di:
Jean-Claude Maire Vigueur
+ 1345.
1341-1345.
Orvieto e la parte del contado rimasta sotto il controllo del comune.
Anche se mancano riscontri documentari irrefutabili, Matteo deve essere il figlio di quel Poncello (o Napoleone) Orsini, del ramo degli Orsini di Soriano, che fu signore di Orvieto nel periodo compreso tra il 1315 e il 1321 (vedi scheda Poncello Orsini). Si tratta quindi di un barone romano con forti interessi signorili e patrimoniali nel Patrimonio.
Capitano del popolo da marzo a settembre 1341 poi riconfermato due volte per sei mesi. Impossibile, allo stato attuale della ricerca, precisare le cariche che gli furono affidate in seguito (Pardi, La signoria di Ermanno Monaldeschi..., p. 151, lo dice “conservatore” nel 1343.)
Del tutto pacifiche: Matteo si vide attribuire la carica di capitano del popolo secondo la normale procedura di nomina a questa carica.
Matteo governa con il sostegno della fazione nobiliare allora prevalente all’interno del comune, quella che fa capo ai Monaldeschi della Vipera, che sono probabilmente all’origine della sua chiamata a Orvieto come capitano del popolo. Dopo poco tempo del resto, Matteo esercita il potere in stretta collaborazione con colui che diventa allora il capo di questa fazione, il suo parente per alleanza Benedetto di Bonconte (vedi scheda Benedetto Monaldeschi). Il sistema di potere si trasforma cosi’ in una diarchia o cosignoria, sistema che riceve una sanzione legale quando, il 15 aprile 1345, “dominus Matteus in palatio populi existens statuit quod, pro offensis emulorum et defensione civitatis et comitatus, Benedictus domini Boncontis habeat tantam auctoritatem quantam habent omnia consilia civitatis, salvo arbitrio dicti domini Matthei” (Pardi, La signoria di Ermanno Monaldeschi …, p. 152, vedi Bibliografia)
Matteo rimane fedele al sistema di alleanza guelfo e intrattiene ottimi rapporti con il rettore del Patrimonio, il quale assume per quasi un anno e mezzo la carica di capitano poi quella di podestà.
Matteo, a dispetto della sua carica di capitano del popolo, non sembra aver attuato una politica tale da guadagnargli il consenso dei ceti popolari. Gode invece dell’adesione della fazione nobiliare che ha probabilmente sponsorizzato la sua nomina a capitano
Matteo viene ucciso nell’agosto del 1345 da un nobile mentre la guerra tra le fazioni nobiliari divampa nel contado e quindi in un momento di grande difficoltà per la diarchia al potere.
Numerosi registri dell’amministrazione comunale, a cominciare dalla serie completa dei registri delle delibere dei consigli (=Riformagioni)
G. Pardi, La Signoria di Ermanno Monaldeschi in Orvieto, in Studi e documenti di storia e di diritto, 16 (1895), p. 57-84, 133-183; D. Waley, Medieval Orvieto. The Political History o fan Italian City-State 1157-1334, Cambridge 1952, pp. 141-142 (trad. it. Orvieto medievale, Roma 1985).