di:
Valentina Dell'Aprovitola
? – post 1336
1323-1332
Novara
vd. Tornielli, famiglia. Appartenente al ramo dei T. di Vergano
Ludovico il Bavaro nel 1327 nominò Calcino e Robaldone vicari imperiali di Novara e C. vicario di Vigevano, insieme a Luchino Visconti. In un atto del 26 novembre 1329 compilato da Azzone Visconti, tra i testimoni compare Calcino Tornielli in qualità di «dominus generalis» di Novara. Ancora, in alcuni documenti novaresi, troviamo la dicitura protocollare: «Existentibus vicariis in civitate Novarie et districtu dominis Robaldone et Calcino fratribus de Torniellis».
la figura di Calcino emerge dopo la morte di Matteo Visconti. Egli seppe sfruttare a suo vantaggio sia l’appoggio alla famiglia viscontea sia le sue tradizioni familiari di governo cittadino, iniziate da Loterio Tornielli. Il potere di C. e del fratello Robaldone andò rinforzandosi grazie alla spedizione di Ludovico il Bavaro in Italia, al quale i Tornielli rimasero fedeli e dal quale trassero le legittimazioni necessarie alla formalizzazione del loro potere.
nel contesto della discesa dell’Imperatore Bavaro, nel 1327 C. ottenne il titolo di vicario imperiale di Novara. Simultaneamente venne nominato vicario imperiale, insieme a Luchino Visconti, di Vigevano.
mentre si andava rafforzando l’autorità di C., si mantenevano le magistrature comunali, e i podestà di Novara continuavano a provenire tutti da Milano. Certamente non si può parlare, in questo caso, di signoria individuale, in quanto i fratelli Tornielli misero in atto una vera e propria diarchia.
da sempre schierato con la pars Imperii, sposò Bonaccolsa Rusca di Como.
fu podestà di Milano dal 15 febbraio al 12 settembre 1322 e riconfermato per l’anno successivo. Nel 1327, in occasione della nomina di vicario di Novara, C. ottenne, insieme a Luchino Visconti, anche il vicariato su Vigevano.
l’appoggio a Ludovico il Bavaro e l’accettazione dell’antipapa Nicola V, da lui nominato, fecero sì che i Tornielli e la città di Novara fossero colpiti da interdetto papale, che fu sospeso più volte, ma annullato formalmente solo quando Giovanni Visconti, dopo la pacificazione con la sede di Avignone, riuscì a prendere il pieno potere della città, facendo percepire i Tornielli come eretici, poiché non avevano mai chiesto perdono per i loro trascorsi imperiali e scismatici.
nel maggio del 1332, quando Giovanni Visconti, forte dell’appoggio papale che aveva sponsorizzato il recupero del comitato di Novara, entrò in Novara come vescovo, Calcino fu invitato nel palazzo episcopale e qui con un tranello – si narra che Giovanni si finse malato per attirare il signore a palazzo – trattenuto e incatenato. Quello stesso giorno – 22 maggio – Giovanni, riunito il popolo al Broletto, fu riconosciuto come «dominus generalis». Il colpo di grazia inferto a C. fu il riconoscimento della scomunica papale e la pubblicazione delle pene nella quali incorse.
P. Azario, Liber gestorum in Lombardia, in RIS2, XVI/4, a cura di F. Cognasso; G. Merula, Antiquitatis vicecomitum libri X, Milano 1629; T. Calco, Mediolanensis historiae patriae libri XX, s.l. né d; B. Corio, Istoria di Milano, Milano 1503; C. Bescapè, Novaria seu de ecclesia Novariensi libri duo, Novara 1612; C. Morbio, Storia della città e diocesi di Novara; F. Cognasso, Novara nella sua storia, in Novara e il suo territorio, Novara 1952; Id., L’unificazione della Lombardia sotto Milano, in Storia di Milano, V, La signoria dei Visconti, Milano, 1955; Id., Storia di Novara, Novara 1982