di:
Jean-Claude Maire Vigueur
ca 1347-1390.
1378-primi mesi del 1379, 1380-1390.
Oltre ai suoi domini signorili della valle dell’Aniene e dell’Abruzzo, Rinaldo si impadronisce di Spoleto nel 1383 e poco tempo dopo della città di L’Aquila. Grazie alle sue conquiste militari, tra il 1383 e i 1389 arriva a controllare, direttamente o indirettamente (impossibile essere più preciso allo stato attuale della ricerca) una vasta zona che va da gran parte del Patrimonio a Narni e Spoleto e alla quale si aggiungono i domini personali del l’O. nella valle dell’Aniene e la Marsica. Nel 1380 gli è stato conferito il titolo di conte di Tagliacozzo dalla regina Giovanna di Napoli.
I risultati ottenuti da Rinaldo grazie alla sua intraprendenza militare rappresentano il primo esempio in Italia centrale di un modello di dominazione politico-territoriale che verrà poi ripreso e talvolta ampliato da altri condottieri, prima tra tutti Braccio da Montone.
Figlio di Orso di Giacomo Orsini signore di Tagliacozzo, appartiene a un ramo degli Orsini di Roma molto più attiva nell’area ai confini del Lazio e dell’Abruzzo e molto legata ai sovrani angioini dai quali hanno ricevuto in feudo vari castelli. Orfano all’età di tredici anni circa, Rinaldo beneficia della protezione dello zio Rinaldo, cardinale di S. Adriano, grazie al quale ottiene nel 1376 il primo incarico al servizio della Chiesa: è nominato rettore del Ducato di Spoleto. Poco tempo dopo il nuovo papa Urbano VI lo nomina rettore del Patrimonio, incarico che ricoprirà fino al 1379, usando questo incarico, come dice F. ALLEGREZZA, Organizzazione del potere e dinamiche familiari, p. 116, per tessere “una fitta rete di alleanza clientelari nei centri dominati”.
1378: rector, gubernator et capitaneus generalis.
Mentre ricopriva la carica di rettore del Patrimonio, Rinaldo nel 1378 è nominato da Urbano VI capitano della città di Orvieto. Secondo ALLEGREZZA, Organizzazione del potere e dinamiche familiari, p. 117, la cura messa da Rinaldo a riordinare le finanze del comune e a riorganizzare le sue strutture amministrative sta a dimostrare che già allora Rinaldo ambiva a fare di Orvieto il centro di un’ampia dominazione territoriale. Rinaldo tuttavia preferirà abbandonare la città nella primavera del 1379 quando Urbano VI, preoccupato dalla sua crescente autonomia, gli mandò come vicario il cardinale Giovanni Fieschi. Nell’aprile del 1380 Rinaldo abbandona il partito del papa romano Urbano VI per quello del papa avignonese Clemente VI, probabilmente per avere maggiore libertà di azione in Italia centrale. Nel contempo si impone come uno dei più importanti condottieri operanti in Italia centrale, reclutando una parte delle sue truppe tra i dipendenti delle sue signorie abruzzesi. Rinaldo riconquista il potere a Orvieto nel 1380 grazie all’appoggio di una compagnia di Brettoni e della fazione dei Muffati, nella quale sono confluiti i Monaldeschi della Cervara e del Cane.
La bibliografia è purtroppo molto scarsa di dati su questo punto. Impossibile dunque dire se i consigli hanno conservato durante la sua Signoria un ruolo di qualche peso nel governo della città o, come mi pare più plausibile, se sono stati progressivamente esautorati da ogni reale prerogativa. Significativo di un’evoluzione in tal senso il fatto che negli ultimi anni della Signoria i Sette sono direttamente nominati dal luogotenente del Signore. D’altra parte il fatto che il Signore sia il più delle volte assente da Orvieto, o per via dei suoi incessanti spostamenti e perché preferisce risiedere in altri centri della sua dominazione, come Spoleto, potrebbe aver contribuito ad attenuare il carattere autoritario del regime e ridato un po’ di fiato ai tradizionali canali di partecipazione alla vita politica. Anche se, a dire la verità, è probabile che Rinaldo abbia sottoposto ad uno stretto controllo l’azione dei vicari o luogotenenti da lui scelti per sostituirlo nel governo della città.
Sostenitore in un primo momento del papa di Roma, Urbano VI, Rinaldo cambia casacca nel 1380 e da allora rimarrà fedele al papato avignonese e ai sovrani di Napoli che sono tra i più attivi avversari del papato romano.
Rinaldo padrone (ma con quale titolo? Impossibile dirlo per il momento) di Spoleto e di L'Aquila, forse anche di Narni e di altri centri dell’area tra Patrimonio e Ducato.
Rinaldo gode nella prima fase della sua dominazione di una forte popolarità, dovuta probabilmente alla sua capacità di riportare ordine e sicurezza nella città nonché alle sue misure di riorganizzazione amministrativa e finanziaria. Tornato al potere nel 1380 con l’appoggio di una delle due principali fazioni nobiliari, espelle dalla città i membri dell’altra fazione. Pare che successivamente si sia allontanato dai suoi sostenitori della fazione dei Muffati ma mancano per tutto il periodo dal 1380 al 1390 indizi inequivocabili dei sentimenti della popolazione nei suoi riguardi.
Rinaldo muore assassinato a L’Aquila senza eredi maschi.
Numerosi registri dell’amministrazione comunale, a cominciare dalla serie completa dei registri delle delibere dei consigli (=Riformagioni), conservati nell’archivio comunale d’Orvieto.
SAVIO F., Rinaldo Orsini di Tagliacozzo signore di Orvieto e gli Orsini di Tagliacozzo, di Licenza e di Campodifiore, in “Bollettino della deputazione umbra di storia patria”, 1897, 3, pp. 167-189; LABANDE E.-R., Rinaldo Orsini comte de Tagliacozzo (+ 1390), Monaco-Paris 1939; CAROCCI S., Baroni di Roma. Dominazioni signorili e lignaggi aristocratici nel Duecento e nel primo Trecento, Roma 1993; ALLEGREZZA F., Organizzazione del potere e dinamiche familiari. Gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento, Roma 1998, in part. pp. 114-121 e tav. 3; SANTILLI A., Istituzioni cittadine a Orvieto all’epoca di Bonifacio IX (1389-1404), in “Rivista storica del Lazio”, 15, 2001, pp. 41-75.