome di tutte le terre della vicina Umbria), munito di concessione imperiale, il M. nel suo breve governo non ebbe bisogno di allacciare alcuna alleanza.
Non sono rimaste fonti in merito a eventuali dissensi nei confronti della signoria del M.; per la leggera consistenza della signoria si deve ritenere che il tasso di consenso fosse comunque alto.
Morto il pontefice Urbano V, zio del M., il signore reputò conveniente vendere la signoria a Galeotto Malatesta di Rimini, che ottenne prima un nulla osta pontificio e quindi effettuò l’acquisto il 7 luglio 1371 per 17.000 ducati d’oro.
Archivio di Stato di Firenze, Notarile Antecosimiano, nn. 16180, 7092; Archivio di Stato di Rimini, Diplomatico, n. 2390, 1371 luglio 7; Archivio della Santissima Annunziata, Firenze, Fondo Sansepolcro, Pergamene, Cassetta 2, n. 202, 19 maggio 1371.
Fonti: Historia Burgi, in Cronache Quattrocentesche di Sansepolcro, a cura di G.P.G. Scharf, in corso di stampa; L. Tonini, Appendice di documenti al volume IV della Storia di Rimini del comm. dott. Luigi Tonini, in Rimini nella Signoria de' Malatesti. Parte prima che comprende il secolo XIV: con appendice di documenti compresi in separato volume (Storia di Rimini, IV, 2), pp. 297-309.
Studi: G. Franceschini, Il cardinale Anglico Grimoard e la sua opera di Legato nella regione umbro-marchigiana, in “Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria”, vol. LI (1954), pp. 45-72; E. Sabbadini, Un pontefice avignonese pacificatore dell'Italia: Urbano V (Benedettino), in "Rivista Cisterciense", 2, 1985, pp. 241-57; Dizionario storico del Papato, a cura di Ph. Levillain, II, Milano, Bompiani, 1996, s.v., pp. 1491-92; G.P.G. Scharf, La signoria di Galeotto Malatesti a Sansepolcro, in La signoria di Galeotto I Malatesti (1355-1385), a cura di C. Cardinali e A. Falcioni, nella collana "Le signorie dei Malatesti", XV, Centro studi malatestiani, Bruno Ghigi editore, Rimini 2002, pp. 265-299; Id., Borgo San Sepolcro a metà del Quattrocento: istituzioni e società (1440 – 1460), Firenze, L.S. Olschki, 2003, § 1.2.