di:
Alma Poloni
?-1431.
1391-1431.
Ravenna.
Vedi scheda famiglia da Polenta. Obizzo era figlio di Guido (III) da Polenta.
Vicario generale in temporalibus di Ravenna per la S. Sede insieme ai fratelli Ostasio (morto nel 1396), Bernardino (morto nel 1400), Aldobrandino (morto nel 1405) e Pietro (morto nel 1404).
La situazione di sostanziale mancanza di legittimità della signoria di Guido (III), a partire dai primi anni ’80, aveva rafforzato l’opposizione interna (vedi scheda Guido (III) da Polenta). Subito dopo la morte del P., nel gennaio del 1390, esplosero in città gravi tensioni politiche. Probabilmente proprio per riportare l’ordine, papa Bonifacio IX nel maggio del 1391 concesse il vicariato ai figli di Guido – Obizzo, Ostasio, Bernardino, Aldobrandino e Pietro – pro indiviso per dieci anni, dietro corresponsione di un censo di 1500 fiorini, la metà di quanto pagato da Guido (III) stesso e dal padre Bernardino.
Il solo vicariato.
L’organizzazione istituzionale del Comune doveva essere ancora quella stabilita negli statuti di Ostasio del 1327 (vedi scheda Ostasio da Polenta). Nel 1406, tuttavia, dopo la morte dei fratelli, Obizzo fece un passo che segnò le sorti successive della città. Con il consenso del consiglio generale, egli strinse un accordo con Venezia. Esso prevedeva che, se il P. fosse morto senza eredi maschi, il dominio su Ravenna e il suo territorio sarebbe passato alla Serenissima. Il patto prevedeva anche che da quel momento in poi il podestà di Ravenna fosse scelto da Venezia, tra le famiglie del patriziato della città lagunare. Il consiglio generale si vide così sottratto il diritto di eleggere l’ufficiale forestiero che occupava il vertice delle istituzioni comunali, un diritto che, almeno formalmente, aveva conservato per tutta l’età signorile, e che era uno dei simboli dell’autonomia del comune.
Dall’inizio del Quattrocento il legame dei P. con Venezia divenne prioritario rispetto a qualsiasi altra alleanza.
Obizzo sposò nel1397 Lisa di Alberigo Manfredi, della famiglia dei signori di Faenza, e in seconde nozze, nel 1414, Lisa di Andrea Malatesta, segno che i rapporti tra le due famiglie erano tornati meno tesi. Le due figlie di Ostasio sposarono esponenti di famiglie ravennati, come anche il figlio Ostasio, che però nel 1431 si unì in seconde nozze a Ginevra Manfredi, appartenente alla stessa famiglia della madre, consolidando ulteriormente la relazione con la dinastia dei signori di Faenza.
Dai primi anni del Quattrocento Obizzo combatté al comando di truppe mercenarie al servizio di Venezia, in particolare nella guerra contro i da Carrara. Dopo la sconfitta dei signori di Padova il P. assunse il comando delle truppe lagunari nella città conquistata.
Alla morte di Obizzo, nel 1431, gli subentrò il figlio Ostasio. Ma il passaggio di Ravenna alla Serenissima era solo rimandato di poco. Nel 1441, cedendo le pressioni dei veneziani, Ostasio abbandonò la città, segnando la fine della signoria dei da Polenta.
Presso l’Istituzione Biblioteca Cassense di Ravenna: Archivio storico comunale di Ravenna. Presso l’Archivio Diocesano di Ravenna-Cervia: Archivio Arcivescovile di Ravenna – degni di particolare interesse il ricco fondo pergamenaceo e i registri della Mensa arcivescovile – ; Archivio del Capitolo della Cattedrale. Presso l’Archivio di Stato di Ravenna: Atti dei notai ( a partire dal 1306); archivi delle corporazioni religiose soppresse.
Molti documenti delle varie raccolte cittadine sono stati pubblicati o regestati da M. Fantuzzi e A. Tarlazzi (vedi bibliografia).
Fonti: G. Rossi, Historiarum Ravennatum libri decem, hac altera edizione liber undecimo acti…, Venetiis 1589; Spicilegium Ravennatis historiae, sive monumentat historica ad ecclesiam et urbem Ravennatem spectantia, a cura di L. A. Muratori, RIS, I.II, Mediolani 1725, pp. 527-583; M. Fantuzzi, Monumenti ravennati de’ secoli di mezzo per la maggior parte inediti, 6 voll., Venezia 1801-1804; Statuti del Comune di Ravenna, a cura di A. Tarlazzi, Ravenna 1866; A. Tarlazzi, Appendice ai monumenti ravennati dei secoli di mezzo del conte Marco Fantuzzi, Ravenna 1876; Documenti inediti sul castello di Polenta, a cura di S. Bernicoli, Ravenna 1897; Statuto del secolo XIII del Comune di Ravenna pubblicato di nuovo con correzioni, indice e note, a cura di A. Zoli e S. Bernicoli, Ravenna 1904; Statuto ravennate di Ostasio da Polenta (1327-1346), a cura di U. Zaccarini, Bologna 1998.
Studi: S. Bernicoli, Governi di Ravenna e di Romagna dalla fine del secolo XII alla fine del secolo XIX. Tavole di cronologia, Ravenna 1898; U. Foschi, Un secolo di signoria dei Polentani su Cervia: 1285-1383, in «Bollettino economico della camera di commercio», 2 (1962); A. Torre, I Polentani fino al tempo di Dante, Firenze 1966; M. Tabanelli, L’aquila da Polenta: storia della famiglia da Polenta, Faenza 1974; L. Lega, Catasti ed estimi ravennati da Lamberto da Polenta alla dominazione veneziana, in «Atti e memorie della Dep. di storia patria per le province di Romagna», 26 (1976), pp. 180-212; Repertorio della cronachistica emiliano-romagnola (secc. IX-XV), a cura di B. Andreolli et al., Roma 1991; A. I. Pini, Il Comune di Ravenna fra episcopio e aristocrazia cittadina, in Storia di Ravenna, III: Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 201-253; A. Vasina, Dai Traversari ai da Polenta: Ravenna nel periodo di affermazione della signoria cittadina, in Storia di Ravenna, III: Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 555-603; Repertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli, secc. XII-XVI, a cura di A. Vasina, Roma 1997.