di:
Gian Paolo G. Scharf
1407 circa –1449 ottobre 16.
1438 agosto 25-1440 giugno 30.
La famiglia dei Piccinino era di origine perugina e apparteneva alla fazione di popolo; la sua ascesa si dovette al mestiere delle armi, dato che Niccolò, padre di Francesco si distinse abbastanza giovane nelle armate di Braccio da Montone, diventandone presto il principale capitano. Morto Braccio, Niccolò si trovò ad ereditare le redini del partito braccesco, insieme con Niccolò Fortebracci, nipote di Braccio, diventando uno dei condottieri più rinomati e contesi. In questo ambito fece carriera Francesco, che alla morte del padre gli successe nella guida della compagnia, insieme con il fratello Giacomo. Già da prima tuttavia il padre gli aveva riservato compiti di responsabilità, nominandolo spesso suo luogotenente.
Le fonti di Sansepolcro si riferiscono al P. semplicemente con il titolo di dominus noster.
Alla fine degli anni Trenta Filippo Maria Visconti aveva inviato il suo esercito, guidato da Niccolò Piccinino, in Umbria per creare un fronte alternativo nella guerra con Firenze. Il condottiero era tuttavia lasciato piuttosto libero di agire come meglio credesse per strappare terre al dominio ecclesiastico o a quello di Firenze. Niccolò nella fattispecie incaricò il figlio di azioni di disturbo in alta Valtiberina, mentre egli si concentrava su Perugia e su altri obiettivi più ambiziosi. Nell'estate del 1438 Francesco, avvicinatosi al Borgo e trovandolo sguarnito e con una parte della popolazione scontenta del dominio ecclesiastico, lo occupò senza colpo ferire, venendo immediatamente accolto con deferenza.
Per Sansepolcro non risulta alcuna legittimazione della signoria.
Le fonti per questo periodo sono piuttosto abbondanti ed esplicite. Il P. lasciò al Borgo il suo cancelliere, ser Pierpaolo da Spello, come suo luogotenente. Tale figura si incaricò di fungere da occhiuto supervisore del funzionamento del comune, per il resto lasciato nella sua interezza nello stato precedente. Il podestà in carica fu onorevolmente congedato e poi ricompensato con un assegnamento sulle gabelle. Quello che in effetti interessava maggiormente a Francesco era la rendita economica della sua nuova signoria e in effetti le intromissioni maggiori del luogotenente sono in ambito fiscale, anche se in genere si trattava di contributi una tantum o prestiti che il comune anticipava al signore.
Nominalmente il P. era soldato del duca di Milano e ciò lo inseriva pienamente nel sistema di alleanze intessuto da quest'ultimo.
Le fonti di natura ecclesiastica sono poche e ancora parzialmente inesplorate; da un atto notarile risulta tuttavia che il 3 settembre 1438 ser Pierpaolo assegnò un beneficio ecclesiastico, confiscato a un ribelle, a un chierico perugino.
Da un atto notarile sappiamo che nel 1440 il luogotenente del signore affidò a un magister lapidum lavori di restauro al cassero della rocca principale (o vecchia) del Borgo.
Non ostante la presenza di un partito avverso al dominio del P., sembra che sulle prime questo partito facesse buon viso a cattivo gioco e accettasse nella sostanza la signoria. Gli uomini del partito opposto, per ottenere un maggiore appoggio alla politica del signore, fecero spesso ricorso ad assemblee plenarie ed extra-istituzionali, fidando nella propria capacità di pilotare il sentimento popolare.
La battaglia d'Anghiari, voluta da Niccolò Piccinino per cercare lo scontro risolutivo prima di accorrere in Lombardia alla chiamata del duca, vide una notevole partecipazione popolare dei Borghesi. Dopo la sconfitta i Piccinino, rifugiatisi al Borgo, presero il giorno seguente la via del Nord, lasciando il paese nelle mani dei vincitori.
Archivio Storico Civico di Sansepolcro, Serie XVIII, n. 1 (Libro Rosso o del Ben commune); ASCS, Serie II, n. 2 (Riformagioni e provvisioni); Archivio di Stato di Firenze, Notarile Antecosimiano, nn. 7022-3, 19309-19311
G.P.G. Scharf, Borgo San Sepolcro a metà del Quattrocento: istituzioni e società (1440 – 1460), Firenze, L.S. Olschki, 2003, § 1.2.