di:
Alma Poloni
1302-1310.
Forlì; Pino, fratello di Scarpetta, fu signore di Bertinoro tra il 1306 e il 1310.
Vedi scheda famiglia Ordelaffi.
Podestà; capitano del popolo.
Scarpetta si affermò attraverso la stretta vicinanza a Maghinardo Pagani da Susinana, signore di Forlì dal 1299 al 1302. Alla morte di questi egli prese il suo posto tanto come capo dei ghibellini di Romagna quanto nel dominio su Forlì.
Francesco I (Cecco) O., fratello di Scarpetta, fu podestà di Forlì nel 1301; nel 1303 Scarpetta fu podestà e Cecco capitano del popolo; nel 1307 Scarpetta fu podestà e capitano del popolo insieme, e nel 1309 solo capitano del popolo. Non sembra dunque che gli O. abbiano tentato in questa fase una forzatura dei meccanismi istituzionali. Il consenso di cui godette Scarpetta, tuttavia, derivò soprattutto dal ruolo di leader dei ghibellini di Romagna, che gli fu riconosciuto dopo la morte di Maghinardo Pagani di Susinana nel 1302, e più in generale di punto di riferimento delle forze ghibelline e “bianche” italiane, formalizzato nella carica di capitano della parte bianca fiorentina.
La povertà della documentazione non ci consente di sapere quasi nulla sul sistema di governo esistente a Forlì tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. L’unica cosa sicura è che si trattava di un comune di popolo, anche se pare certo che l’affermazione del popolo, avvenuta verso la metà degli anni ‘50, fosse legata, come in altre realtà romagnole, all’influenza esercitata da Bologna tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’70. A un collegio di anziani, sulla cui composizione non sappiamo nulla, si affiancava un consiglio dei Quattrocento, probabilmente corrispondente al consiglio generale di altre realtà cittadine.
Gli O. si affermarono, a partire dagli anni ’70 del Duecento, nell’ambito del sistema di alleanze ghibelline guidato prima da Guido da Montefeltro e poi da Maghinardo Pagani da Susinana. Alla morte di Maghinardo, come si è detto, Scarpetta divenne egli stesso punto di riferimento per i ghibellini non solo di Romagna. Egli mantenne questo ruolo fino al 1311, quando fu imprigionato a Castrocaro, insieme al fratello Pino e al loro nipote Bartolomeo, da Gilberto de Santilla, rappresentante di Roberto d’Angiò, che nel 1310 era stato nominato da papa Clemente VII vicario e rettore di Romagna. I tre O. rimasero prigionieri fino al 1317, ma quando Scarpetta tornò libero il contesto politico generale era irrimediabilmente mutato, e anche all’interno della famiglia le redini erano passate nelle mani del fratello Cecco.
Scarpetta fu capitaneus generalis partis Blanchorum de Florentia nel 1302-1303.
Peppo, fratello di Scarpetta, , pievano di S. Martino in Strada e visconte arcivescovile nel Forlimpopolese, nel 1303 si fece eleggere vescovo di Forlimpopoli, ma non riuscì a ottenere la conferma da papa Bonifacio VIII.
Scarpetta è celebre per aver ospitato a Forlì Dante Alighieri nei primi anni del Trecento. Alcuni eruditi hanno perciò parlato di una «corte» dell’O. Si tratta tuttavia di un anacronismo scarsamente giustificato, dal momento che è evidente che il legame con Dante era soprattutto di natura politica. Come si è detto, Scarpetta ricoprì proprio in quegli anni la carica di capitano della parte bianca di Firenze.
Nel 1311 Gilberto de Santilla, inviato in Romagna da re Roberto d’Angiò, nominato vicario e rettore di Romagna da papa Clemente V nel 1310, fece imprigionare a Castrocaro tutti i capi ghibellini, tra i quali Scarpetta, il fratello Pino e il loro nipote Bartolomeo. Essi furono liberati solo nel 1317, ma ormai la personalità di riferimento degli Ordelaffi era diventato il fratello di Scarpetta, Francesco.
La documentazione relativa alla storia di Forlì e degli O. nel Medioevo è andata quasi totalmente perduta, e le ricostruzioni storiografiche sono fondate sui testi cronachistici, per di più molto successivi ai fatti considerati. L’unica fonte di una certa rilevanza è il cosiddetto Libro Biscia dell’abbazia di S. Mercuriale, un cartulario pergamenaceo depositato presso l’Archivio di Stato di Forlì. Si tratta di un registro nel quale sono stati trascritti, a partire dal tardo XIII secolo, vari contratti relativi ai possedimenti dell’abbazia, risalenti sino alla fine del IX secolo. Gli atti giungono fino agli ultimi anni del Trecento, e sono editi fino all’anno 1200 (vedi bibliografia).
Fonti: L. Cobelli, Cronache Forlivesi di L. C., a cura di G. Carducci e di E. Frati, Bologna 1874; Petri Cantinelli chronicon, a cura di F. Torraca, RIS2, XXVIII, 2, Città di Castello 1902; Annales Forolivienses ab origine urbis ad a. 1473, a cura di G. Mazzatinti, RIS2, XXII, II, Città di Castello 1903-1909; Magistri Tolosani Chronicon Faventinum, a cura di G. Rossini, RIS2, XXVIII, 1, Bologna 1936; Il «Libro Biscia» di S. Mercuriale di Forlì, vol. I (894-1178), a cura di S. Tagliaferri e B. Gurioli, Forlì 1982; Il «Libro Biscia» di S. Mercuriale di Forlì, vol. II (1178-1200), a cura di S. Tagliaferri e B. Gurioli, Forlì 1987;
Studi: G. Pecci, Gli Ordelaffi, signori di Forlì, Faenza 1955; F. L. Ravaglia, Scarpetta degli Ordelaffi Signore di Forlì, Forlì 1955; Id., Il primo Pino degli Ordelaffi, Forlì 1956; Id., Le case degli Ordelaffi in Forlì, Forlì 1958; E. Balzani Maltoni, La famiglia degli Ordelaffi dall’origine alla signoria, in «Studi Romagnoli», XI (1960), pp. 247-272; Ead., La signoria di Francesco Ordelaffi, in «Studi Romagnoli», XV (1964), pp. 233-276; A. Vasina, I romagnoli fra autonomie cittadine e accentramento papale nell’età di Dante, Firenze 1965, ad indicem; J. Larner, Signorie di Romagna. La società romagnola e l’origine delle Signorie, Bologna 1972, ad indicem; A. Vasina, Romagna Medievale, Ravenna 1970, ad indicem; Id., Forlì nel medioevo: aspetti e momenti del suo sviluppo sociale ed edilizio, in «Studi Romagnoli», XXIII (1972), pp. 13-33; Id., Forlì nel medioevo: società e cultura, in Forlì: società e cultura, Forlì 1975; A. Calandrini, G. M. Fusconi, Forlì e i suoi vescovi. Appunti e documentazione per una storia della chiesa di Forlì, Forlì 1985; Storia di Forlì, vol. II, Il Medioevo, a cura di A. Vasina, Bologna 1990; A. Poloni, voce Ordelaffi Scarpetta, in DBI, in corso di stampa.