Ordelaffi, Francesco (I) detto Cecco


di:
Estremi anagrafici:

?-1331.



Durata cronologica della dominazione:

1315-1331.



Espansione territoriale della dominazione:

Forlì.

Origine e profilo della famiglia:

Vedi scheda famiglia Ordelaffi. Cecco era fratello di Scarpetta.


Titoli formali:

Capitano del popolo; vicario imperiale?


Modalità di accesso al potere:

Nel 1315 Cecco riuscì a prendere il potere a Forlì con l’appoggio dei Calboli, suoi vecchi nemici. Pochi mesi dopo egli costrinse i Calboli all’esilio, e fu eletto capitano del popolo dai consigli cittadini.


Legittimazioni:

Cecco fu capitano del popolo dal 1315 almeno al 1323. Secondo la tradizione locale, non suffragata tuttavia da conferme documentarie, egli sarebbe anzi stato eletto capitano a vita. L’unico documento pubblico relativo a questa fase è un trattato di alleanza concluso da Cecco con Nicolò di Marsilio, sindicus del doge veneziano Giovanni Soranzo. Nell’atto, Cecco agisce nella veste di capitaneus populi Forlivii, e, si specifica, ex arbitrio et potestate sibi concessis per reformationem consilii Quadrigentorum civitatis Forlivii, cioè su mandato del consiglio generale. Queste formule parrebbero escludere una modifica formale agli equilibri istituzionali del comune di popolo.

La storiografia locale riferisce anche dell’investitura di Cecco a vicario imperiale da parte di Ludovico il Bavaro. Anche se la notizia pare plausibile, considerata la solida fedeltà ghibellina degli O., non esiste attestazione documentaria in proposito.


Caratteristiche del sistema di governo:

Vedi scheda Scarpetta Ordelaffi.


Sistemi di alleanza:

Cecco rimase fedele alla tenace scelta ghibellina della sua famiglia. Dopo un breve periodo di buone relazioni con il papato, nel 1320 egli aderì alla lega ghibellina capeggiata dai Montefeltro e dai fuoriusciti di Toscana, che si contrapponeva alla lega guelfa capeggiata dai Malatesta. Nel 1321 Cecco riuscì a ottenere l’adesione a questa alleanza anche di Venezia, che proprio con l’O. e con Forlì strinse un trattato per contrastare Ravenna, che contendeva ai veneziani il possesso di Cervia.

 


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Consenso e dissensi:

La scelta, da parte di Cecco, della carica di capitano del popolo parrebbe avvalorare le indicazioni delle cronache, secondo le quali l’ascesa dell’O. sarebbe stata sostenuta dai gruppi sociali che si esprimevano politicamente nel populus.

Prima Fulcieri Calboli, nel 1322, e poi gli Argogliosi, nel 1327 – i guelfi Calboli e i ghibellini Argogliosi erano i principali antagonisti dell’ascesa al potere degli O. –, cercarono di organizzare una sollevazione popolare contro Cecco, ma entrambi i tentativi furono sventati.

 


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Dopo l’abbandono dell’Italia da parte di Ludovico il Bavaro, e il ripiegamento delle forze ghibelline, Cecco fu l’unico a non cedere alle pressioni del legato pontificio Bertrand du Poujet. Le truppe del cardinale cinsero d’assedio la città, che fu conquistata alla fine del 1331 e dovette accettare un vicario e un tesoriere pontificio. Cecco, tuttavia, morì prima della fine dell’assedio.


Principali risorse documentarie:

La documentazione relativa alla storia di Forlì e degli O. nel Medioevo è andata quasi totalmente perduta, e le ricostruzioni storiografiche sono fondate sui testi cronachistici, per di più molto successivi ai fatti considerati. L’unica fonte di una certa rilevanza è il cosiddetto Libro Biscia dell’abbazia di S. Mercuriale, un cartulario pergamenaceo depositato presso l’Archivio di Stato di Forlì. Si tratta di un registro nel quale sono stati trascritti, a partire dal tardo XIII secolo, vari contratti relativi ai possedimenti dell’abbazia, risalenti sino alla fine del IX secolo. Gli atti giungono fino agli ultimi anni del Trecento, e sono editi fino all’anno 1200 (vedi bibliografia).


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: L. Cobelli, Cronache Forlivesi di L. C., a cura di G. Carducci e di E. Frati, Bologna 1874; Petri Cantinelli chronicon, a cura di F. Torraca, RIS2, XXVIII, 2, Città di Castello 1902; Annales Forolivienses ab origine urbis ad a. 1473, a cura di G. Mazzatinti, RIS2, XXII, II, Città di Castello 1903-1909; Magistri Tolosani Chronicon Faventinum, a cura di G. Rossini, RIS2, XXVIII, 1, Bologna 1936; Il «Libro Biscia» di S. Mercuriale di Forlì, vol. I (894-1178), a cura di S. Tagliaferri e B. Gurioli, Forlì 1982; Il «Libro Biscia» di S. Mercuriale di Forlì, vol. II (1178-1200), a cura di S. Tagliaferri e B. Gurioli, Forlì 1987;

Studi: G. Pecci, Gli Ordelaffi, signori di Forlì, Faenza 1955; F. L. Ravaglia, Scarpetta degli Ordelaffi Signore di Forlì, Forlì 1955; Id., Il primo Pino degli Ordelaffi, Forlì 1956; Id., Le case degli Ordelaffi in Forlì, Forlì 1958; E. Balzani Maltoni, La famiglia degli Ordelaffi dall’origine alla signoria, in «Studi Romagnoli», XI (1960), pp. 247-272; Ead., La signoria di Francesco Ordelaffi, in «Studi Romagnoli», XV (1964), pp. 233-276; A. Vasina, I romagnoli fra autonomie cittadine e accentramento papale nell’età di Dante, Firenze 1965, ad indicem; J. Larner, Signorie di Romagna. La società romagnola e l’origine delle Signorie, Bologna 1972, ad indicem; A. Vasina, Romagna Medievale, Ravenna 1970, ad indicem; Id., Forlì nel medioevo: aspetti e momenti del suo sviluppo sociale ed edilizio, in «Studi Romagnoli», XXIII (1972), pp. 13-33; Id., Forlì nel medioevo: società e cultura, in Forlì: società e cultura, Forlì 1975; A. Calandrini, G. M. Fusconi, Forlì e i suoi vescovi. Appunti e documentazione per una storia della chiesa di Forlì, Forlì 1985; Storia di Forlì, vol. II, Il Medioevo, a cura di A. Vasina, Bologna 1990; A. Poloni, voce Ordelaffi Scarpetta, in DBI, in corso di stampa.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: